Sviluppo ecosostenibile, nuove iniziative per la resilienza urbana e migliore qualità della vita in città, sono i tre elementi chiave che devono essere inseriti in un piano smart city, secondo la maggioranza dei cittadini americani.
È quanto emerge dal nuovo studio sulle smart cities degli Stati Uniti d’America appena pubblicato da Black & Veatch: “2016 Strategic Directions: U.S. Smart City/Smart Utility Report”. Un documento che si focalizza soprattutto sul rapporto tra il settore energetico/idrico e le decisioni da prendere relative all’espansione delle città.
Un fenomeno demografico e tecnologico irreversibile, che riguarda sia i centri urbani americani che quelli europei, maggiormente visibile nelle megalopoli asiatiche, ma misurabile a livello globale. Infrastrutture di comunicazione, di trasporto e di distribuzione delle risorse primarie, sensoristica, automazione, Internet of Things, partecipazione dei cittadini alla governance dei processi di innovazione, nuove partnership pubblico-privato, capacità di attirare investimenti, attenzione alla sicurezza e visione di insieme, sono alcuni tra i livelli di innovazione più rilevanti su cui il documento pone l’attenzione.
Il Rapporto nasce da un’indagine che ha coinvolto 778 stakeholders tra aziende energetiche (più del 50% dei partecipanti), enti pubblici, imprese e organizzazioni indipendenti. Al primo posto, in una ipotetica classifica delle priorità di una smart city, troviamo la riduzione dei costi (31%), quindi la sostenibilità ambientale (19%) e le infrastrutture di nuova generazione per affrontare i cambiamenti climatici e i fenomeni meteo estremi (8,6%).
Nei prossimi 2-3 anni il 39,1% dei soggetti ha indicato la volontà di investire fino a 5 milioni di dollari per ammodernare le infrastrutture di comunicazione, ma per il 10,2% sarebbero necessari tra 5 e 10 milioni di dollari e per il 7% invece una cifra tra 10 e 20 milioni di dollari.
Tutti sono d’accordo sulla necessità di interventi ‘strutturali’, con effetti di lunga durata. Gli unici che consentiranno di ottenere dei benefici concreti per i cittadini, le imprese, l’ambiente.
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