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Ricerca e sviluppo, l’Italia spende 26 miliardi di euro (+3,8%)

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Istituzioni pubbliche, università e imprese tirano la volata degli investimenti in ricerca e sviluppo in Italia. Secondo le stime Istati, nel 2023 possibile rilancio della spesa in questo settore centrale per la crescita e il progresso.

L’Italia investe ancora in ricerca e sviluppo, i dati Istat

Secondo le nuove stime pubblicate dall’Istat, il nostro Paese ha investito in ricerca e sviluppo (R&S) “intra-muros” circa 26 miliardi di euro alla fine del 2021, il 3,8% in più su base annua.

Un dato frutto dell’incremento della spesa in questo settore così vitale per la crescita economica e sociale del nostro Paese, soprattutto delle Istituzioni pubbliche (+9,7%), delle Università (+7,9%) e solo in minima parte delle istituzioni private non profit (+1,9%).

Il mondo delle imprese a fine 2021 sembra comunque non aver ancora ingranato la marcia giusta per la ripartenza. L’emergenza sanitaria e la crisi energetica devono aver impattato pesantemente sulla ripartizione delle risorse finanziarie a livello aziendale.

Le imprese e le stime per il 2022 ed il 2023

Secondo l’Istat, le imprese hanno comunque investito di più del 2020, ma solo del +1,1%. Le aziende di dimensioni più grandi sono riuscite ad investire in ricerca e sviluppo il 3,8% in più delle risorse su base annua, mentre le piccole e medie imprese hanno subito i contraccolpi più gravi delle varie emergenze degli ultimi anni, con una flessione della spesa in ricerca e sviluppo del 4,5%.

I dati preliminari per il 2022 indicano una possibile riduzione della spesa in R&S da parte delle imprese in generale (-2,9%). Si attende però una vera e propria ripresa degli investimenti solo nel 2023, con un +5,2%.

Incentivi fiscali per favorire la spesa in ricerca

Una spesa in R&S che è stata favorita negli ultimi anni anche da diversi strumenti di incentivazione fiscale a favore delle imprese che decidono di investire, come il credito di imposta e il Patent box.

In particolare, il credito d’imposta per la R&S è stato commisurato all’incremento di spesa in R&S fino al 2019 e alla spesa totale a partire dal 2020, mentre il Patent box è completamente modificato a partire dal 2021.

L’ammontare complessivo (cumulato) del risparmio d’imposta per le imprese beneficiarie del credito d’imposta per la R&S e del Patent box sale dallo 0,04% del Pil nel 2015 allo 0,28% nel 2019, ma cala allo 0,18% nel 2020.

L’Europa

A livello di Unione europea, la spesa in R&S è stata di circa 328 miliardi di euro durante il 2021, secondo dati Eurostat, il 6% in più rispetto al 2020 (il 44% in più rispetto al 2011).

Esaminando il dato relativo all’intensità di ricerca e sviluppo, invece, cioè il rapporto tra la spesa in R&S e il PIL nazionale, a livello di media UE si è passati dal 2,31% del 2020 al 2,27% nel 2021, con chiare evidenze dell’impatto dell’emergenza sanitaria (anche se rispetto al 2019 si è registrato un lievissimo incremento dello +0,04%).

Andando ad esaminare di ogni singolo Paese dell’Unione, invece, vediamo che l’Italia occupa una posizione mediana, con poco meno dell’1,5%, ben lontana dai record di Svezia (3,35%), Austria (3,22%) e Belgio (3,19%).

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