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Reti satellitari-terrestri, Butti: “Sperimentazione in Lombardia fondamentale per eventuali sviluppi”. Soluzione backhauling?

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Il Sottosegretario all’Innovazione tecnologica: “All'esito della gara in corso di svolgimento, si testeranno soluzioni di connettività ibrida rivolte verso sedi del demanio regionale attraverso la simulazione di flussi di traffico per testare la solidità della soluzione architetturale proposta. I risultati della sperimentazione offriranno una base conoscitiva fondamentale per i successivi ed eventuali sviluppi”.

Starlink convitato di pietra. Non è nominato ma è, certamente, l’operatore più pronto ad essere il protagonista della gara, il cui termine per presentare le offerte al progetto è scaduto due giorni fa, il 25 febbraio. La gara è stata avviata di recente dal Dipartimento per la trasformazione digitale, in collaborazione con la regione Lombardia per la copertura delle aree remote della Regione: un bando da 5 milioni di euro complessivi per la sperimentazione di soluzioni di reti ibride satellitari-terrestri per la copertura a banda ultra-larga di aree a difficile connettività. 

Le aree interessate saranno “sedi del demanio regionale”, ha detto il Sottosegretario all’Innovazione tecnologica Alessio Butti a un’interrogazione a risposta immediata in Commissione TLC presentata dal PD con Adrea Casu primo firmatario.

La sperimentazione,”, ha spiegato il Sottosegretario, “mira a testare sul campo le potenzialità delle reti satellitari per la fornitura di backhauling a punti di accesso alla rete localizzati in aree difficili da raggiungere”. Gli aggiudicatari avvieranno, infatti, una sperimentazione finalizzata a testare l’utilizzo di reti space-based per la fornitura di capacità di backhauling satellitare in sinergia con quelle terrestri.

“All’esito della gara in corso di svolgimento”, ha continuato Butti, “si testeranno soluzioni di connettività ibrida rivolte verso sedi del demanio regionale attraverso la simulazione di flussi di traffico per testare la solidità della soluzione architetturale proposta. I risultati della sperimentazione offriranno una base conoscitiva fondamentale per i successivi ed eventuali sviluppi”.

Il progetto pilota in Lombardia

In particolare, il progetto di sperimentazione avviato in collaborazione con la regione Lombardia “potrebbe fornire”, secondo il Sottosegretario, “una valida soluzione alternativa a quella della fibra, riuscendo a raggiungere proprio quei territori – ad esempio quelli montani più remoti – dove la copertura tramite fibra risulta più complessa”.

“La tecnologia satellitare potrebbe, in definitiva”, ha dichiarato Butti, “proporsi in termini di complementarità rispetto alle altre soluzioni tecnologiche disponibili nel rispetto del principio di neutralità tecnologica. Attendiamo quindi gli esiti della procedura di selezione, pubblica e aperta, avviata dal soggetto attuatore designato dalla regione Lombardia”.

Ed è proprio nella direzione di colmare i deficit infrastrutturali del Paese che a dicembre 2024 il Dipartimento per la trasformazione digitale ha sottoscritto una convenzione con Invitalia ed Infratel per affidare a quest’ultima la realizzazione di una rete di backhauling pubblica in fibra nelle oltre 600 aree territoriali che attualmente ne risultano sprovviste. 

Il piano backhauling, attualmente in consultazione pubblica, stanzia 90 milioni di euro per queste opere fondamentali e per assicurare il collegamento di numerosi Comuni italiani “nei quali, in maniera paradossale, la rete secondaria è stata interamente finanziata da risorse pubbliche, ma risulta carente di collegamento alla rete primaria, con ciò vanificando di fatto l’investimento pubblico realizzato”, ha spiegato Butti.

Per essere concreti, Open Fiber, per esempio, ha speso 300 milioni di euro, con proprio budget e non preso dai fondi del piano BUL, per effettuare tutti i “backhauling” nelle aree bianche.

“Anche in questo caso”, ha continuato il Sottosegretario, “il Governo sta ponendo rimedio ai difetti di progettazione degli interventi in reti digitali che hanno caratterizzato le esperienze dei Governi che ci hanno preceduto”.

Le sperimentazioni nel Lazio e in Calabria solo dopo i risultati della Lombardia

“Con riferimento all’eventualità di realizzare anche nel Lazio e in Calabria progetti di sperimentazione analoghi a quello avviato in Lombardia”, ha concluso Butti, “si rappresenta che soltanto a seguito dei risultati di quest’ultimo sarà possibile trarre delle conclusioni circa l’opportunità o meno di replicare progetti sperimentali in altre Regioni”.

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