Ieri si è riunito il Consiglio europeo con la richiesta di fissare la quota delle fonti energetiche rinnovabili e i livelli di efficienza energetica nell’Unione europea al 35% entro il 2030.
Un obiettivo che ha visto subito la convergenza di Italia e Spagna.
Una proposta su cui mercoledì si pronuncerà con voto il Parlamento europeo. Un momento decisivo dei negoziati tra Consiglio ed europarlamento che potrebbe essere fondamentale per trovare l’accordo di massima sugli obiettivi europei per gli anni dopo il 2020, in termini di efficienza energetica, economia decarbonizzata ed energia pulita.
“Italia e Spagna oggi hanno le stesse posizioni dell’Europarlamento quanto agli obiettivi“, ha sintetizzato il Commissario Ue al clima e all’energia, Miguel Arias Canete, al termine della riunione dei ministri dei 28 a Lussemburgo.
“E anche se Roma e Madrid non si sono pronunciate sui dettagli della proposta, che sono molti e molto complessi, questo – ha dichiarato il Commissario in una nota Ansa – potrebbe facilitare la ricerca di un compromesso da parte della presidenza Ue”, che è quella bulgara di turno.
A Canete ha risposto a stretto giro il Ministro dello Sviluppo Economico e vicepremier, Luigi Di Maio: “La conclusione del Parlamento europeo, che chiede di fissare un obiettivo vincolante pari al 35%, sia per l’efficienza energetica, sia per le rinnovabili, è la strada giusta”.
“L’Italia deve puntare sulle energie rinnovabili come motore per il futuro della sua economia. Per questo in Consiglio oggi abbiamo ribadito la nostra linea, più ambiziosa rispetto al passato, in merito alle proposte di Direttiva del Parlamento Europeo“.
“Contiamo di alzare maggiormente l’asticella nonostante la proposta della Commissione parli di uno scarso 27%”, ha precisato il vicepremier italiano.
In effetti, nel 2014, i capi di governo dell’Unione europea avevano indicato un target di almeno il 27% per efficienza energetica e fonti rinnovabili, ma nel corso di questi anni la Commissione, che nel 2016 aveva proposto il 27% sulle rinnovabili e il 30% per l’efficienza energetica, ha raccomandato di alzare l’asticella perché “il livello di investimenti nei due settori e le nuove tecnologie consentono di fare di più”.
Ad oggi, si legge sempre nella nota Ansa, il Consiglio resta diviso su quattro posizioni distinte, “con Paesi come Germania e Gran Bretagna a indicare la necessità di darsi obiettivi credibili e quelli di Visegrad fermi sulla proposta originaria della Commissione”, ha spiegato Canete.
“La discussione di oggi – è convinto lo spagnolo – è servita a chiarire i margini di manovra della presidenza per il negoziato che comincerà nel pomeriggio di mercoledì per proseguire fino a notte inoltrata”.
A dividere, però, sono non solo gli obiettivi al 2030, ma anche il come raggiungerli, dalle misure per l’autoconsumo di energia alle soglie per i biocarburanti.
Il Consiglio ha infine concordato ieri anche la sua posizione (orientamento generale) su un regolamento che aggiorna il ruolo dell’ACER, l’Agenzia dell’UE per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia.
Obiettivo del regolamento è “migliorare la cooperazione tra i regolatori nazionali del gas e dell’elettricità aggiornando i compiti dell’Agenzia”.
Una maggiore integrazione dei mercati e una produzione sempre più variabile dell’energia elettrica implicano che occorre intensificare gli sforzi per coordinare le politiche energetiche nazionali con i paesi vicini e sfruttare maggiormente le opportunità offerte dagli scambi transfrontalieri di energia.
“In tal modo – si legge nel sito web ufficiale del Consiglio – l’UE e gli Stati membri saranno pronti ad affrontare eventuali crisi energetiche improvvise e a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di energia elettrica. La stretta interconnessione della rete elettrica dell’UE implica anche la necessità di cooperare per mantenere la stabilità della rete e integrare grandi volumi di energie rinnovabili”.
L’ACER è già attiva nel settore della vigilanza del mercato all’ingrosso e contribuisce a risolvere le questioni transfrontaliere.