La riforma Rai approda domani in Consiglio dei Ministri. A quanto apprende Key4biz il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, presenterà domani in CDM due disegni di legge sulla governance della Tv pubblica.
I due provvedimenti hanno in comune la volontà di rendere la Rai più autonoma con la veste di un’azienda privata, un Cda snello e un amministratore delegato dotato di ampi poteri.
Un disegno di legge prevede un modello ordinario di governance semplificata con l’Ad nominato dal Ministero dell’Economia; l’altro accoglie il modello duale che si ispira alla BBC.
Una riforma, quella che sarà avviata domani, che punta a cambiare la Rai “staccandola dalla politica”, come ha commentato a Key4biz Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione di Vigilanza, presente ieri insieme ad altri parlamentari del Partito democratico all’incontro al Largo del Nazareno con il Premier Matteo Renzi e il Sottosegretario Giacomelli.
Il confronto si sta sviluppando proprio intorno alle due proposte che andranno domani in CDM e che convergono sulla necessità di ridisegnare in fretta la governance della Rai, staccandola dal controllo della politica (elemento su cui insiste molto la proposta presentata dal M5S) dandole poteri di gestione simili a quelli di una Spa. E per farlo si parte dalla figura dell’amministratore.
Il dibattito è molto animato. In totale sono quattro le proposte di legge sulla riforma Rai presentate alla Camera (del Pd con Anzaldi, di Sel con Fratoianni, del M5S con Fico e quella Per l’Italia-Centro democratico con Marazziti) mentre al Senato c’è quella del senatore socialista Buemi.
Ieri al Largo del Nazareno le discussioni si sono concentrate sulla necessità di “ricondurre l’azienda Rai nell’ambito del codice civile perché uno dei maggiori problemi è stato finora quello di mantenere il doppio regime”, come ha spiegato Peluffo a Key4biz.
Parola d’ordine, semplificare.
Altra questione è quella dell’amministratore delegato della Rai che dovrebbe avere le caratteristiche della “figura apicale del management”, come ha indicato Peluffo.
Il nodo, che dovrà sciogliere Giacomelli, sarà appunto trovare la giusta via per trasformare la Rai in una Spa con un amministratore forte.
“La proposta del Governo – ha detto Peluffo a Key4biz – deve essere definita. Siamo ancora nella fase del lavoro istruttorio”.
Una cosa è certa, ha ribadito Peluffo che in questo pare d’accordo con il M5S, “bisogna togliere la politica e i partiti dalla gestione dell’azienda come accade oggi”.
La Legge Gasparri ha legato a doppio filo la Rai alla politica, affidando grandi poteri alla Vigilanza.
In più il direttore generale della Rai, ha ricordato Peluffo, “ha sempre bisogno del voto del Consiglio d’amministrazione” per ogni provvedimento da adottare per l’azienda.
Secondo le nuove proposte, ha spiegato Peluffo, “l’amministratore dovrà essere votato, in un caso, dal Cda o, nell’altro caso, da un comitato di gestione nominato dal consiglio di sorveglianza”.
Ma in tutto questo che fine ha fatto il Contratto di servizio Rai che resta in attesa della firma?
Peluffo ha detto a Key4biz che “al momento la priorità è la governance. Bisogna cambiare i criteri di nomina del Cda entro la scadenza di questo vertice”.
Ma ci sarà anche il Contratto di servizio, su questo l’azienda si è impegnata, ha indicato Peluffo, anche per le pressioni esercitate dalla Vigilanza.
Una volta fatta la governance e nominato il nuovo Cda, l’atra urgenza sarà la Concessione del servizio pubblico che scadrà a maggio 2016
“Il rinnovo della Concessione – ha concluso il capogruppo del Pd in Vigilanza – sarà il vero banco di prova per ridisegnare il ruolo e la missione della Rai”.