La lettera del Governo al Cda di Enel sulla strategicità della rete unica “ci rafforza sulla nostra decisione di fare Open Fiber perché se non ci fosse stata Open Fiber non ci sarebbe neanche da parlare di rete unica. Ci sarebbe già una rete unica, quella che avevamo prima, e non porterebbe fibra da nessuna parte”. L’amministratore delegato di Enel Francesco Starace ha così risposto in conferenza stampa a chi gli chiede se la lettera del Governo possa influire sulla riflessione in corso in relazione all’offerta del Fondo Macquarie sul 50% detenuto dalla società elettrica in Open Fiber. Starace non esclude la vendita, ma i tempi potrebbero essere lunghi.
“Che sia un bene per noi uscire o no” da Open Fiber, “forse sì, se il prezzo è giusto e le condizioni sono quelle giuste, perché no?”, ha detto. “Noi vediamo generazione di valore quando la nostra attivita’ non e’ piu’ giustificata. Si puo’ dibattere se questo sia il caso di Open Fiber. Noi crediamo che sia una buona opportunita’ di valore. Se dovessimo decidere di vendere, venderemmo subito, venderemmo e basta”, ha detto Starace. “Non capisco cosa potrebbe significare una vendita parziale. Abbiamo sempre detto che ad un certo punto la nostra missione si sarebbe conclusa e avremmo monetizzato il valore generato. Open Fiber ha generato un valore enorme. Senza Open Fiber, l’Italia sarebbe all’ultimo posto della classifica europea. Ecco perche’ tutti parlano di Open Fiber, perche’ ha fatto una cosa incredibile”.
Starace, Open Fiber leva per il digitale
“Il fatto di aver fatto partire Open Fiber ha fatto muovere anche l’Italia nel campo del digitale – ha aggiunto Starace – e siamo contenti che sfoci in una rete unica nuova, che sia aperta a tutti e non abbia un controllo verticalmente integrato nelle mani dell’operatore incombente come la lettera dei ministri ha sottolineato. Quindi ci ha confermato che avevamo fatto bene a fare quello che avevamo fatto e a facilitare questo percorso”.
Questa la replica di Starace alla missiva sulla rete unica ricevuta ieri dai ministri dell’Economia Roberto Gualtieri e dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli. “Il governo – dice la lettera – valuta con favore il progetto, che ha una forte importanza per il Paese, e “auspica” che la società, nell’ambito della propria autonomia, possa “contribuire al successo”.
Pressing irrituale del Governo
La lettera inviata dai due ministri era arrivata, in modo irrituale – come già avvenuto lo scorso 4 agosto in occasione del Cda di TIM – alla vigilia della presentazione del Piano industriale 2021-24 di Enel e appare un garbato pressing sul progetto che punta a coinvolgere la controllata Open Fiber e il fondo Macquarie (che dovrebbe acquistarne delle quote) alla creazione della rete unica con Tim. “Nell’attuale situazione di emergenza sanitaria – si legge in un passaggio della lettera – tale obbiettivo risulta quanto mai urgente e non rinviabile”. La lettera, che ha toni alquanto perentori, mette in risalto da subito l’importanza del progetto per il Governo. “In relazione alla valutazione delle offerte di acquisto della quota di Enel in Open Fiber – scrivono i due ministri – il Governo auspica che codesta società, nel perseguimento dell’interesse aziendale, consideri la rilevanza strategica per il Paese del progetto di costituzione della cosiddetta “rete unica” nazionale, ossia di una rete integrata, aperta all’accesso ed al coinvestimento di tutti gli operatori di mercato interessati”.
“Il Governo ritiene che tale progetto – prosegue la lettera – sia la base di partenza per consentire l’ottimizzazione ed il potenziamento degli investimenti di infrastrutturazione in fibra ottica, accelerando la transizione tecnologica del Paese, in coerenza con gli obiettivi delineati nel piano Next Generation EU, e assicurando così, quanto prima, a cittadini ed imprese un accesso efficace, efficiente, sicuro e paritario ai servizi pubblici”. “In considerazione di tali auspicate ricadute, che consideriamo estremamente positive per il Paese – concludono i due ministri – il Governo, come più volte pubblicamente manifestato, valuta con favore la creazione della società della cosiddetta “rete unica” – purché, come comunicato al mercato alla fine dello scorso mese di agosto dai soggetti promotori, sia garantita l’indipendenza e la terzietà – ed auspica che, nell’ambito della propria autonomia decisionale, le scelte di codesta società contribuiscano al successo di un progetto di cruciale importanza economica e sociale per il Paese, con la piena consapevolezza, da parte di chiunque dovesse acquistare, degli obiettivi sopra delineati”.