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Regolamentare lo sviluppo degli umanoidi, potenziale pericolo se associati all’AI

Ci uccideranno, prenderanno il controllo dei governi, magari saranno il prossimo Lionel Messi o Cristiano Ronaldo. Sono tante le paure che sottendono lo sviluppo dei robot di nuova generazione, soprattutto quando a potenziarli sarà l’intelligenza artificiale di prossima ventura, l’Agi, intelligenza artificiale generale, quella che più si avvicina all’intelligenza umana. Ragion per cui, gli organi internazionali si stanno muovendo non solo per regolamentar eil folto ed eterogeneo panorama dell’AI ma anche quello degli umanoidi.

A pensarci è la Robotics & Automation Society dell’IEEE, consorzio di robotica appunto, che ha annunciato la formazione di un nuovo gruppo di studio che esaminerà l’attuale panorama umanoide e svilupperà quindi una tabella di marcia per gli standard che varie organizzazioni potranno seguire.

Aaron Prather, direttore dei programmi di robotica e sistemi autonomi presso ASTM International presiederà il gruppo di studio, aperto ad altri esponenti dell’industria, del mondo accademico, delle agenzie governative e delle altre organizzazioni.

Il gruppo di studio IEEE ha un anno per fornire l’analisi

La IEEE Robotics & Automation Society ha concesso al gruppo di studio un anno di tempo per produrre i risultati finali. Dovranno concentrarsi su questi temi:

Perché sviluppare standard umanoidi adesso?

L’interesse per i robot umanoidi è esploso di recente. Dagli accademici all’industria, molte persone vedono in questi robot il fattore di forma ideale per affrontare i problemi in un mondo progettato intorno agli umani. Miliardi di dollari di denaro pubblico e privato vengono investiti nel segmento ma la mancanza di standard potrebbe rallentare lo sviluppo se non affrontato rapidamente.

“In passato, le organizzazioni aspettavano di sviluppare uno standard fino a quando il robot non avesse raggiunto il mercato”, ha affermato Prather. “Tuttavia, i robot umanoidi vengono sviluppati così rapidamente sia per i laboratori accademici che per gli usi in fabbrica e nel magazzino, che non abbiamo davvero il tempo di aspettare che i proverbiali piedi del robot tocchino il pavimento. Riunendo le principali parti interessate di tutto lo spettro, non solo possiamo identificare il panorama attuale e dove si trovano le criticità e i potenziali problemi, ma anche creare una tabella di marcia su ciò su cui lavorare per ridurre i tempi di sviluppo degli standard“.

Prather ha inoltre riferito che prevede di tenere il primo incontro virtuale di questo gruppo di studio a luglio. Non c’è limite al numero di partecipanti o a quante persone potranno contribuire a produrre i risultati finali. Detto ciò, l’organizzazione darà la preferenza a coloro che hanno una conoscenza cruciale degli umanoidi e del processo di sviluppo degli standard.

Le big tech tracciano il cammino

C’è da dire che, come spesso accade, ad innalzare l’interesse sulla questione ai più sono sempre le mosse delle big tech. Vale la pena ricordare Optimus, il robot umanoide che Tesla installerà nelle sue fabbriche. È ancora in fase di sviluppo, ma il CEO Elon Musk è convinto che potrebbe essere pronto per la vendita entro la fine del 2025. Durante una conference call con gli investitori, Musk ha dichiarato di prevedere che Optimus sarà in grado di svolgere compiti in fabbrica entro la fine di quest’anno per poi diventare un prodotto per terzi clienti nei mesi seguenti.

A febbraio, Figure ha rilasciato un video del suo robot 01 mentre prepara il caffè, mentre ad aprile Boston Dynamics ha presentato una versione elettrica del suo umanoide Atlas, filmato mentre mostra le sue nuove capacità di movimento, impossibili per qualunque essere umano.

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