Tensioni

Riforma Rai al Senato, M5S minaccia ostruzionismo

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Forti tensioni per l’approdo al Senato della riforma Rai. Il M5S minaccia l’ostruzionismo: ‘Se necessario costringeremo il PD a restare in Aula anche a Ferragosto ma non porteranno a casa questa legge’. Più morbida Forza Italia.

Clima rovente per l’approdo al Senato della riforma Rai. Come promesso, l’opposizione ha dato battaglia e sulle barricate sono saliti M5S e Forza Italia.

In mattinata sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle minoranza, prima che la discussione fosse interrotta per riprendere martedì 21 luglio come previsto dal calendario dell’Aula.

E mentre riprendono le voci sul tentativo del premier Matteo Renzi di trovare un accordo sulle nomine dei nuovi vertici per procedere rapidamente con la sostituzione della attuale Cda attualmente in regime di prorogatio essendo scaduto a maggio, nell’aria si sentono forti le tensioni.

Quella tregua che pareva raggiunta dopo l’uscita del testo in Commissione Lavori pubblici sembra sparita e si va nuovamente allo scontro.

Non perde però la speranza il Sottosegretario del MiSE Antonello Giacomelli che auspica la conclusione dei lavori al Senato “in pochi giorni”.

Stamani a Montecitorio, al termine di una riunione con i deputati del Pd nella quale ha illustrato la riforma della Rai e le modifiche introdotte dalla Commissione Cultura di Palazzo Madama, Giacomelli ha sottolineato che sul calendario “decide il Presidente“.

Il Sottosegretario ha detto anche che spera che i lavori si concluda entro la pausa estiva: “Il nostro obiettivo è velocizzare”.

Riguardo ai malumori tra i deputati del Pd dopo le modifiche al testo introdotte in commissione Cultura del Senato, Giacomelli ha osservato: “Non direi malumori. Ci sono opinioni diversificate sulla Rai, ma questo sin dall’inizio. Nel momento in cui abbiamo scelto per la riforma un percorso parlamentare, abbiamo messo in conto il confronto, ed è giusto che i parlamentari dicano la loro”.

In merito alla possibilità che il testo del Senato venga modificato alla Camera col rischio di uno slittamento a settembre dell’approvazione, Giacomelli ha chiarito: “Questa è una valutazione generale che spetta a Palazzo Chigi che ha la visione generale delle priorità. Per esempio quando in Senato fu data la priorità alla riforma della scuola io un po’ fremevo per la Rai, ma Palazzo Chigi ha la visione di insieme ed è in grado meglio di indicare le priorità”.

Ma la strada è irta di ostacoli, Giacomelli lo sa bene.

“Come si fa a far fuori i partiti dalla Rai se i partiti e governi di partiti fanno le nomine?”, ha dichiarato stamani al Senato Andrea Cioffi (M5S) che ha suggerito: “Basterebbe adottare una norma del codice degli appalti. Tramite bandi. Il Movimento 5 Stelle ha proposto che l’Agcom emetta un bando e si scelga tra decine di persone di elevata professionalità ed alta caratura morale. Quando ci sono professionalità ed alta caratura morale non importa il ‘colore’. Il Movimento 5 Stelle non vuole né lottizzare né gasparrizzare la Rai”.

Dalla Commissione parlamentare di vigilanza il presidente Roberto Fico (M5S) ha rilanciato: “Potremmo ritrovarci con una legge dove il blocco maggioranza-Governo ha la maggioranza anche nel Cda della Rai perché si blinda e si occupa l’azienda radiotelevisiva pubblica. Così com’è ora, è un progetto eversivo”.

Fico ha anche fatto riferimento ai “dubbi sulla costituzionalitàespressi dal costituzionalista Enzo Cheli, ex presidente di Agcom “che – ha detto – abbiamo ascoltato proprio in Commissione”.

Per Fico, l’approvazione del ddl “ci riporterebbe indietro, a situazioni quasi autoritarie. In Europa gli unici due Paesi che hanno una normativa simile – ha indicato – sono la Moldavia l l’Ungheria che hanno già avuto dei richiami dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”.

“Cercheremo di far ragionare il Pd e far approvare i nostri emendamenti altrimenti – ha ribadito anche una volta Fico – daremo battaglia e li faremo rimanere anche a Ferragosto in Aula, ma non porteranno facilmente questa legge a casa”.

Se il testo dovesse passare così com’è, il M5S è pronto “farà di tutto, anche rivolgersi alla Corte Europea“. Fico auspica che il Pd e il sottosegretario Giacomelli “approvino i 39 emendamenti dei 5 Stelle con l’obiettivo di far aumentare la qualità della proposta sulla governance della Rai. Diversamente – ha minacciato – inizieremo un ostruzionismo senza quartiere dal Senato alla Camera”.

Più morbido Gasparri che invece ha assicurato: “Non faremo ostruzionismo, ma opposizione nel merito”.

Il senatore ha però ribadito la “contrarietà” di Forza Italia al disegno di legge e annunciando “un numero significativo di emendamenti”.

La discussione riguarda soprattutto i poteri dell’amministratore delegato previsti dal testo di riforma del governo.

“E’ incostituzionale – ha sottolineato Gasparri – sostituire la Rai “parlamentare” con la monocrazia, è ipocrita dire di volere allontanare i partiti per farne rimanere uno solo al comando”.

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