Tanto tuonò che piovve. Da settimane si susseguono voci forti e chiare sullo scontro fra diverse visioni del progetto rete unica. Slittano i tempi per il progetto rete unica targato CDP-Open Fiber. Oggi Tim ha reso noto, evidentemente su delega degli altri partner, in un comunicato che “a seguito di una richiesta di aggiornamento sullo stato di attuazione del Memorandum of Understanding relativo al progetto di integrazione tra le reti di TIM e Open Fiber, sottoscritto nello scorso mese di maggio:
• CDP Equity, Macquarie e Open Fiber hanno comunicato che il processo di valutazione attualmente in corso, data l’ampiezza della transazione e il tempo necessario ad analizzare tutta l’informazione ricevuta da TIM, richiede un’estensione della timeline indicativa originariamente discussa, e si sono detti pronti a ridiscuterla;
• KKR ha dal canto suo confermato di voler restare allineata con TIM nella discussione sul MoU.
Le parti s’incontreranno in settimana”.
Il rinvio del memorandum era nell’aria
Il rinvio del memorandum per la rete Tim, siglato a maggio e in scadenza il 31 ottobre, era nell’aria. Anche se la scorsa settimana era trapelata la notizia di un’offerta informale di 15 miliardi da parte di CDP. Da quel momento il titolo ha cominciato a scendere vertiginosamente. Una conferma che i mercati internazionali non gradiscono il progetto proposto. Oggi il titolo Tim ha ceduto il 2,99% chiudendo a 0,18 euro. A questo punto, le parti in causa hanno deciso, ragionevolmente, di attendere l’insediamento del nuovo Governo per verificare la presenza o meno del sostegno politico al progetto. Un sostegno messo in forte dubbio dal piano alternativo di FdI, denominato Progetto Minerva, che prevede la permanenza della rete Tim nel perimetro aziendale, la cui maggioranza andrebbe in capo a CDP a fronte dello scorporo di tutti i servizi.
Vedremo a questo punto quali nuove determinazioni scaturiranno dall’incontro fra le parti fissato in settimana.
Non è da escludere che il progetto rete unica targato CDP-Open Fiber a questo punto finisca direttamente in soffitta.
A pesare sulle sorti del progetto rete unica targato CDP-Open Fiber in primo luogo la distanza abissale fra la valutazione di Vivendi per la rete Tim (31-34 miliardi di euro) e Cdp (disposta a pagare non più di 20 miliardi). Inoltre, ha pesato su ogni altra cosa il mancato appoggio del nuovo governo di centro destra.