L’85% degli italiani non è in grado di distinguere tra loro le diverse fonti energetiche rinnovabili, facendo confusione tra eolico, solare, idroelettrico e geotermico. Circa l’8% le scambia addirittura con altre non rinnovabili, ma la stragrande maggioranza dei nostri connazionali è d’accordo sulla necessità di investire di più in queste tecnologie e sul maggiore impegno da parte delle Istituzioni locali e nazionali nel promuovere il loro utilizzo.
È quanto emerge dell’indagine riportata dall’Adnkronos e condotta dall’Istituto di ricerca Lorien per conto di Anter, l’associazione nazionale tutela energie rinnovabili. Gli italiani non hanno ancora una consapevolezza piena del problema ambientale, dell’inquinamento e della massima rilevanza economica che ormai hanno le fonti rinnovabili.
Il 56% degli intervistati ha però ben chiaro che la politica deve assumere un ruolo gudia sul tema, perché per il 96% è fondamentale rilanciare tali soluzioni e favorirne la conoscenza.
Secondo la Banca Mondiale, il nostro Paese è comunque tra i primi dieci al mondo per quanto riguarda i livelli raggiunti di efficienza energetica, sfruttamento delle fonti rinnovabili e di realizzazione di reti dedicate alla distribuzione avanzata.
L’indice RISE (Regulatory Indicators for Sustainable Energy) ci colloca infatti all’ottavo posto per il settore delle rinnovabili e, a conferma della validità dei dati diffusi da Anter, la stessa Banca Mondiale suggerisce di lavorare di più anche sul fronte dell’informazione alla cittadinanza, offrendo gli strumenti e le conoscenze necessarie per sviluppare cultura dell’efficienza e della sostenibilità e gestire i consumi in modo responsabile.