Il 5G procede a grandi passi verso il suo dispiegamento naturale su tutto il pianeta. Si parte dalle città, per arrivare ai distretti industriali e le aree a maggiore densità di imprese. Al resto dei territori pensa il 4G. L’innovazione, però, non perde un attimo di tempo e di fatto già si guarda con grande attenzione, curiosità e qualche dato alla mano, alle nuove reti del futuro, quelle di sesta generazione, o 6G.
MT @businessoulucom: #6G Flagship programme organised the world’s first #6GSummit with almost 300 participants from 28 countries https://t.co/mBXpz6Gero @6Gflagship @UniOulu #Oulu #Finland
— GoodNewsfromFinland (@goodnewsfinland) May 5, 2019
Dall’Università di Oulu, dal cuore della Finlandia sulle rive del Golfo di Botnia, arriva il primo Libro bianco sul 6G dal titolo: “Key drivers and research challenges for 6G ubiquitous wireless intelligence”. Un whitepaper realizzato a partire da sette temi chiave, dai driver sociali e commerciali alle nuove forme dei device e le più ardite esperienze utente; dall’uso dello spettro nel regime terahertz (THz) alla diffusione finale dell’intelligenza artificiale; dal networking avanzato ai servizi di nuova generazione; fino a nuovi hardware e materiali.
Il documento è frutto del lavoro e del confronto di un primo summit lappone di marzo 2019 proprio sul futuro della rete e in particolare sul 6G, proponendo una lettura che parta dalle sfide prossime, dalla ricerca e gli investimenti, dai temi chiave (di cui molti già elencati) alle strategie industriali.
“Se la ricerca sul 5G sta decisamente maturando ed è in grado di supportare la standardizzazione globale della nuova tecnologia, nostro compito è continuare a misurarci con le nuove sfide poste dall’innovazione e dai mercati, motivo per cui ci stiamo già impegnando a lavorare sul 6G”, ha spiegato il professor Matti Latva-aho, Direttore del programma di ricerca sul 6G all’Università di Oulu, e curatore, assieme al professor Kari Leppänen, del Libro bianco.
“Al cuore del 6G ci sono i dati. Il modo in cui vengono raccolti, elaborati, trasmessi e consumati all’interno delle reti wireless dovrebbe favorire e accelerare lo sviluppo del 6G”, ha precisato Latva-aho.
Diversi gli elementi interessanti che emergono dal documento finlandese: prima di tutto il valore sociale della tecnologia, con grande attenzione alla privacy/proprietà dei dati e alla condivisione e moltiplicazione delle reti all’interno delle città, che d’altronde vedranno aumentare a dismisura i propri abitanti a metà del secolo; poi il graduale abbandono del tradizionale smartphone per accedere ad un nuovo ecosistema digitale, fatto di realtà virtuale/aumentata/mixed, che gli studiosi chiamano “XR”, extended reality; un’intelligenza artificiale distribuita, diffusa, ubiqua ed integrata praticamente a tutto.
”The bottom line of #6G is data. The way in which #data is collected, processed, transmitted and consumed within the #wireless #network should drive #6Gdevelopment.”
— University of Oulu (@UniOulu) September 10, 2019
Download the publication+contribute the 6G Summit March 2020 @6Gflagship @SuomenAkatemia https://t.co/vMuq3Ar9oy
Ovviamente, al seguito del 6G il Libro elenca tutta una serie di novità, tra cui la telepresenza con immagini ad altra risoluzione e crescente capacità di sensing, tecnologie indossabili, mobile robot, droni, reti wireless avanzate ed intelligenti, auto connesse e a guida autonoma, efficienza energetica, basso impatto ambientale.
La forte integrazione che caratterizza 6G ed intelligenza artificiale si ritrova anche nel lavoro di altri centri di ricerca e innovazione, perché a livello mondiale, secondo un Report Mind Commerce (“Sixth generation cellular Report: looking beyond 5G to the 6G technology markets”), i chipset IA potrebbero raggiungere le 240 milioni di unità già entro il 2028, mentre il mercato 6G nel suo complesso (hardware, software, infrastrutture) potrebbe iniziare a valere 4,1 miliardi di dollari entro il 2030.