I trend, i ricavi, l’audience e le performance degli operatori del settore televisivo. Tutto questo è contenuto nella Relazione annuale presentata questa mattina dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni al Parlamento, la cui presentazione è stata tenuta da Angelo Marcello Cardani, presidente dell’Agcom. Dal report emergono due primati per 21st Century Fox/Sky Italia. Uno riguarda i ricavi, infatti si legge: “il gruppo ‘21st Century Fox/Sky Italia’, che opera sia nella televisione in chiaro sia nella payTv, mantiene la quota maggiore (32%), seppur in riduzione di 1,5 punti percentuali”. E questa importante fetta fa parte di una torta di 8 miliardi di euro, a tanto, per il 2016, è stimato il valore delle risorse complessive del settore televisivo, con un incremento del 7% rispetto al 2015. Dunque il gruppo, che fa parte della galassia dei media di Rupert Murdoch, supera la Rai, nonostante viale Mazzini riceva dal canone oltre il “70% dei propri ricavi per l’attività di servizio radiotelevisivo”.
L’altro primo posto riguarda la payTv: “Il gruppo ‘21st Century Fox/Sky Italia’, che propone offerte a pagamento fruibili attraverso la piattaforma satellitare e online, si conferma di gran lunga il primo operatore (77%), mentre il gruppo Fininvest/Mediaset, che offre contenuti a pagamento sulla piattaforma digitale terrestre e sul web, occupa la seconda posizione (21%)”.
Sky Tg24 l’All news più seguita
L’anno scorso è stato positivo per Sky Italia anche per quanto riguarda il suo Tg. Infatti Sky TG24 è il canale All news con il maggior numero di ascoltatori nell’arco di una giornata media (55.860) del 2016, primo anno nel quale, oltre alla piattaforma satellitare, la rilevazione tiene conto anche della fruizione del canale sulla piattaforma digitale terrestre (su cui è presente dal 2015).
Il mercato della Tv in chiaro
Nel mercato della televisione in chiaro si rileva il permanere di un livello di concentrazione elevato: oltre l’80% dei ricavi totali della televisione in chiaro è stabilmente detenuto dai gruppi RAI e Fininvest/Mediaset, con il primo che raggiunge una quota (in crescita) pari a circa la metà del totale, e il secondo che possiede una quota (in riduzione) stimata attorno a un terzo.
Tv, settore con i più evidenti segni di ripresa
In generale in un contesto segnato dal trend di generale contrazione degli ultimi anni, il settore della televisione è quello che ha subito le minori perdite in valori percentuali e che mostra nel 2016 i più evidenti segni di ripresa. Per il 2016, si stima che il valore delle risorse complessive del settore televisivo torni ad attestarsi sopra gli 8 miliardi di euro. La composizione dei ricavi afferenti al mezzo televisivo rispecchia quella tipica del sistema dell’informazione italiano, con la raccolta pubblicitaria che rappresenta la principale fonte di finanziamento (oltre il 40% del totale, pari a circa 3,5 miliardi di euro, riconducibili per il 90% alla Tv in chiaro), seguita dalla vendita di offerte televisive (36% dei ricavi complessivi), che nel 2016 diminuisce la propria incidenza sul totale di quasi 2 punti percentuali, in favore dei fondi pubblici (ossia, il canone per il servizio pubblico televisivo, le convenzioni con soggetti pubblici e le provvidenze pubbliche erogate alle emittenti). Questi ultimi costituiscono un’ulteriore e rilevante fonte di introiti per il settore (pesando sul totale per il 23%).
Sotto il profilo degli ascolti, considerando sia la Tv in chiaro sia la Tv a pagamento, l’andamento registrato dal 1990 al 2016 rivela da un lato una contrazione delle audience delle TV generaliste e una crescita degli altri operatori, con offerte prevalentemente tematiche o semi-generaliste, dall’altro come RAI e Mediaset raggiungano da sempre quote ampiamente superiori a qualsiasi altro operatore del settore.