Crescono gli investimenti mondiali in soluzioni low carbon
La spesa in soluzioni tecnologiche ed energetiche per un’economia a basse emissioni di carbonio (low carbon economy) potrebbe aumentare del 10% quest’anno rispetto al 2022, soprattutto grazie ai maggiori investimenti globali in tecnologie per la cattura, lo stoccaggio e il riutilizzo di CO2 (CCUS), in nuovi impianti a fonti energetiche rinnovabili e in idrogeno verde.
Complessivamente, secondo secondo il Rapporto di Rystad Energy, il mondo investirà in queste tecnologie low carbon più di 620 miliardi di dollari durante il 2023, contro i 560 miliardi dell’anno passato.
Inflazione, guerra e tensioni geopolitiche limitano la spesa
Un dato in crescita, ma con una percentuale minore rispetto al 2022, a causa dell’instabilità dei mercati mondiali e della pressione dell’inflazione.
Gli investimenti in soluzioni low carbon hanno un ciclo più breve rispetto alle industrie dei combustibili fossili e sono, quindi, più sensibili all’azione di variabili interne ed esterne, come l’inflazione e le tensioni geopolitiche che attraversano i mercati in questi mesi.
Rinnovabili, boom di solare ed eolico
Soprattutto la spesa in rinnovabili sarà più limitata, attesa attorno ai 250 miliardi di dollari per il solare (+6%), a fronte comunque di un aumento della capacità installata del 25% a 1.250 GW.
Il Rapporto stima che gli investimenti nell’eolico onshore aumenteranno del 12% a circa 230 miliardi di dollari, mentre la spesa in impianti offshore dovrebbe aumentare del 20% a 48 miliardi di dollari.
Maggiori risorse saranno allocate nella produzione di idrogeno, circa 7,8 miliardi di dollari (+149%), e delle tecnologie CCUS, 7,4 miliardi di dollari (+136%).
Bene anche il geotermico, che dovrebbe vedere un aumento della spesa del 45% su base annua.
Spenderanno di più Africa e Australia, Europa sotto tono
In termini di progetti annunciati e di relativi investimenti, è l’Africa il continente dove si concentrerà la spesa maggiore, stimata crescere del 26% nel 2023, con particolare riferimento ai piani per l’eolico presentati dall’Egitto. Al secondo posto c’è l’Australia, dove la spesa dovrebbe aumentare del 23%, toccando un po’ tutti i segmenti.
Forte anche la crescita dell’Asia, dove è atteso un +12% di investimenti, seguita dagli Stati Uniti, che con l’Inflation reduction act potrebbe vedere un aumento della spesa in rinnovabili, idrogeno e soluzioni CCUS del 9% circa quest’anno.
Le pressioni inflazionistiche e la guerra in Ucraina potrebbero invece determinare un rallentamento della spesa europea in queste tecnologie, che non dovrebbe crescere oltre il 7% nel 2023.