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Ricarica per auto elettriche: bisognerebbe fare come per gli smartphone, un unico sistema standard per tutta l’UE

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2035: stop vendita di nuove auto a benzina e diesel, è l’ora dell’elettrico

A partire dal 2035 stop a nuove auto a benzina e diesel nel vecchio continente. La plenaria del Parlamento europeo ha accolto la proposta della Commissione di raggiungere una mobilità stradale a emissioni zero entro i prossimi 13 anni.

Per fare questo sì dovrà iniziare a costruire autovetture e veicoli commerciali leggeri di nuova immatricolazione che non inquinino, anche seguendo gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030, fissati al 55% per le automobili e al 50% per i furgoni.

Unica deroga ammessa è per i piccoli produttori di auto (da 1000 a 10mila l’anno) e furgoni (da 1000 a 22mila), contenuta nell’emendamento salva “Motor valleyper le supercar prodotte in Emilia Romagna (tra cui i celebri brand di Ferrari, Lamborghini, Maserati, Dallara).

In questo modo, ha sostenuto il relatore della proposta di legge, Jan Huitema, si stabilisce uno standard di riferimento per tutti i Paesi dell’Unione, chiarendo di fatto il percorso della transizione ecologica del settore automobilistico e dei trasporti e offrendo ai consumatori un’alternativa green alle loro esigenze di mobilità.

Ora partiranno i negoziati tra Europarlamento e i singoli Governi dell’Unione europea, con l’obiettivo di provare (visto lo scontro ideologico che si è creato proprio all’interno dell’Europarlamento in occasione del voto di ieri) a far partire il piano “Fit for 55” e di promuovere con maggiore forza la decarbonizzazione dell’auto in tutto il continente.

La vendita di auto elettriche in Europa

Le immatricolazioni di auto elettriche in Europa stanno crescendo rapidamente negli ultimi anni. Nel primo trimestre del 2022 quelle di veicoli a batteria sono aumentate del +61% secondo l’Acea.

Ad oggi, in Europa circolano più di 1,2 milioni di auto elettriche, sia 100% batteria, sia ibride plug-in, con un incremento complessivo del +63% tra il 2020 ed il 2021, secondo stime Jato Dynamics.

Un dato molto positivo, che si accompagna ad ulteriori considerazioni legate alla necessità di ampliare la rete di stazioni di ricarica in tutti i Paesi dell’Unione per garantire agli automobilisti una serena autonomia di viaggio.

Sistemi di ricarica: un panorama frammentato

A questo va aggiunto l’ulteriore problema della frammentazione dei sistemi di ricarica ad oggi utilizzati sul mercato. Una criticità di non poco conto, secondo il giornalista di qz.com, Samanth Subramanian, secondo cui le diverse soluzioni adottate dalle case automobilistiche non faranno altro che rallentare la penetrazione delle auto elettriche.

Una situazione forse sottovalutata negli anni, che però potrebbe avere un impatto negativo sul voto dell’Europarlamento.

Uno spunto di discussione può arrivare dall’accordo raggiunto in Europa proprio in questi giorni sul caricabatterie universale per smartphone, tablet e fotocamere digitali, con 24 mesi di tempo concesso ai produttori per adeguarsi, in particolare ad Apple.

Per far partire davvero il pacchetto “Pronti per il 55% nel 2030” (Fit for 55) bisognerebbe quindi anche affrontare problemi tecnici, come quello dei sistemi di ricarica troppo numerosi e difformi tra loro.

Un unico standard UE, strada possibile?

Esistono almeno cinque tipi diversi di questi sistemi, ognuno con una peculiare sistemazione di poli e prese. Ad esempio, negli Stati Uniti, c’è il CCS Type 2 che ha sette poli contro i cinque del CCS Type 1, impiegati sia da BMW e Ford, che da General Motors e Volkswagen.

Poi c’è il vecchio sistema di ricarica superveloce sviluppato in Giappone, il CHAdeMO, con quattro poli impiegato ancora da Nissan e Mitsubishi, mentre la Tesla ne ha creato uno tutto suo.

In Europa abbiamo quattro tipi di spine elettriche, due per la corrente alternata (CA) che consentono la ricarica fino a 43 kW e due per la corrente continua (CC) che consentono una ricarica veloce fino a 350 kW.

Forse, insieme ad una legge che metta al bando le auto che inquinano e favorisca quelle a zero emissioni, quindi le elettriche, bisognerebbe pensare ad un nuovo accordo proprio relativo ad un unico standard per i sistemi di ricarica, affinché con ogni tipo di auto e in qualsiasi Paese dell’Unione nessun automobilista si trovi in difficoltà.

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