Piccola accelerata sui lavori della riforma Rai. Oggi c’è stato il via libera della Commissione al testo. Secondo il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, “in un paio di settimane il percorso in Senato si potrebbe concludere”.
La maggioranza sta, infatti, tentando la via della mediazione, aprendosi alle proposte arrivate dall’opposizione e spianando così la strada a una rapida approvazione, almeno a Palazzo Madama. Poi bisognerà affrontare la discussione alla Camera e non è detto che le cose continuino a filare lisce.
Giacomelli ha spiegato che, “come annunciato, il governo sulla riforma della Rai sta percorrendo fino in fondo il percorso parlamentare ascoltando i suggerimenti di tutta l’opposizione per migliorare il testo: ora stiamo raccogliendo i frutti di questa scelta“.
Stamattina Giacomelli, a margine dell’assemblea di Confindustria Radio Tv, ha ribadito: “Oggi approveremo il testo in commissione e la prossima settimana inizierà l’esame dell’Aula. L’obiettivo resta quello di avere il via libera entro la pausa estiva. Concluderemo oggi i lavori in Commissione e poi andrà in Aula al Senato” per il via libera.
Gli emendamenti dell’opposizione
Un clima più pacato ha accompagnato ieri la discussione in Commissione Lavori Pubblici del Senato dove sono stati approvati alcuni emendamenti presentati da Maurizio Gasparri (FI) che rafforzano il ruolo della Commissione di Vigilanza e del Cda Rai, bilanciando parzialmente i poteri dell’amministratore delegato che è una figura centrale nella riforma del governo.
Passa anche un emendamento del M5S sui criteri di scelta dei membri del Cda. I pentastellati sono però quelli più restii e non hanno rinunciato a esprimere ancora una volta la loro contrarietà all’intero provvedimento. Lo ha fatto anche oggi il presidente della Vigilanza Roberto Fico.
E’ stato anche presentato dalla maggioranza un emendamento sulla delega al governo sul canone, che, oltre ai criteri dell’equità ed effettività della riscossione, contiene anche una norma che consente all’esecutivo di rivedere le modalità di finanziamento pubblico dell’emittenza locale.
Via libera anche ad un emendamento con i tempi per il rinnovo dei vertici della tv pubblica.
La durata delle procedure, che prevedono anche candidature con curricula, è normalmente di 60 giorni. In fase di prima applicazione è però di 30.
Corsia preferenziale alla Camera?
Il passaggio alla Camera, se le cose procedono con questo ritmo e senza ulteriori intoppi, dovrebbe essere previsto per fine luglio.
La speranza del governo resta quella di approvare la riforma prima della pausa estiva.
Ma perché questo si verifichi il ddl Rai dovrà avere una corsia preferenziale nei lavori della Camera. Solo così si potranno rispettare i tempi e arrivare al rinnovo dei vertici di Viale Mazzini, già scaduti e al momento in regime di prorogatio, a settembre.
Per far questo occorre però che tutto fili liscio. E non è detto.
La maggioranza sa bene che tutto si sta giocando su un equilibrio molto precario. Non a caso sta nuovamente circolando la possibilità di rinnovare i vertici Rai, ricorrendo alla Legge Gasparri per evitare un eccessivo allungamento dei tempi.
Dalla loro, i grillini temono che ci possa essere un accordo sottobanco tra Renzi e Berlusconi, “un Patto del Nazareno 2.0 pronto a rioccupare la Rai”.
Anche se questa ipotesi è stata nettamente respinta da Forza Italia con una nota ufficiale che smentiva le indiscrezioni riguardanti un possibile intesa sui nomi del nuovo Cda Rai.
Gli azzurri continuano invece la via del confronto ‘aperto’ sugli emendamenti.
La necessità del parere favorevole della Vigilanza, espresso a maggioranza dei due terzi, nella scelta del presidente e l’obbligo dell’Ad di chiedere il parere del Cda nelle nomine dei direttori di reti e testate (parere che diventa vincolante se espresso a maggioranza dei 2/3) erano tra le condizioni poste da Gasparri.
Dialogo aperto con il M5S
Giacomelli intanto continua il dialogo con il M5S. Nei prossimi giorni dovrebbero essere convocati il presidente della Vigilanza, Roberto Fico, e il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi per discutere dell’applicazione del nuovo contratto di servizio, da tempo impantanato.
In Commissione, Andrea Cioffi (M5S) e Raffaele Ranucci (Pd) sono al lavoro per possibili intese sui criteri di eleggibilità dei vertici, oltre che sul Piano di trasparenza e comunicazione dell’azienda.
Oggi Fico ha rilanciato e dichiarato ad Adnkronos: se sulla riforma Rai “non verranno approvati i nostri emendamenti o accolte parti consistenti delle nostre proteste sarà battaglia durissima, che condurremo usando tutti gli strumenti che il Parlamento consente”.
“In questi giorni in commissione – ha detto Fico – abbiamo visto che il Pd, come al solito, preferisce dialogare con Fi e con Gasparri in particolare (…) Noi abbiamo cercato un dialogo in tutti i modi, abbiamo presentato 29 emendamenti, tutti di merito, che andavano a modificare una legge, quella di Renzi, che da nessun punto di vista ci piace e che rende la Rai, che per antonomasia dovrebbe essere autonoma e indipendente, mera schiava del governo”.
“Io personalmente – ha precisato il presidente della Vigilanza – ho incontrato il Sottosegretario Giacomelli e gli ho consegnato un memorandum con tutti gli emendamenti del M5S e una spiegazione motivata delle proposte di modifica. A parole Giacomelli, quindi il governo, si è mostrato disponibile, ma così poi non è stato in commissione. Ora aspettiamo il governo al varco, alla prova dell’Aula”.
Paolo Garimberti (Euronews): ‘Improprio che il governo scelga l’Ad Rai’
I nodi restano i poteri che la riforma Rai assegna all’amministratore delegato e i criteri di nomina dei vertici.
Ieri in audizione in Vigilanza, il presidente del consiglio di sorveglianza di Euronews, Paolo Garimberti (presidente Rai dal 2009 e al 2012, ndr), ha osservato che “è improprio che il governo scelga l’amministratore delegato… ma se lo sceglie, ovviamente con un curriculum impeccabile, che ci sia almeno una conferma da parte di questa Commissione”.
Garimberti ha auspicato “un contro bilanciamento di un ruolo come quello dell’Ad che sembra avrà molti poteri. È insano – ha ribadito – che lo nomini il governo senza qualcuno che poi controlli e confermi che abbia le qualità giuste. Se l’Ad avrà grandi poteri dovrà essere al di sopra delle parti altrimenti rischiamo di avere una Rai che obbedisce solo a una certa linea”.
Perplessità anche sull’elezione del membro da parte dei dipendenti Rai: “E’ complicato, si scatenerebbero battaglie interne per linee politiche e partitiche”.
Le questioni sono tante e spinose per questo restano tante perplessità sul fatto che il governo riesca veramente nell’intento di far passare questa riforma prima della pausa estiva.
Nei prossimi giorni si potrà avere un quadro più chiaro da quanto succederà in Senato e capire se si tratta solo di una ‘calma apparente’.