Non sono piaciute a Vivendi le dichiarazioni dell’ad di Tim Pietro Labriola, che in una intervista rilasciata a Bloomberg Tv ha ribadito che il piano di cessione della rete è stato approvato lo scorso mese di luglio 2022 all’unanimità dal Cda, con il placet dei Francesi che ne facevano ancora parte.
Labriola ha detto che, anche se “qualcosa è cambiato per Vivendi” da allora, “non esiste un piano alternativo” all’operazione con Kkr.
NetCo, per Vivendi piano approvato a date condizioni
Ma, secondo quanto riportano MF-Milano Finanza e Il Sole 24 Ore da fonti vicine a Vivendi, il piano era stato approvato solo ad alcune condizioni di prezzo, sostenibilità della ServiceCo e passaggio in assemblea.
ServiceCo su cui secondo il piano aziendale di Tim graverebbe un debito superiore a 6 miliardi di euro, a fronte di 18milia dipendenti. Numeri importanti, sulla cui sostenibilità non tutti sono convinti, a partire dai sindacati e dal primo socio francese.
Richieste poi non mantenute che i Francesi avevano indicato in una lettera prima del Cda di luglio 2022, in cui avevano fissato il prezzo per la cessione intorno ai 30 miliardi di euro.
Inoltre il dialogo tra Labriola e il primo socio di Tim con il 23,75% si sarebbe molto raffreddato negli ultimi mesi. L’ultimo incontro a Parigi risalirebbe a luglio. Altre due volte, poi, sarebbero state inviate delle richieste di incontro da parte della società agli azionisti negli scorsi mesi, ma cadute nel vuoto.
Causa inevitabile
In queste condizioni inevitabile quindi la causa in tribunale. Tanto che il deposito del ricorso è atteso nel mese di dicembre, forse già durante la prossima settimana.
Secondo la Reuters, i legali di Vivendi stanno continuando a lavorare sul ricorso contro la decisione di TIM di vendere la rete fissa del gruppo. Lo dicono due fonti a conoscenza della situazione, aggiungendo che il ricorso sarà presentato entro dicembre.
Nell’intervista a Bloomberg Tv Labriola ha insistito sulle potenzialità della ServCo descritta come una holding che ha in pancia Tim Brasil (per cui ha ribadito che non si contempla nessuna vendita), la divisione Enterprise che vende connettività, cloud e cibersecurity alla Pa e poi la divisione Consumer che e la parte “più ardua” come del resto hanno problemi per la scarsa marginalità le altre telco europee ma che ha comunque un grosso portfolio. E con un consolidamento in vista in Italia e in Europa fusioni e acquisizioni sono “sul radar” della compagnia, ha aggiunto Labriola, secondo cui la società è alla ricerca di opzioni per la sua unità Consumer dove “sarebbe un acquirente, non un venditore”.