Operatori telefonici favorevoli ad allargare la platea delle utenze che si possono iscrivere al Registro delle opposizioni e d’accordo, con qualche sfumatura, alla creazione di una black list di call center non rispettosi della normativa. Ne dà conto l’agenzia Public Policy, riportando le posizioni di Wind, Vodafone Italia, Telecom Italia, Wind-Tre e Fastweb emerse oggi durante le audizioni in commissione Lavori pubblici al Senato in merito ai tre diversi ddl sul potenziamento del Registro opposizioni che, lo ricordiamo, è gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni (FUB).
I provvedimenti all’esame, seppur diversi, mirano ad allargare la possibilità di iscrizione al Registro, per non ricevere telefonate di offerte commerciali, anche ai numeri fissi e mobili non iscritti nell’elenco telefonico. Una posizione, come detto, condivisa dagli operatori che gestiscono la maggior parte delle utenze italiane, soprattutto mobili.
“Il mercato del telemarketing è importante e va preservato. Per questo servono regole purché non stronchino il servizio”, è la posizione di Telecom Italia. “Riteniamo accettabile” l’allargamento della possibilità di iscrizione al Registro, hanno detto i rappresentanti dell’azienda.
Telecom Italia, prosegue Public Policy, ha chiesto poi “norme più stringenti” sui call center. L’iscrizione al Roc, come previsto dall’ultima legge di Bilancio, “è un primo passo” ma serve “una sorta di certificazione”, anche con la composizione di black list (posizione che ritroveremo anche per altri operatori) per i call center che non seguono le regole.
Per i rappresentanti di Vodafone, “va reso completo il bacino” delle utenze che si possono iscrivere al Registro. In questo senso, la proposta è quella di avere come riferimento il database dei numeri telefonici istituito al Mise. In questo modo – spiegano i rappresentanti dell’azienda – praticamente tutti i numeri telefonici posso iscriversi al Registro.
Anche Vodafone ha poi chiesto l’istituzione di una black list dei call center non virtuosi a cui può anche essere revocato la licenza. I rappresentanti dell’azienda, in linea con quanto già richiesto da Assocontact, l’associazione dei call center in outsourcing che rappresenta 40mila addetti, hanno poi chiesti di ‘fare salvi’ i consensi già espressi dall’utente (alcuni ddl all’esame del Senato chiedono di revocare tutti i consensi già dati nel momento in cui un utente sceglie di iscriversi al Registro, con una sorta di azzeramento o reset dei consensi auspicato peraltro dal Garante Privacy).
In parte diversa la posizione di Fastweb. Partendo sempre dal favore nell’allargamento della base delle numerazioni che si possono iscrivere al Registro, l’azienda ha proposto che sia l’operatore stesso a darne comunicazione.
Al momento dell’attivazione di un’utenza, il cliente sceglie se avere un numero pubblico o privato. Nel caso optasse per la seconda ipotesi, potrebbe essere lo stesso operatore a comunicare l’iscrizione al Registro. Anche Fastweb, inoltre, si è detta favorevole alla creazione di una black list dei call center.
Anche Wind-Tre è favorevole all’allargamento della platea dei numeri da inserire nel registro. Al posto della black list per i call center che non rispettano la normativa, però, l’azienda ha proposto la creazione di una white list, cioè l’elenco delle aziende virtuose.