Il governo intende accelerare sulla riforma Rai. A confermarlo è oggi il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, che intervenendo a Radio24 ha detto chiaramente che si spera di arrivare al rinnovo dei vertici Rai per questa estate.
“La proroga automatica” dei vertici Rai “può durare quanto decidono i soci. Spero che riusciremo a fare il cambio prima della pausa estiva“, ha dichiarato Giacomelli.
Gli attuali vertici di Viale Mazzini sono ormai formalmente scaduti e da lunedì, con l’approvazione del bilancio 2014 da parte degli azionisti, operano in regime di prorogatio.
Il Premier Matteo Renzi ha già minacciato di ricorrere alla Legge Gasparri per le nuove nomine se non dovesse sbloccarsi la situazione di stallo e pare che le cose comincino a muoversi.
La riforma della governance della Rai, ha aggiunto Giacomelli, “in questo momento è in Commissione al Senato, è ragionevole immaginare che a metà giugno vada in aula al Senato ed entro luglio ha detto il presidente del consiglio che si avrà l’approvazione parlamentare”.
Ieri infatti in Commissione Lavori pubblici e Comunicazioni del Senato è cominciata la discussione generale sul ddl Rai, che dovrebbe concludersi tra mercoledì e giovedì della settimana prossima, ed è stato fissato il termine del 5 giugno entro il quale dovranno essere presentati gli emendamenti.
Mercoledì 3 sono già in programma due convocazioni, una il pomeriggio e una la sera per tentare di accelerare i tempi.
L’obiettivo, hanno spiegato i relatori Enrico Buemi (Psi) e Raffaele Ranucci (Pd), è che il testo approdi in Aula tra il 15 e il 20 giugno per essere approvato dal Senato entro la fine del mese e passare quindi alla Camera. A Montecitorio potrebbero bastare una ventina di giorni per approvare definitivamente il testo senza apportare modifiche.
Continuano però a non mancano le critiche a questo disegno di legge del Governo che non ha trovato da subito ampio consenso.
Nel mirino il nuovo sistema per eleggere il Cda di Viale Mazzini, i poteri dell’amministratore delegato e il ruolo della politica, considerato ancora troppo preponderante, specie dai sindacati