“La residua frammentazione delle norme e dei settori a livello nazionale ostacola in modo cruciale il passo finale verso un mercato unico delle comunicazioni elettroniche”. E’ quanto si legge nel rapporto sul Mercato unico preparato dall’ex premier Enrico Letta, secondo cui nonostante l’attuazione del “Regolamento sul mercato unico delle telecomunicazioni”, che ha introdotto il “paradigma Internet aperto”, l’UE comprende ancora, attualmente, 27 distinti mercati nazionali delle comunicazioni elettroniche. “Questa persistente frammentazione ostacola la portata e la crescita degli operatori paneuropei, limitando la loro capacità di investire, innovare e competere con le loro controparti globali”. La scala della disparità è netta: in media in Europa un operatore serve soltanto 5 milioni di abbonati, rispetto ai 107 milioni negli Stati Uniti e a l’incredibile cifra di 467 milioni in Cina. Inoltre, in Europa gli investimenti nelle telecomunicazioni mostrano livelli pro capite in base al PIL pari a 104 euro, rispetto a 260 euro in Giappone, 150 euro negli Stati Uniti e 110 euro in Cina.
Un report che è stato rilanciato su Linkedin anche dall’ad di Tim Pietro Labriola:
Ritardi del 5G, manca una politica armonica dello spettro
“L’attuale ritardo nella diffusione del 5G nell’Unione Europea solleva notevoli preoccupazioni, con conseguenze che vanno ben oltre il settore delle telecomunicazioni in sé, perché un ritardo nell’introduzione avrà un impatto negativo diffuso su tutti i settori dell’economia: le politiche in materia di banda radio deve essere molto più unificata per avere un mercato unico efficace”. Lo si legge nella relazione sul Mercato unico, che l’ex premier italiano Enrico Letta presenta oggi ai leader durante il Consiglio europeo.
“Sebbene si tratti di una questione critica per gli Stati membri, legata anche ad aree di interesse nazionale come, ad esempio, la difesa nazionale, è di fondamentale importanza per il settore industriale europeo mantenere la leadership tecnologica e l’eccellenza dello stato dell’arte che ancora conserva, nonostante la difficile sostenibilità economica sostenuta dagli operatori di telecomunicazioni in Europa”, continua il testo che l’attuale direttore dell’istituto Jaques Delors ha redatto sotto incarico della presidenza belga di turno del Consiglio Ue.
Report Letta: entro il 2027 unificare politica spettro radio
“Entro il 2027, unificare la politica dello spettro radio per sostenere l’effettivo sviluppo di un mercato unico delle comunicazioni elettroniche, concentrandosi sulla diffusione del 5G e sulle tecnologie future”. Lo si legge nel rapporto sul Mercato unico preparato dall’ex premier Enrico Letta.
Report Letta: entro il 2024 consolidare legge infrastrutture gigabit
Entro il 2024, “consolidare la legge sulle infrastrutture Gigabit per eliminare gli oneri amministrativi che ostacolano la diffusione delle reti. Fornire ulteriori indicazioni sulle regole di neutralità della rete per tenere conto di casi d’uso innovativi come la suddivisione della rete 5G”. Lo si legge nel rapporto sul Mercato unico preparato dall’ex premier Enrico Letta.
La roadmap dello spettro al 2027. L’analisi del report
L’Europa ha ceduto la propria leadership nel settore delle telecomunicazioni all’inizio degli anni 2000, periodo in cui vantava alcune delle più grandi e robuste società di telecomunicazioni, si legge nel rapporto, che ricorda i fasti europei del 3G. Ora è tutto cambiato e per riprendere slancio sarà necessario implementare la “connettività mobile 5G/6G potenziata dall’intelligenza artificiale (AI) e da soluzioni cloud”.
I vantaggi della piena implementazione del 5G in Europa
sono stimati in oltre 250 miliardi di euro aggregati in una serie di settori verticali e servizi pubblici. Le generazioni successive di reti mobili, come il 6G, rappresenteranno un’evoluzione senza soluzione di continuità dalla quinta generazione, senza interruzioni significative previste per il futuro della telefonia mobile comunicazioni.
“Tuttavia, l’attuale ritardo nella diffusione del 5G nell’Unione Europea è significativo e preoccupante, con conseguenze che vanno ben oltre il settore delle telecomunicazioni stesso perché un’implementazione ritardata avrà un impatto negativo diffuso su tutti i settori dell’economia.
L’Europa deve sfruttare i punti di forza di un mercato unificato delle telecomunicazioni e dare priorità all’incentivazione degli investimenti necessari per colmare la sua crescente connettività divario di investimenti. Decisioni politiche coerenti devono essere prese soprattutto a livello europeo riguardante il quadro normativo più ampio essenziale per sostenere lo sviluppo del 5G”, si legge.
Rapporto Letta, banda 6Ghz alle comunicazioni mobili (leggi WiFi)
Ciò è particolarmente rilevante in quanto le discussioni si svolgono al Conferenza radiofonica mondiale sull’assegnazione della banda superiore dei 6 GHz (6425-7125 MHz) ai servizi IMT. “L’assegnazione di questa banda per l’uso dell’IMT è fondamentale per facilitare le alte prestazioni e lo sviluppo della qualità dei servizi 5G, che, a sua volta, getterà le basi per il 6G tecnologie”.
Superare sistema delle aste al massimo rialzo
Infine, è necessaria la progettazione e la realizzazione di aste per l’assegnazione dello spettro attenta valutazione. Le aste devono essere strutturate con prezzi di riserva bassi (o commissioni annuali) e sulla base di formati e regole d’asta comprovati. Un aspetto critico di questo approccio implica garantire la non discriminazione nei confronti dei nuovi operatori del mercato e istituire licenze a lungo termine.
Anche se gli Stati membri dovrebbero mantenere la loro autorità sulle risorse nazionali,
è evidente la necessità di criteri armonizzati nella gestione dell’assegnazione dello spettro radio. L’obiettivo dovrebbe essere quello di migliorare la fornitura di servizi all’avanguardia ai consumatori europei, imprese e industrie, piuttosto che dare priorità alla generazione di entrate attraverso le aste.
L’evidenza storica suggerisce che gli elevati costi d’asta possono impedire investimenti tempestivi nella rete.
“L’ottimizzazione degli attuali diritti d’uso nazionali, ad esempio all’interno delle bande 3,4-3,6 GHz, è un obiettivo complesso che richiede un’attenta considerazione. L’Unione Europea potrebbe invece far adottare una strategia di razionalizzazione molto più lungimirante e favorevole al mercato unico sulla gestione dello spettro riguardanti le imminenti decisioni politiche sui 6 GHz. Questo approccio si concentrerebbe sulla designazione internazionale della banda per Servizi di Telecomunicazioni Mobili (IMT) – leggi WiFi di nuova generazione – nonché i criteri per l’assegnazione dei diritti d’uso.
La fattibilità di questo approccio è rafforzata dallo stato attuale della banda superiore dei 6 GHz, relativamente libera da allocazioni precedenti, offrendo così una tabula rasa per la politica sviluppo”, si legge.
Parità di condizioni
L’unificazione del mercato delle telecomunicazioni incentiverebbe “gli investimenti necessari” per aggiornare le infrastrutture dell’UE, afferma il rapporto. La Commissione Europea ha calcolato un gap di investimenti di 174 miliardi di euro per raggiungere i suoi obiettivi digitali per il 2030.
Letta ha anche scritto che è necessario bilanciare il rapporto tra operatori di telecomunicazioni e big tech.
Per lui, la regolamentazione antitrust del Digital Market Act (DMA) e la regolamentazione di moderazione dell’UE del Digital Services Act (DSA) hanno solo “iniziato ad affrontare in modo efficace” lo squilibrio normativo.
Neutralità della rete e raccomandazione sul network slicing
L’esecutivo dell’UE dovrebbe “fornire agli operatori […] una raccomandazione” entro il 2024 sul network slicing sul 5G, sostiene il rapporto. Questa pratica comporta il frazionamento di una rete di telecomunicazioni in modo che a diverse applicazioni possa essere offerta una diversa qualità di servizi.
Tuttavia, ciò è visto come una minaccia al principio di neutralità della rete sancito dal regolamento sul mercato unico delle telecomunicazioni, che non consente discriminazioni contro diversi tipi di traffico Internet.
Letta sostiene nel rapporto che il network slicing è importante per la robotica e l’intelligenza artificiale, compresa la guida autonoma, e spiega che una raccomandazione della Commissione “darebbe agli operatori maggiore flessibilità e chiarezza nella distribuzione dei servizi”.