Contrastare i cambiamenti climatici, siamo già fuori strada
La COP26 di Glasgow è ormai prossima (31 ottobre – 12 novembre 2021). Tutto il mondo si aspetta grandi decisioni da questo ennesimo vertice sul clima e dalle tavole rotonde a cui parteciperanno i grandi della Terra, da cui dovrebbero uscire piani di azione e strategie vincenti per raggiungere obiettivi più ambiziosi in tema di riduzione a zero delle emissioni inquinanti e di transizione verso un’economia più pulita e più equa.
Quello che accadrà alla XXVI Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici o COP26 non lo sappiamo ancora, ma certamente sappiamo bene che la sfida climatica a cui siamo chiamati sarà la più importante del nostro tempo.
Dalla seconda metà del XIX secolo ad oggi, a causa delle emissioni di gas serra legate alla rivoluzione industriale e all’economia ad uso intensivo di combustibili fossili, la temperatura media globale è aumentata di +1,1°C (in tempi remoti è già accaduto un fenomeno simile, ma in 10.000 anni circa, non in meno di due secoli).
Secondo un recente Rapporto delle Nazioni Unite, per quello che siamo stati in grado di fare sino ad ora siamo messi sulla strada buona per un riscaldamento che a fine secolo sarà pari a +2,7°C, quando dovremmo non superare i +1,5°C.
Orientarsi verso l’energia pulita
Per evitare che questo accada e rispettare gli impegni presi alla COP21 di Parigi nell’ormai lontano 2015, non solo gli Stati devono fare di più, ma anche il mondo delle imprese e dell’industria.
Ad oggi, più di 900 società hanno fissato nei loro piani aziendali obiettivi climatici legati alla riduzione delle emissioni inquinanti in linea con gli accordi della COP21.
Uno dei primi passi da compiere, per qualsiasi organizzazione, è tagliare le proprie emissioni inquinanti derivanti dal consumo energetico (dette “emissioni scope 2”) e questo è possibile solo impiegando fonti energetiche rinnovabili, come l’eolico e il solare.
Come acquistare energia a zero emissioni da fonti rinnovabili
Secondo il World Economic Forum (WEF), per le imprese di ogni settore sono tre i modi più pratici per acquistare energia pulita generata da fonti rinnovabili.
Per prima cosa, le aziende possono acquistare certificati di energia elettrica green, tramite GOOS in Europa o REC negli Stati Uniti, ad esempio, fornita da impianti di fonti rinnovabili, anche se molto spesso non sono ben specificate quali fonti.
La cosa migliore, in seconda battuta, è firmare contratti di fornitura di energia elettrica generata da fonti rinnovabili, contratti CPPA (Corporate Power Purchase Agreement), per approvvigionamenti di lungo periodo, da impianti certificati e con un prezzo fisso e competitivo.
Grazie ai CPPA sappiamo da quale tipo di impianto è generata l’energia pulita e l’azienda che acquista lo fa al riparo dalle fluttuazioni, anche ampie, dei prezzi di mercato dell’energia (come sta accadendo ora con il gas naturale in Europa).
Ancora meglio, è spiegato dagli esperti del WEF, è acquisire quote di partecipazione in progetti di impianti ed infrastrutture per le fonti rinnovabili, magari per costruire tali impianti in prossimità alle sedi aziendali per sfruttare a pieno l’energia green prodotta in loco.
Negli Stati Uniti, nel 2020 sono stati stipulati oltre 100 accordi aziendali per l’approvvigionamento di energia pulita, per oltre 10 GW di capacità, rispetto a soli 1,5 GW nel 2015.
La crescita dei CPPA
In Europa i CPPA hanno raggiunto i 3,5 GW nel 2020, grazie ai nuovi contratti stipulati dalle società tecnologiche, per grandi volumi, mentre sono nuovi contratti saranno sottoscritti anche da imprese di nuovi settori, come farmaceutico e retail.
Per l’Unione europea i CPPA sono considerati tra gli strumenti chiave per raggiungere l’obiettivo del taglio del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030.
Il Vietnam sta per lanciare un programma pilota da 1.000 MW per CPPA e la Corea del Sud è sulla stessa strada.
Come visto, le imprese possono anche partecipare a progetti di realizzazione di impianti fotovoltaici ed eolici, incentivandone in questo modo la costruzione di nuovi.
Firmando un contratto CPPA l’acquirente da un sostegno concreto al fornitore di energia pulita, che sarà incentivato a realizzare più impianti in futuro.
Abbattere il muro della burocrazia
Secondo il WEF, oltre 50 aziende hanno già firmato contratti di fornitura di energia 100% rinnovabili e altre centinaia si stanno adoperando per lo stesso scopo.
Per ottenere risultati ancora più ambiziosi, come fornitura di energia pulita 24 ore su 24, sette giorni su sette, c’è da semplificare e molto il lato burocratico.
La rimozione di tali barriere amministrative potrebbe liberare nuove risorse, accelerare le autorizzazioni, rendere più profittevole e vantaggioso lavorare nel settore delle rinnovabili.
Come ha dimostrato un documento del WEF del 2021, una severa regolamentazione spesso impedisce ad enti ed imprese di acquistare forniture di energie rinnovabili sul mercato e di utilizzare la rete di distribuzione, specialmente nei mercati emergenti.