“Se risponde al vero che in caso di disaccordo nella nuova società della ‘rete unica’ AccessCo, Tim potrà procedere alla nomina dell’amministratore delegato unilateralmente, senza tenere conto del parere di Cdp, saremmo di fronte alla più forte conferma che non c’è alcuna indipendenza, alcuna terzietà del nuovo soggetto. Una conferma che si unisce anche ad altri elementi molto chiari: Tim nel nuovo Cda avrebbe comunque più consiglieri di Cdp, Tim sarà il fornitore unico della nuova società per qualsiasi tipo di servizio (è scritto nel piano Fibercop), Tim mantiene comunque la proprietà della rete”. Lo scrive su Facebook il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi.
‘Fa bene Enel a mantenersi prudente’
“Non siamo, quindi, di fronte alla nascita– prosegue Anzaldi- di una rete unica pubblica, aperta a tutti gli operatori a pari condizioni, autonoma dall’ex monopolista, ma quello che sta prendendo forma è sostanzialmente un salvataggio di Tim per rendere sostenibile il suo debito. Fa bene l’Enel a mantenersi prudente: c’è il rischio che tutti i progressi fatti in questi anni grazie a Open Fiber vengano vanificati, c’è il rischio di creare un danno agli investimenti pubblici per salvare un’azienda privata. Anche perché, visti i tempi lunghe e le incertezze sulle autorizzazioni delle Authority italiane ed europee, la strada più rapida per portare la fibra a tutti resta il progetto di Enel. O forse l’obiettivo di qualcuno è esattamente impedire che Open Fiber porti a termine la sua missione?”.