Migliorano i segnali relativi alla spesa in ricerca e sviluppo sia in Italia, sia in Europa.
Se il dato di Eurostat fissava in 320 miliardi di euro il volume di investimenti in R&S nel 2017, pari al 2,07% del PIL dell’Unione, anche nel nostro Paese il risultato lascia ben sperare, con una spesa che secondo l’Istat ammonta a 23,8 miliardi di euro per il 2017, cioè l’1,38% del PIL nazionale.
Dati tutto sommato positivi per l’Europa, quasi un trend continuo dal 2007, almeno fino a quando non si confrontano con Corea del Sud, Giappone, Stati Uniti e Cina, tutti su un livello di spesa molto più alto.
Il nostro Paese, invece, si trova nella parte centrale della classifica dei Paesi dell’Unione europea che più spendono in ricerca e sviluppo. Non una grande posizione, ma, considerando le difficoltà legate alla mancanza di Governi stabili e quindi di linee guida chiare, di strumenti efficaci e di una visione strategica di ampio respiro, un risultato da non buttare via.
Secondo l’Istat, infatti, la spesa italiana in R&S ha raggiunto nel 2017 i 23,8 miliardi di euro, il 2,7% più alta dell’anno precedente, per 482.703 posti di lavoro, anche qui in crescita del 10,9% su base annua.
Una spesa definita “intra-muros”, cioè destinata ad ogni attività finalizzata alla ricerca scientifica e lo sviluppo sperimentale (R&S) svolta con personale e attrezzature di casa.
Nel dettaglio nazionale, il settore privato spende in R&S 15,2 miliardi di euro, di cui 14,8 miliardi tirati fuori dalle imprese. Seguono le università e i centri di ricerca con 5,6 miliardi, quindi le istituzioni pubbliche con 2,9 miliardi.
Quasi il 70% di questa spesa, cioè più di 16 miliardi di euro, è concentrato in cinque regioni: Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto.
Gli investimenti crescono del 6,2% per le istituzioni private non profit, del 6,0% per le istituzioni pubbliche e del 2,8% per le imprese.
Le stime fornite all’Istat da imprese e istituzioni sembrano infine confermare per il 2019 un’ulteriore tendenza all’aumento della spesa in R&S “intra-muros”, rispetto al 2018: istituzioni private non profit +5,7%, istituzioni pubbliche +2,7% e imprese +0,8%.