E se CDP non facesse la contro offerta per la rete Tim che un po’ tutti si aspettano? Che succederebbe?
Un Cda straordinario di Cassa Depositi e Prestiti per discutere della contro proposta per la NetCo è in programma per domenica prossima. Da tempo il mercato scommette su questa tanto attesa proposta di Via Goito, che secondo le varie ricostruzioni circolate in questi giorni dovrebbe arrivare in tandem con il fondo australiano Macquarie (socio della Cassa in Open Fiber al 40%).
Quasi per scontata è stata data la contro offerta da parte del Cda di Tim e dell’ad Pietro Labriola, che l’ha lasciato intendere indirettamente anche due giorni fa in conference call con gli analisti nel giorno di presentazione del bilancio.
Ma se la contro offerta di CDP non arrivasse cosa significherebbe? Che valore dare a questa circostanza mancata?
In primo luogo, che il MEF non ha dato il via libera alla contro offerta: vuoi per mancanza di mezzi, vuoi perché l’offerta non vincolante di KKR è giudicata troppo alta e quindi proibitiva.
A questo punto, il Consiglio di Tim dovrebbe discutere della sola offerta non vincolante avanzata da KKR al Cda del 24 febbraio prossimo. Ma non è escluso che in assenza dell’offerta di CDP, anche quella di KKR si sgonfierebbe a sua volta.
Il Cda di Tim potrebbe rifiutare l’offerta di KKR, se fosse l’unica sul tavolo? E potrebbe rifiutarla ancora una volta, dopo il nulla di fatto di fine 2021?
Difficile prevederlo. Ma un secondo rifiuto sembra obiettivamente difficile da immaginare. Come pure sarebbe altrettanto difficile immaginare la cessione della rete per mancanza di un’offerta concorrente.
Fatto sta che magari la contro offerta di CDP non arriverà e che il Cda di Tim, in tal caso, dovrà fare i conti con questo nuovo scenario e con la sola offerta di KKR, che difficilmente sarà legittimata.
Detto ciò, in tal caso è inevitabile che la palla torni alla politica.
Leggi anche: TIM, piano industriale 2023-2025 punta a copertura 48% in FTTH entro il 2025. Ma lo switch off del rame?
Tim, ricavi annui sopra la guidance. Cresce di 3,2 miliardi il debito netto a 25,4 miliardi