Oggi e domani una ventina tra operatori e associazioni di settore saranno auditi presso il MiSE sul tema della Banda Ultralarga. Anzi le audizioni sono già in corso da qualche ora. In effetti il dubbio è se il tema sia effettivamente questo o non sia invece quello della rete unica. Sono infatti due cose diverse.
Il parlamento chiede la costituzione del tavolo con gli operatori tlc
E si, perché le sollecitazioni ad attivare un tavolo di confronto sul tema erano già emerse in occasione della mozione sulla rete unica sollecitata nel luglio scorso da Fratelli d’Italia (a firma Giorgia Meloni e Alessio Butti) ed approvata dal Parlamento il 16 dello stesso mese, con le migliorie del conseguente dibattito e dell’ottimo intervento del Sottosegretario Gian Paolo Manzella.
La richiesta era molto semplice: attivare un tavolo con tutti gli operatori e mettere a confronto le opinioni e le strategie di tutti sul tema.
Essendo trascorsi inutilmente molti mesi, una settimana fa era anche intervenuto autorevolmente a reiterare la richiesta Graziano Del Rio, presidente del gruppo PD alla Camera dei Deputati (immediatamente seguito da Marianna Madia, responsabile del digitale per il PD e dallo stesso sottosegretario Gian Paolo Manzella), riprendendo i termini della mozione approvata nello scorso luglio e sollecitando il governo alla convocazione degli operatori.
Per la Rete unica occorre trasparenza e il rispetto per i soldi pubblici
E il governo cosa fa?
Ieri mattina decide di convocare gli operatori nei due giorni successivi (oggi 16 dicembre e domani 17 dicembre), con incontri one-to-one della durata massima di 30-minuti-30.
Ma come, non doveva essere un tavolo?
I tavoli di lavoro hanno precise regole.
Innanzitutto servono a fare chiarezza attraverso il confronto. Prevedono molte sessioni, la costituzione di gruppi di lavoro, confronto aperto in modo che ciascuno possa ascoltare dalla viva voce le posizioni degli altri, la stesura di documenti, che in questo caso dovrebbero essere consegnati step-by-step al Parlamento che aveva sollecitato la costituzione del tavolo di lavoro (evitando ci consegnare un documento chiuso alla fine di tutto, perché non è un atto formale ma sostanziale).
Invece no. Non è un tavolo e forse neanche uno sgabello.
È una stanca liturgia formale che non aggiunge nulla di nuovo. E si, perché in effetti quello che accade in queste ore è semplicemente un doppione di quanto già accaduto con le convocazioni degli scorsi mesi dei principali operatori, chiamati rispettivamente presso il MiSE, presso il MEF e anche presso Cassa Depositi e Prestiti.
E allora perché questo doppione di convocazioni già avvenute?
Perché non convocare un vero tavolo di lavoro?
Perché questa fretta compulsiva negli ultimi giorni utili, di fatto, prima della chiusura d’anno?
O perché un atto inutile che è un doppione di un copione inefficace già visto?
I prossimi giorni ci aiuteranno a capire meglio.