Non più la raccomandazione esplicita di vietare l’utilizzo del riconoscimento facciale in spazi pubblici fino a 5 anni, ma lasciare agli Stati membri la decisione sulla tecnologia di sorveglianza di massa. Il passo indietro dell’Unione europea è documentato nella nuova bozza sull’intelligenza artificiale visionata dal Financial Times, che scrive: “il documento non include più il suggerimento di una moratoria generale di cinque anni, un periodo durante il quale gli Stati potrebbero studiare l’impatto della tecnologia prima di utilizzarla negli spazi pubblici”.
Il documento sarà consegnato alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen e sarà presentato ufficialmente il 19 febbraio sotto forma di linee guida.
Nonostante i rischi privacy, perché non c’è lo stop della Commissione Ue
Secondo il Ft, la Commissione Ue il 19 febbraio non annuncerà uno stop ufficiale al riconoscimento facciale per 5 anni negli spazi pubblici, nonostante rilevi che la tecnologia è “soggetta ad inesattezze, può essere utilizzata per violare le leggi sulla privacy e può facilitare il furto d’identità”, riporta il giornale leggendo il testo della bozza del documento.
Allora perché la decisione di non optare per un divieto? “Per sua natura, un tale divieto sarebbe una misura di vasta portata che potrebbe ostacolare lo sviluppo e l’adozione di questa tecnologia”, si legge nel documento. L’Ue vuole raccogliere oltre 20 miliardi di euro di finanziamenti all’anno per sviluppare intelligenza artificiale nel prossimo decennio, è scritto nella bozza del documento.
Riconoscimento facciale, dove sono scattati i divieti
Il cambiamento di rotta della Ue arriva quando i regolatori e le società di tutto il mondo chiedono chiarezza sull’uso del riconoscimento facciale.
Città statunitensi come San Francisco hanno imposto divieti a tempo limitato sull’uso della biometria da parte della polizia, mentre la tecnologia è stata contestata nei tribunali del Regno Unito, sebbene sia stata approvata per l’uso della polizia metropolitana di Londra il mese scorso. In Svezia, l’autorità per la protezione dei dati ha sanzionato per circa 20mila euro , secondo il GDPR, una scuola superiore che aveva implementato un sistema di riconoscimento facciale per monitorare la presenza degli alunni durante le lezioni.
A Linate operativo in via sperimentale l’imbarco tramite riconoscimento facciale
All’aeroporto di Milano Linate è operativo dal 30 gennaio Face Boarding: un progetto sperimentale che consente ai passeggeri di effettuare i passaggi di sicurezza e d’imbarco attraverso un sistema di riconoscimento facciale.
Non è più necessario, quindi, esibire il passaporto e la carta di imbarco ai diversi check point presenti all’interno dell’aeroporto, ora è possibile procedere in modo più fluido ed efficiente semplicemente mostrando il proprio viso.
I viaggiatori possono scegliere liberamente se utilizzare o meno il nuovo sistema: essi avranno sempre la possibilità di effettuare i controlli in modo tradizionale. Il test del riconoscimento facciale durerà fino al 31 dicembre 2020 (poi si deciderà se continuare).
Le immagini del volto non sono conservate, si legge sul sito dell’aeroporto, ma vengono utilizzate esclusivamente per creare un modello biometrico necessario per il superamento dei controlli di sicurezza. I dati personali relativi al passaporto, invece, sono conservati – in forma crittografata – per un periodo che varia dalle 24 ore al 31 dicembre 2020 a seconda del consenso prestato dal passeggero in fase di registrazione. I dati personali derivanti dalla carta di imbarco, infine, vengono automaticamente cancellati dopo 48 ore dalla partenza volo.
Il sistema di riconoscimento facciale valuta in maniera interamente automatizzata la validità del documento di identità, la corrispondenza con i dati riportati nella carta d’imbarco e la corrispondenza fra l’immagine del documento di identità e il volto. Qualora il procedimento di identificazione non vada a buon fine, l’aeroporto potrà ritardare o negare il passaggio ai tornelli di sicurezza e/o l’imbarco sul volo. In ogni caso, il passeggero ha la possibilità di contestare la decisione e richiedere che le verifiche di sicurezza e per le operazioni di imbarco vengano ripetute da un operatore.
A chi è rivolto?
Il progetto Face Boarding è rivolto, al momento, esclusivamente sui voli Alitalia della tratta Milano Linate–Roma Fiumicino e possono utilizzarlo i passeggeri con i seguenti requisiti:
- Viaggiatori maggiorenni muniti di documento elettronico (passaporto o carta di identità elettronica rilasciata dopo il 1° gennaio 2017);
- Passeggeri Alitalia muniti di carta di imbarco per lo scalo di Roma Fiumicino;
- Membri del Club Freccia Alata/Freccia Alata Plus oppure frequent flyer aderenti allo Sky Team Elite Plus o, ancora, viaggiatori che avranno acquistato un biglietto in tariffa comfort LIN-FCO.