Oggi il vertice di Governo e maggioranza a Palazzo Chigi ha dato il via libera unanime al percorso individuato fra Cdp e Tim per la costituzione della società che gestirà le infrastrutture della rete unica a banda ultralarga. È quanto apprendono le agenzie di stampa sugli esiti dell’incontro.
Il dossier sulla futura rete unica di telecomunicazioni del Paese ha subìto un’accelerazione negli ultimi giorni da parte del Governo, perché serve una risposta da dare al CdA di TIM, che si terrà lunedì 31 agosto prossimo, quando si darà vita alla società FiberCop da integrare nel progetto nazionale del network della fibra ottica. Così a Palazzo Chigi si è fatto il punto sulla trattativa in corso tra Tim e Cdp sulla costituzione di una società unica della rete di telecomunicazioni: e oggi Governo e maggioranza hanno preso una decisione ufficiale.
All’incontro di oggi a Palazzo Chigi ha partecipato anche l’ad di Cassa depositi e prestiti, Fabrizio Palermo, che ha illustrato i contenuti del Memorandum of understanding (Mou) con Tim. Presenti anche il ministro per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli, quello per l’Innovazione Paola Pisano, alla Giustizia Alfonso Bonafede, alla Cultura Dario Franceschini e alla Sanità Roberto Speranza, con Andrea Orlando (Pd) e Luigi Marattin (Iv).
Le ipotesi per arrivare alla newco della rete unica ultra-broadband
Primo passo per arrivare alla newco della rete unica ultra-broadband sarebbe un ingresso di Cdp nel capitale di FiberCop, ma condizionato all’ok delle Autorità regolatorie. La newco dovrebbe includere per ora solo la rete secondaria di TIM, ma con una governance controllata dalla Cassa, che avrebbe potere di veto sulle decisioni strategiche, e Tim in minoranza nel futuro board. Il passo successivo sarebbe l’ingresso di Open fiber (50% Cdp e 50% Enel) con il conferimento in FiberCop dell’intera rete Tim. Ma le questioni sul tavolo sono ancora molte, a partire dalla valutazioni dei diversi asset che potrebbero entrare in pancia alla nuova società della rete unica di tlc.
L’ipotesi di base è quella di una società per la rete unica nella quale Tim potrebbe mantenere il 50,1%, quindi una maggioranza, ma che avrà una governance ‘terza’. L’obiettivo è quello di ottenere il via libera delle autorità di regolazione europee sul riconoscimento che si tratta di una società “non verticalmente integrata”, in grado quindi di superare i rilievi antitrust e di accedere ai fondi pubblici, come quelli del “recovery fund”.
Patuanelli: “Dialogo Tim-Cdp primo passo verso società reti e tecnologie a governance pubblica“
“Il dialogo tra Tim e Cdp è il primo passo di un percorso verso una società delle reti e delle tecnologie a governance pubblica”. Ad affermarlo, interpellato dall’Adnkronos, è il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli dopo il vertice di oggi. “Percorso – aggiunge Patuanelli – che dovrà essere oggetto di monitoraggio costante da parte del Governo affinché si raggiunga l’obiettivo finale: colmare il gap infrastrutturale del nostro Paese e garantire a cittadini e imprese l’accesso ai servizi digitali”.
TIM e Tiscali firmano accordo commerciale per FiberCop
Nel frattempo, in attesa della nascita di FiberCop, oggi si registra la firma tra TIM e Tiscali di un protocollo d’intesa per il coinvestimento attraverso il veicolo di nuova costituzione, in cui sono previsti il trasferimento della rete secondaria di TIM, la partecipazione del fondo KKR Infrastructure, e le attività in essere in FlashFiber, la joint-venture tra TIM e Fastweb.
TIM e Tiscali, si legge nella nota, hanno sottoscritto un Memorandum of Understanding per definire i termini di una partnership strategica avente ad oggetto lo sviluppo del mercato ultra-broadband attraverso la partecipazione commerciale di Tiscali al progetto di co-investimento FiberCop.
Il progetto consiste, spiegano le due società, in un primo momento, nel razionalizzare la rete di Tiscali creando le condizioni per agevolare la migrazione dei propri clienti sulla rete ultrabroadband di FiberCop. Gli interventi consentiranno inoltre a Tiscali di ridurre in modo consistente i costi di infrastruttura di rete, evitando duplicazioni.
Nel medio-lungo termine e in linea con il piano di sviluppo di FiberCop, l’accordo consentirà a Tiscali di attivare sulla rete di nuova costituzione una quota significativa dei propri accessi.
Solo in un secondo momento Tiscali valuterà di entrare nell’azionariato di FiberCop
TIM e Tiscali, inoltre, verificheranno successivamente, nel pieno rispetto dei diritti e delle prerogative riconosciute ai soci in virtù della disciplina statutaria e delle eventuali previsioni parasociali, la possibilità di un eventuale ingresso di Tiscali nell’azionariato di FiberCop attraverso il conferimento di apposito ramo d’azienda, secondo modalità da concordarsi. Quindi, è stata smentita la voce secondo cui Tiscali sarebbe stata da subito pronta a “rilevare una piccola quota della rete secondaria – FiberCop”.