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Rete Unica. 10 domande a CDP su Open Fiber

Il vice presidente della Banca Europea per gli Investimenti, Dario Scannapieco, oggi durante la Conferenza internazionale sugli 'Investimenti di lungo termine nell'eta' della globalizzazione', all'Accademia dei Lincei a Roma. ANSA / ETTORE FERRARI / FRR

Visto che Open Fiber non ha mai replicato a nessuno dei nostri articoli sempre e solo basati su fatti e dati oggettivi e non su insinuazioni, illazioni o ricostruzioni inventate, tesi che alcuni giornali tentano di accreditare, senza alcun fondamento, poniamo allora 10 domande a CDP nella speranza che almeno questa volta ci risponda.

Il disastroso Piano industriale di Open Fiber

DOMANDA #1. È vero che Open Fiber non rispetta i target del proprio Piano industriale per il 2022 in termini di realizzazioni di unità immobiliari nelle Aree bianche e nere?

È vero che l’anno 2022 si chiuderà con il numero di unità immobiliari FTTH realizzate, in cui il servizio è attivabile, più basso di sempre? Per il 2022 nelle Aree bianche erano previste 1,8 milioni di unità immobiliari FTTH incrementali, dove il servizio è attivabile, e alla fine di ottobre 2022 risulta che ne siano state realizzate solo 595.424, con una media di circa 50 mila unità immobiliari al mese. Per il 2022 nelle Aree nere erano previste 1,1 milioni di unità immobiliari FTTH incrementali, dove il servizio è attivabile, e alla fine di settembre 2022 risulta che ne siano state realizzate poco più di 300 mila.

L’emendamento galeotto

DOMANDA #2. È vero che Open Fiber ha sollecitato l’emendamento di un parlamentare del PD teso a bypassare il Codice degli appalti, emendamento che poi è stato fatto passare sottotraccia nel Decreto Ucraina/Energia?

L’accordo con TIM

DOMANDA #3. È vero che nell’accordo con TIM per l’acquisto di infrastrutture di posa, di cui l’azienda ha dato comunicazione il 13 maggio scorsoOpen Fiber si “è obbligata” ad acquistare 10.000 km di infrastrutture che fanno parte di un mercato regolato? E di conseguenza si è fatto un favore a TIM garantendole un ricavo certo?

Il caso del CTO-Avatar

DOMANDA #4. È vero che il “reale” CTO di Open Fiber è stato per mesi, e forse lo è ancora, un consulente esterno dirigente apicale del maggior fornitore IT di Open Fiber e che ha lavorato in passato per anni in Cobra Antifurti società nella quale Mario Rossetti, attuale capo azienda di Open Fiber, era Amministratore Delegato?

Le porte girevoli: da MiSE a Open Fiber

DOMANDA #5. È vero che Open Fiber ha assunto un collaboratore di Anna Ascaniex Sottosegretario alle Telecomunicazioni al MiSE ed attuale Vice Presidente del PD, appena finita l’esperienza ministeriale (revolving doors)? Ricordiamo che il MiSE (oggi Ministero delle Imprese e del Made in Italy) tramite Infratel è deputata al controllo delle attività inerenti alla concessione di Open Fiber. Ci chiediamo, quindi, quando questo dipendente lavorava per il Ministero agiva nell’interesse del MiSE o di Open Fiber che lo ha assunto pochi giorni dopo la fine del suo mandato?

Avvocato in condivisione?

DOMANDA #6. È vero che l’Avvocato Nico Moravia dello studio Freshfields Bruckhaus Deringer, come riportato dalla stampa, è stato consulente del Ministro Vittorio Colao per la redazione della gara sulle Aree grigie e consulente di Open Fiber, che ha successivamente vinto le gare stesse?

La fuga dei manager, tra dimissioni e licenziamenti

DOMANDA #7. E’ vero che dall’arrivo di Mario Rossetti alla guida dell’azienda c’è stato un esodo che ha coinvolto i seguenti manager apicali tutti in disaccordo con l’amministratore delegato, il suo piano industriale ed il suo modo di gestire l’azienda: 1) l’Amministratore delegato del consorzio Open Fiber Network Solutions, 2) Responsabile del marketing e del commerciale, 3) Responsabile della rete, 4) Responsabile degli acquisti e del business development,  5)  Responsabile dell’IT, 6) Responsabile delle Investor Relations, 7) Responsabile del Customer Service Management, 8) Responsabile delle Relazioni con i Media, 9) Responsabile del Procurement, 10) Responsabile degli Affari Legali e Concessioni Infratel, 11) Responsabile del CEO Office. 

Il consorzio inconcludente 

DOMANDA #8. È vero che la gestione del Consorzio Open Fiber Network Solutions è fallimentare e che l’amministratore delegato è stato appena sostituito dopo due mesi con un altro manager interno e che già dopo poche settimane sono già a lavoro head hunters per trovarne un altro più idoneo? È vero che il Consorzio anziché portare forza lavoro aggiuntiva sta cercando di sottrarla agli attuali fornitori interagendo direttamente con i loro subappalti?

Detenuti scavatori?

DOMANDA #9. È vero che Mario Rossetti ha proposto per recuperare i ritardi di Open Fiber di far lavorare i detenuti per i lavori di scavo, ritenendo che l’azienda potesse averne anche una convenienza economica, ma che, nonostante inutili riunioni e perdite di tempo, dopo un anno ad oggi non c’è un solo detenuto che lavora per Open Fiber?

Con quali criteri CDP valuta l’operato delle proprie aziende?

DOMANDA #10. Non ritiene quindi CDP che sia arrivato il momento di avere una discontinuità al vertice di Open Fiber? Perché CDP continua a difendere l’attuale vertice della sua controllata Open Fiber (l’AD Mario Rossetti e la presidente Barbara Marinali), nonostante i disastrosi risultati? Quale risultato oggettivo può esibire a difesa del loro operato?

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