Puntare con decisione sulle fonti rinnovabili, la sostenibilità ambientale e le nuove soluzioni per ottimizzare i consumi e accelerare il passaggio alla mobilità elettrica, sono alcuni dei punti più rilevanti che caratterizzano l’accordo sottoscritto dall’ Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) e Italtferr (Gruppo FS) per trasformare in chiave green e high-tech le ferrovie italiane.
L’accordo in questione, firmato da Federico Testa, presidente dell’Enea, e Carlo Carganico, amministratore delegato e direttore generale Italferr, si focalizza su quattro settori strategici: efficienza energetica, fotovoltaico, valorizzazione del patrimonio archeologico e bonifiche ambientali.
Un mix di impegni e strumenti che potrebbe diventare un modello di crescita e sviluppo nel settore dei trasporti e non solo. L’impiego di soluzioni avanzate per progetti di efficientamento, ottimizzazione e riduzione dei consumi energetici, di diffusione di tecnologie avanzate e di fonti rinnovabili, anche attraverso lo studio di progetti innovativi quali pannelli fotovoltaici hi-tech montati sulle barriere antirumore, potrebbe riguardare, tra gli altri, l’intero settore dei trasporti in tutte le declinazioni possibili, l’edilizia urbana e la realizzazione di infrastrutture di varia natura.
Nello specifico, l’Enea metterà a disposizione di Italferr il know how maturato in settori di punta della nascente low carbon economy, quali l’efficientamento energetico, le fonti rinnovabili e i sistemi di accumulo, le attività per la diagnosi energetiche.
Proprio i sistemi di accumulo sono la strada principale verso un’economia ad emissioni zero. Basti pensare che in Germania nel 2016 sono stati installati 52 mila sistemi di accumulo per lo storage di energia elettrica generata da impianti solari.
Dall’altra parte del mondo, in Australia, c’è il progetto Riverland Solar Storage da un miliardo di dollari australiani, finalizzato alla realizzazione del più grande impianto per l’accumulo di energia al mondo, con batterie di una capacità complessiva stimata fino a 400 MW/h.
E a proposito di record c’è anche la California che a febbraio di quest’anno ha inaugurato le tre più grandi installazioni di storage elettrochimico al mondo. Per farsi un’idea di cosa significhi, la Bloomberg New Energy Finance stima per questi sistemi di storage una capacità di accumulo elettrochimico per la rete pari al 15% di tutta quella al momento esistente su scala mondiale.
L’intero mercato delle soluzioni per la battery energy storage globale vale oggi circa 800 milioni di dollari, ma dovrebbe raggiungere un valore complessivo di 6 miliardi di dollari entro il 2022, secondo stime Markets and Markets. Più cauti i ricercatori di Research and Markets, che fissano per il 2026 i ricavi totali a poco più di 2 miliardi di dollari.
Italferr, dal canto suo, potrà avvalersi delle tecnologie e le strumentazioni dell’Enea per la ricostruzione in 3D di reperti e siti, “al fine di valorizzare il patrimonio archeologico nelle aree correlate alla realizzazione delle infrastrutture strategiche e renderlo fruibile alle scuole, attraverso iniziative didattiche, e ai fruitori del servizio ferroviario tramite apposite applicazioni”.
In base all’accordo, infatti, “è previsto l’utilizzo di tecnologie e di strumentazioni per la ricostruzione in 3D di siti archeologici con fotogrammetria o laser scanner”. Infine, si legge nella nota diffusa dall’Enea, l’Agenzia supporterà Italferr nei processi di bonifica ambientale della zona degli scavi, “qualora nelle analisi di suolo, sottosuolo e falde acquifere fossero rinvenuti dei contaminanti”.
I dati raccolti saranno integrati tra loro e messi a sistema per elaborare una mappatura dei valori ambientali su tutto il territorio nazionale. Un lavoro fondamentale che potrebbe risultare rilevanti anche ai fini dello sviluppo di un modello di turismo più sostenibile, a sua volta motore per un’economia di prossimità, legata al territorio, le sue risorse e le attività locali.
In un secondo momento, infine, una volta sviluppato un modello replicabile di intervento, si provvederà ad “esportare” le buone pratiche in altri 20 Paesi dove Italferr è già presente per promuovere innovazione tecnologica e un’idea alternativa e altrettanto efficace di sostenibilità ambientale.