Lo scorso venerdì la Commissione europea ha dato il via libera al piano di sostegno da 5,4 miliardi di euro alla produzione italiana di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili.
Una misura a supporto della generazione di energia elettrica da fonti pulite, quali l’eolico terrestre, il solare fotovoltaico, l’idroelettrico e i gas residuati dai processi di depurazione: “Un maggior utilizzo di energie rinnovabili nella produzione di energia è essenziale per il futuro del nostro pianeta e dell’ambiente. Il regime da 5,4 miliardi di euro aumenterà il livello della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia. Questo è in linea con gli obiettivi ambientali dell’UE e con le nostre norme comuni in materia di aiuti di Stato”, ha dichiarato Margrethe Vestager, Commissaria responsabile per la Concorrenza.
Si tratta in definitiva del via libera ufficiale dell’Unione al decreto per l’incentivazione delle fonti rinnovabili elettriche (Fer1), che è stato ritenuto coerente con le regole comunitarie in materia di aiuti di Stato.
Decreto che a breve sarà firmato dai Ministri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente, si legge in una nota del Ministeriale, e che poi, grazie al Gse (Gestore dei servizi energetici), sarà seguito dall’attivazione dei meccanismi di accesso agli incentivi.
Il Sottosegretario allo Sviluppo economico, Davide Crippa, commentando la notizia, ha affermato: “La risposta positiva della Commissione rappresenta un passo importante nello sviluppo delle rinnovabili e nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione che ci siamo posti con il Piano Nazionale Energia Clima”.
“Il decreto Fer 1 nasce per sostenere la produzione da fotovoltaico, eolico, idroelettrico e gas di depurazione – ha aggiunto Crippa – e la sua attuazione consentirà la realizzazione di impianti per una potenza complessiva di 8000 MW, con un aumento della produzione da fonti rinnovabili di circa 12 miliardi di kWh e con investimenti attivati stimati nell’ordine di 10 miliardi”.
La Commissione ha inoltre autorizzato la modifica della disciplina del mercato della capacità, che consentirà fin da subito “di integrare nel sistema nuovi stringenti requisiti ambientali per le emissioni in capo agli operatori”, con l’obiettivo di “anticipare l’attuazione delle nuove norme europee volte alla decarbonizzazione” adottate nell’ambito del “Clean Energy Package for all Europeans”.
A tal proposito, Crippa ha precisato: “L’introduzione del mercato della capacità si inserisce in modo complementare nel quadro più ampio di interventi finalizzati a rendere i mercati dell’energia elettrica più efficienti, aperti alla partecipazione di tutte le risorse, con particolare attenzione all’integrazione della generazione da fonti rinnovabili, dei sistemi di accumulo e della gestione della domanda, e sempre più integrati a livello europeo”.
“Il mercato della capacità – ha evidenziato il sottosegretario – oltre a dare nuovo slancio alle energie rinnovabili, fornirà un contributo fondamentale per gestire in sicurezza la transizione ad un sistema energetico decarbonizzato, in linea con il PNIEC, con benefici attesi anche in termini di minori tensioni sui prezzi all’ingrosso e di minor rischio di interruzioni del carico”.
Crippa è poi volato in Giappone, per il G20 sull’energia. Il vertice internazionale è stata l’occasione per affrontare ancora una volta i temi della transizione energetica, con l’obiettivo di favorire la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative per ottenere una crescita globale sostenibile.
A tal proposito, il sottosegretario allo Sviluppo ha dichiarato in una nota: “E’ necessario condividere politiche tra i Paesi per mobilitare investimenti per lo sviluppo di tecnologie e infrastrutture avanzate e per aumentare l’interesse per la ricerca e l’innovazione nel settore dell’energia pulita”.
Secondo stime Kenneth Research, il mercato mondiale delle soluzioni tecnologiche, dei servizi e delle infrastrutture per le fonti energetiche rinnovabili, potrebbe raggiungere un valore approssimativo di 2.153 miliardi di dollari entro il 2025 (1.486 miliardi di dollari nel 2017).
Entro il 2030, secondo uno studio dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena), le fonti energetiche pulite rappresenteranno il 36% del mix energetico globale, mentre nel 2018 hanno consentito la creazione di 11 milioni di posti di lavoro, contro i 10,3 milioni del 2017.