Il decreto

Riforma Cinema, pesanti sanzioni per le tv che non trasmettono film italiani

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Nel disegno di legge approvato dal CDM, multe per i broadcaster che nei palinsesti non daranno spazio ai film italiani.

Via libera al disegno di legge delega per la riforma del cinema e dell’audiovisivo.  Il provvedimento, approvato dal Consiglio dei Ministri, è collegato alla Legge di Stabilità 2016. Il prossimo passaggio sarà alla Camera dove si spera di licenziare il testo rapidamente.

Il Ministro alla Cultura, Dario Franceschini, lo definisce “un intervento strutturale atteso da diversi decenni”. L’ultima legge sul cinema risale, infatti, al 1949.

Le norme intervengono ”in modo sistemico su cinema e audiovisivo, razionalizzando e introducendo un nuovo meccanismo di attribuzione degli incentivi statali con ingenti risorse in più”.

Aumentano infatti di 150 milioni di euro (+60%) i finanziamenti per il settore.

Ok all’istituzione un nuovo fondo autonomo con risorse certe per 400 milioni di euro l’anno, strumenti automatici di finanziamento con forti incentivi per giovani autori e per chi investe in nuove sale e a salvaguardia delle sale cinematografiche, teatri e librerie storiche.

Una riforma, osserva Franceschini, “che riconosce il ruolo strategico dell’industria cinematografica” ed è “frutto del tavolo di lavoro con tutte le parti interessate” gestito insieme al Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli.

Nuovo Fondo da 400 milioni

A partire dal 2017, arriva il Fondo per sostenere gli interventi per cinema e audiovisivo. Ad alimentarlo, una quota pari all’11-12% del gettito Ires e Iva di chi utilizza i contenuti, tv, provider telefonici e distributori cinematografici. Il fondo non potrà mai andare sotto i 400 milioni. Non una nuova tassa, quindi “ma un virtuoso meccanismo di autofinanziamento” della filiera produttiva che viene incentivata a investire e innovare e che fa scomparire l’attuale incertezza annuale sui fondi destinati al cinema.

Fino al 15% del nuovo Fondo Cinema è dedicato ogni anno al sostegno di: Opere prime e seconde; Giovani autori; Start-up; Piccole sale. Rafforzati i contributi a favore di festival e rassegne di qualità, previsto un Piano nazionale per la digitalizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo

Finanziamenti e reinvestimento

Abolite le Commissioni ministeriali per l’attribuzione dei finanziamenti in base al cosiddetto ‘interesse culturale’ e introdotto un sistema di incentivi automatici per le opere di nazionalità italiana. La quantificazione dei contributi avviene secondo parametri oggettivi che tengono conto dei risultati economici, artistici e di diffusione: dai premi ricevuti al successo in sala. I produttori e i distributori cinematografici e audiovisivi riceveranno i contributi per realizzare nuove produzioni.

I fondi non saranno più assegnati da Commissioni Ministeriali o secondo il vecchio sistema della scelta discrezionale.

Il ddl prevede, infatti, una delega al governo per definire un nuovo sistema di classificazione che responsabilizza i produttori e i distributori cinematografici. Lo Stato interviene e sanziona solo in caso di abusi.

 

Tax Credit

Rafforzati i 6 Tax Credit per incentivare la produzione e la distribuzione e per favorire l’attrazione di investimenti esteri nel settore.

Possono beneficiarne: le imprese di produzione, distribuzione, post-produzione; i distributori che programmano il cinema italiano, incentivando la concorrenza e aumentando le quote di mercato; le imprese italiane che lavorano per produzioni straniere; le imprese esterne al settore che investono nel cinema italiano; gli esercenti che gestiscono le sale. Il Tax credit aumenta fino al 40% per i produttori indipendenti che distribuiscono in proprio.

Fondo Garanzia PMI

Con decreto del MiSE e del MiBACT viene istituita una sezione speciale del Fondo di garanzia per le PMI, dotata di contabilità separata, destinata a garantire operazioni di finanziamento di prodotti audiovisivi. La sezione ha una dotazione iniziale di 5 milioni di euro a valere sul Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo.

Incentivi per chi investe in nuove sale

Si punta ad aumentare il numero degli schermi e la qualità delle sale coinvolgendo un numero molto più ampio di spettatori soprattutto a favore del cinema italiano. Per questo viene previsto un Piano straordinario fino a 100 milioni di euro in tre anni per riattivare le sale chiuse e aprirne di nuove.

Viene agevolato il riconoscimento della dichiarazione di interesse culturale che può avere ad oggetto anche sale cinematografiche, sale teatrali e librerie storiche (vincolo destinazione d’uso).

Nasce il Consiglio Superiore per Cinema e Audiovisivo

In sostituzione della Sezione Cinema della Consulta dello Spettacolo, viene istituito il Consiglio superiore per il cinema e l’audiovisivo che svolge attività di elaborazione delle politiche di settore. Sarà composto da 10 membri di alta competenza ed esperienza nel settore e dai rappresentanti delle principali associazioni.

Cinema italiano in tv

Nel ddl una delega al governo per regolamentare con decreti legislativi “in modo stringente l’obbligo trasmissione del cinema italiano” in tv, con “sanzioni concrete per chi non lo fa”.

Codice dello spettacolo

Il Governo è delegato a realizzare entro un anno il “Codice dello spettacolo” dove confluiranno la riforma delle fondazioni lirico-sinfoniche e il riassetto di tutti gli ambiti dello spettacolo.

Per la filiera del cinema, ‘La legge più avanzata d’Europa’

Grande apprezzamento da parte delle associazioni di categoria ANICA, APT, ANEC e ANEM, per le quali “dopo oltre 25 anni finalmente viene proposta una vera legge di sistema, che appare la più avanzata oggi in Europa”.

“Le imprese – si legge nella nota – sono consapevoli di avere ora la responsabilità di usare questo strumento per la crescita qualitativa e la migliore diffusione di tutti i tipi di prodotto, nel rapporto col mondo del talento italiano, grande potenziale creativo ancora in parte inespresso”.

L’auspicio della filiera è che il lavoro di collaborazione realizzato finora con i ministeri prosegua “con pari efficacia nella decisiva fase di messa a punto delle norme di attuazione”.

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