Sempre più incerto il futuro della rete unica, un’incertezza che pesa sul titolo Tim in borsa, che oggi intorno a metà seduta cede il 3,87% a Piazza Affari a 20 centesimi. Eppure, nel weekend diversi articoli di stampa avevano rilanciato il progetto di rete unica, che a settembre secondo il MoU siglato a maggio da Open Fiber, Tim e Cdp dovrebbe tradursi in una prima offerta non vincolante di Open Fiber per la rete Tim.
Ma il mercato non sembra convinto della fattibilità del progetto, nonostante la volata del Governo Draghi favorevole alla fusione in un’unica rete fra le due società, ribadita dal ministro dell’Innovazione e della Trasformazione Digitale Vittorio Colao in un’intervista a Milano Finanza a margine del Forum Ambrosetti (scarica l’intervista video Forum Ambrosetti – Colao: rete nazionale può essere pubblica Dal minuto 6,50 al minuto 9 le parole del ministro Colao sulla rete unica).
Leggi anche: Tim-Open Fiber, firmato il nuovo memorandum: 5 mesi per la rete unica controllata da Cdp
Le voci del weekend
L’offerta non vincolante di Open Fiber per la rete Tim (NetCo) dovrebbe arrivare entro metà settembre, comunque prima delle elezioni fissate il 25 del mese. Secondo la Verità, il Cda dell’operatore controllato da Cdp (60%) e Macquarie (40%) starebbe valutando un’offerta compresa fra 16 e 18 miliardi, tutto compreso fra debiti e attivi. Una cifra di ben 13 miliardi inferiore alle stime sul valore della rete Tim avanzate da Vivendi, primo azionista di Tim con il 23,75%. Il gruppo francese, in Tim da 7 anni, ha visto il titolo della compagnia passare da circa un euro ai 20 centesimi attuali e non vuole restare con il cerino in mano.
Secondo Milano Finanza, l’offerta di Open Fiber per la rete Tim potrebbe arrivare fino a 24 miliardi complessivi (12-13 miliardi il valore della rete, più 11 miliardi di debito). Si tratta sempre di una cifra lontana dalle richieste dell’azionista francese.
Leggi anche: Tim, verso NetCo 21mila dipendenti e debito per 10-11 miliardi?
Rete unica, cosa farà il nuovo Governo?
Tutti questi discorsi al netto della posizione che assumerà in materia il prossimo governo che uscirà dalle urne il 25 settembre. Se, come sostengono i sondaggi, a vincere sarà il centrodestra guidato da Giorgia Meloni il dossier della rete unica potrebbe cambiare, con un ribaltamento che potrebbe vedere Tim come pivot dell’operazione. Ma differenze di vedute ci sarebbero anche all’interno dello stesso partito di Giorgia Meloni.
Vedremo.
Leggi anche: Butti (FdI): “Ecco perché la rete deve essere controllata da CDP e in capo a TIM”