Cambio di controllo in vista in Open Fiber, con CDP che sta per notificare la sua salita al 60% nell’azienda dopo l’uscita di Enel. Ed è per questo che Fratelli d’Italia con Alessio Butti, responsabile Tlc di FdI, e Carlo Fidanza, Capodelegazione al Parlamento Europeo di Conservatori e riformisti europei (FdI-ECR), hanno inviato una lettera a Margrethe Vestager, vice presidente della Commissione Ue, titolare della Concorrenza, per chiedere il suo intervento chiarificatore sul doppio ruolo di CDP, in quando azionista di TIM e Open Fiber, in difesa del mercato e dei consumatori. La compresenza di CDP nel capitale di TIM e Open Fiber preoccupa FdI. Appello alla Vestager: ‘CDP esca da TIM’.
Impatti di natura anticoncorrenziale
“Abbiamo letto sulla stampa italiana che Cassa Depositi e Prestiti (CDP), attraverso CDP Equity (CDPE), e il fondo MIRA (Macquarie) nei prossimi giorni dovrebbero notificare formalmente a Bruxelles il cambio di controllo di Open Fiber.
Al closing dell’operazione CDPE salirà dal 50% al 60% e MIRA acquisirà il restante 40% a fronte della vendita del 50% dell’Enel.
Non le nascondiamo le nostre forti perplessità per gli impatti di natura anticoncorrenziale che questa operazione potrebbe avere sul mercato italiano e quindi per i consumatori e le imprese italiane”, si legge nella missiva.
Delicatissima posizione di CDP azionista di TIM e Open Fiber
È evidente, prosegue la missiva, “la delicatissima posizione di CDP che è contemporaneamente azionista di rilievo nelle due società concorrenti, TIM e Open Fiber, e siede nei Consigli di Amministrazione di entrambe, avendo quindi accesso a tutte le informazioni di qualsiasi natura e ai piani strategici e commerciali delle due società tra loro concorrenti”. CDP è il secondo azionista di TIM con il 9,81% e il suo Presidente (Giovanni Gorno Tempini ndr) è nel Consiglio di Amministrazione di TIM ed è stato eletto nella lista di maggioranza presentata dal Consiglio di Amministrazione stesso, che è stata votata assieme a Vivendi, che è a sua volta il principale azionista di TIM con circa il 24%.
“In realtà CDP ha una influenza e potere ben maggiore del suo 10%” sostengono gli esponenti di FdI.
TIM non farebbe nulla senza placet di CDP. Che succede per le gare delle Aree Grigie?
“L’ attuale management di TIM non farebbe nulla senza l’approvazione di CDP, come ad esempio nel caso della partecipazione alle gare per le Aree Grigie. La presenza azionaria di CDP è in questo momento fondamentale per TIM e per la stabilità del suo assetto azionario. Di fatto tranquillizza il mercato finanziario sul continuo supporto del governo all’incumbent italiano.
D’altra parte lo stesso management di TIM si è espresso più volte in questo senso, con gli analisti finanziari, affermando che l’uscita di Enel è solo uno step intermedio che faciliterà ora la realizzazione della rete unica in capo alla stessa.
Le nostre preoccupazioni in particolare sono che CDP possa coordinare in qualsiasi modo le attività di TIM e Open Fiber in maniera anti-competitiva, facendo un danno alla competizione e agli interessi dei consumatori”, prosegue la missiva.
Fondi PNRR, come si comporteranno TIM e Open Fiber?
A preoccupare FdI è la presenza contemporanea di CDP in TIM e Open Fiber che rischia di falsare la concorrenza nell’assegnazione dei fondi del PNRR in occasione delle gare per le Aree Grigie. “Tra qualche mese il governo italiano, per completare la copertura di reti ad alta velocità nel nostro Paese, metterà a gara le Aree Grigie grazie ai fondi messi a disposizione dall’Europa – prosegue la lettera – Come si comporteranno TIM e Open Fiber? Quali saranno le indicazioni che CDP darà alle due aziende? Potranno continuare a competere o dovranno fare degli accordi o dei consorzi? Ci sarà una spartizione delle aree?”. Tutte questioni di primaria importanza in sede di gara per la tutela della corretta competizione sul mercato.
Le proposte di FdI-ECR: ‘CDP esca da TIM e stop progetto rete unica’
FdI ed ECR ritengono che una eventuale approvazione dell’operazione da parte dell’Antitrust europeo debba essere vincolato:
1) All’uscita di CDP dall’ azionariato di TIM;
2) All’ uscita del rappresentante di CDP dal Board di TIM;
3) all’impegno di CDP di non proseguire con il progetto di rete unica, se verticalmente integrata, anche in futuro.
Nuova ri-monopolizzazione inaccettabile
“D’ altra parte l’Antitrust europeo ha sempre la possibilità di utilizzare in parallelo l’articolo 101 ed aprire una investigazione per valutare se esistono già delle intese anti-competitive. Il nostro partito, Fratelli d’Italia ed ECR, confida nella competenza europea a difesa della concorrenza e tutela dei consumatori italiani – chiude – Non possiamo permetterci, se vogliamo che il Paese cresca e sia più competitivo, una nuova ri-monopolizzazione del settore e far venire meno la concorrenza infrastrutturale che ha permesso di aumentare significativamente gli investimenti, portando benefici sia ai consumatori che alle imprese italiane”. Un elemento da considerare, e che sicuramente non avrà un peso trascurabile nella valutazione europea, è rappresentato dai patti parasociali tra Cdp e Macquarie (che la Digit Comp chiederà in fase di notifica) e che dovrebbero dare, secondo i rumor emersi finora, rilevanti poteri di governance al fondo. Macquarie dovrebbe esprimere il gradimento sul presidente e nominare il Cfo.
E’ in corso il dialogo, a livello informale e ancora in fase di prenotifica, tra Cdp e Bruxelles sull’operazione Open Fiber in attesa della vera e propria notifica sul riassetto azionario della società della fibra. Al closing, previsto entro l’ultimo trimestre dell’anno, il fondo australiano Macquarie entrerà al posto di Enel nell’azionariato di OF e Cdp Equity salirà dal 50% al 60% della società. Sull’operazione dovrà esprimersi anche il comitato sul golden power.
Scarica la lettera in PDF inviata da FdI a Margrethe Vestager