Proprio nel momento in cui la fame di banda larga mobile richiede un massiccio aumento degli investimenti, l’industria tlc si trova a dover fronteggiare diversi ostacoli che rendono più onerosa e lunga la realizzazione delle infrastrutture. Tra questi ci sono i crescenti costi legati all’acquisto o all’affitto dei terreni sui quali collocare le antenne e le torri di trasmissione, ai quali si aggiunge la diffidenza della popolazione verso le antenne per ragioni di ordine sanitario, estetico o ambientale e le barriere burocratiche che ritardano l’ottenimento dei permessi.
Le spese di locazione per la collocazione dei tralicci, secondo uno studio Strand Consult, rappresentano uno dei maggiori costi operativi per l’industria mobile e, a quanto pare, nessuno tra gli operatori è ancora riuscito a trovare una soluzione per ridurle. Per fare un esempio, per trovare una location adatta, firmare gli accordi necessari e costruire un traliccio possono volerci da 12 a 18 mesi, con un costo che varia tra 100 e 200 mila euro. Le reti mobili sono formate generalmente da 3 mila-5mila antenne. Molti dei tralicci che vediamo in giro, inoltre, non sono solo semplici antenne ma veri e propri hub che collegano le antenne alla rete centrale del gestore mobile.
Capiamo dunque che realizzare una rete mobile è un processo molto lungo e oneroso e che spesso i ritardi nella copertura non sono legati solo agli operatori ma anche a una serie di problematiche che esulano dalla loro portata. Non da ultimo, Strand Consult segnala ad esempio il fatto che molti dei proprietari dei terreni sui quali gli operatori vorrebbero installare le antenne pretendono prezzi al di fuori di ogni logica di mercato e che spesso questi prezzi aumentano del 15-30% l’anno.
Il problema è globale, ma finora solo un paese nel mondo è riuscito a risolverlo. Si tratta della Danimarca, e lo ha fatto seguendo le indicazioni di uno studio Strand Consult che è ora tra i tre finalisti dei premi Telecoms.com 2015 per i servizi agli operatori.
Il rapporto di ‘servizio’, in sostanza, ha portato a un calo del 5-8% dei prezzi di affitto, che si è tradotto in risparmi per milioni di euro per gli operatori danesi e in un notevole miglioramento del livello di copertura.