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Riforma Cartabia, ecco i veri tempi della giustizia

Servono 527 giorni per una causa civile. Solo in Grecia i processi sono più lenti

La Camera ha approvato i 43 articoli della riforma della giustizia firmata dal ministro Marta Cartabia e ora il disegno di legge si avvia all’esame del Parlamento. La riforma Cartabia della giustizia comprende anche nuove norme per l’elezione del Csm (Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di autogoverno dei magistrati italiani) che dovrebbe ridurre il potere delle correnti politiche all’interno dell’amministrazione della giustizia. Su questo, però, i pareri sono molto diversi: nonostante l’annuncio di uno sciopero da parte dell’Anm (l’Associazione Nazionale Magistrati), sono in molti, anche dentro il governo, a pensare che la nuova legge non servirà allo scopo. E, soprattutto, non servirà per accorciare i tempi della giustizia italiana.

La riforma della giustizia del ministro Cartabia

Secondo gli ultimi dati disponibili forniti dal Consiglio d’Europa ci vogliono 527 giorni per arrivare al termine di una causa di prima istanza civile o commerciale. Nello specifico l’indicatore considerato è il “disposition time“, ovvero il rapporto tra cause pendenti al 31 dicembre e quelle risolte nell’anno, moltiplicato per 365, che dà appunto il numero di giorni per smaltire le cause pendenti.

Prendendo in considerazione i Paesi della Ue più il Regno Unito e Svizzera la giustizia italiana è la più lenta dopo quella greca, in cui il disposition time è di 559 giorni. Dopo i due Paesi mediterranei in questa classifica dei peggiori vi sono altri del Sud Europa, Malta, Francia, Croazia, Spagna e Slovenia. In Francia si arriva a 420 giorni, in Spagna a 362.

I tempi della giustizia in Italia sono peggiorati

Al contrario è la piccola Lituania il Paese più efficiente da questo punto di vista. A Vilnius e dintorni bastano meno di tre mesi, 82 giorni, per arrivare a una sentenza. Batte anche il Lussemburgo, dove ce ne vogliono 94, i Paesi Bassi e la Svizzera. Tra i 10 Paesi più veloci diversi sono dell’Est, Romania, Slovacchia, Ungheria, Cechia, Estonia. In questo caso è la vecchia Europa a essere più lenta. In Germania per esempio il disposition time è di 220 giorni, tra l’altro in peggioramento nel 2018 rispetto agli anni precedenti, quando si manteneva sotto i 200.

Aumentano i tempi della giustizia anche in Germania

Anche in Italia i giorni necessari per arrivare a una sentenza sono cresciuti tra 2016 e 2018: sono passati da 514 a 527 invertendo un trend che era stato positivo. Dopo alcune riforme vi era stato, infatti, un miglioramento, dai 590 giorni del 2012 si era scesi appunto a 514, ma questo trend positivo non è durato molto. Peggio della giustizia italiana a livello di trend hanno fatto quella francese e spagnola, in cui rispettivamente il disposition time è passato da 311 e 420 giorni e da 264 a 362 tra 2012 e 2018

Scende il clearance rate, nel 2018 era al 103%

Oltre al disposition time vi è un altro indicatore che è normalmente utilizzato per valutare l’efficienza della giustizia, ed è il clearance rate. È il rapporto, espresso in percentuale, tra i casi risolti e quelli in entrata. In un certo senso misura la capacità del sistema di smaltire gli  arretrati che poi vanno a determinare un disposition time alto e tempi della giustizia particolarmente lunghi.

Da questo punto di vista vi sono notizie piuttosto negative per la giustizia italiana: il clearance rate è in calo; è passato dal 131% del 2012 al 119% del 2014 al 113% del 2016 al 103% del 2018. Vuol dire che ogni 100 cause in entrata ve ne sono “solo” 103 risolte.

Dopo i miglioramenti la macchina della giustizia torna a rallentare

Siamo ancora sopra il 100%, vuol dire quindi che si smaltiscono più cause di quante ne entrano, ma a un ritmo inferiore di prima. E infatti il miglioramento dei tempi della giustizia in Italia si è fermato. La migliore è la Slovacchia, con un clearance rate del 131%, e non a caso i giorni necessari per arrivare a una sentenza sono crollati in quel Paese. Bene anche Ungheria e Belgio con il 116% e il 112%, tra l’altro in ulteriore miglioramento.

Mentre Irlanda, Grecia, Scozia (qui valutata separatamente dal resto del Regno Unito), e Spagna hanno clearance rate inferiori al 90%. Vuol dire che i nuovi casi si accumulano.

La giustizia in Italia sembra quindi avere perso quella spinta che a metà dello scorso decennio aveva fatto pensare il problema della lentezza dei processi potesse risolversi in poco tempo.

I dati si riferiscono al: 2010-2018

Fonte: Consiglio d’Europa

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