Momento travagliato per l’audiovisivo italiano. L’irrisolta questione dei pagamenti per le frequenze tv, il non ancora firmato Contratto di servizio, il canone Rai che attende di essere rivisto…c’è talmente tanta carne al fuoco che diventa davvero difficile poter pensare che la riforma della tv pubblica possa essere pronta per la prossima primavera, come auspicato dal premier Matteo Renzi.
I lavori continuano a ritmo serrato sia dello staff del Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli che del gruppo di lavoro del Pd voluto dal presidente del Consiglio per predisporre il corretto iter di questa riforma. Ma ce la faranno i nostri eroi a rimettere mano a una così aggrovigliata matassa, dove spesso politica e problemi meramente tecnici sono così strettamente annodati da non permettere la soluzione più giusta e spontanea?
Difficile al momento fare previsioni, visto che anche le scelte che sembravano più ovvie sono diventate le più difficili.
E intanto mentre si procede, avendo bene a mente la scadenza di aprile quando secondo Renzi la riforma dovrebbe essere pronta, i dubbi restano.
La riforma del M5S
Il M5S non intende perdere l’occasione e già nelle prossime settimane è pronto a tirar fuori il proprio progetto di riforma della Rai.
Lo assicura il presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza, Roberto Fico, in un’intervista rilasciata a Rtl 102.5.
“La riforma del M5S sarà presentata a breve ed è una riforma che prevede il distacco definitivo tra qualsiasi tipo di potere e la scelta del Cda in Rai, che è uno dei temi che ha caratterizzata tutta la vita politica italiana con questo fenomeno terribile della lottizzazione dove i partiti dividevano anche le varie testate giornalistiche e le reti Rai che venivano date ai vari partiti”.
“Ogni rete – sottolinea – aveva un riferimento culturale, ogni TG aveva un riferimento partitico e alla fine ci siamo trovati nella situazione attuale, ovvero che non è rispettato il pluralismo dell’informazione fino in fondo, è un pluralismo politico mentre dobbiamo tornare a un pluralismo culturale dove vengono trattati tutti i temi della società e la società venga raccontata in modo libero e laico, e cerchiamo di arrivare a questo”.
Come?
Fico spiega che la cosa essenziale è innanzitutto “il modo in cui si sceglie il Cda, attraverso i poteri nuovi del Cda, attraverso il distacco definitivo tra potere governativo, potere politico e la scelta del Cda che dovrà essere indipendente e non più individuato con un meccanismo di lottizzazione”.
“Ad esempio – ricorda Fico – con la legge Gasparri, vengono individuati 7 consiglieri di amministrazione su 9 dalla Commissione di vigilanza. Prima che arrivassi io a presiedere la commissione sono stati eletti 7 consiglieri, ma cosa significa eleggere i consiglieri? Che i partiti si mettono d`accordo sui nomi da fare e li individuano”.
Senza privatizzare come si fa?
“Non posso ancora parlare della metodologia– aggiunge Fico – perché la riforma M5S non è stata ancora presentata, ma sarà fatto davvero a breve, comunque con dei meccanismi, anche dei bandi di gara di evidenza pubblica, fai sì che i consiglieri di amministrazione non siano diretta emanazione dei partiti, ma siano emanazione rispetto a curricula, meritocrazia, rispetto a comprovata indipendenza, rispetto al fatto che magari il giorno prima non eri parlamentare e poi sei diventato Consigliere della Rai. Quindi con dei meccanismi di trasparenza e dei vincoli molto precisi su chi può diventare consigliere di amministrazione Rai e in questo modo rendi un consiglio di amministrazione libero, indipendente, e che vada a trattare tutti i nodi e le questioni della Rai”.