Non c’è traccia dello Spid nella bozza del decreto-legge che introdurrà da aprile il reddito di cittadinanza. Key4biz ha notato che manca l’obbligo dell’identità digitale per compilare la domanda e chiedere il sussidio. Eppure la misura era stata annunciata dal vicepremier Luigi Di Maio in un forum al Fatto Quotidiano il 14 dicembre scorso: “Tutti dovranno certificarsi tramite l’identità digitale, la Spid”, ha dichiarato il mese scorso il ministro: “sarà tutto informatizzato, con l’identità digitale. Chi è povero spesso non ha Internet. Ci saranno punti Internet disponibili”.
Ora il colpo di scena. Lo Spid (il Sistema pubblico di identità digitale) è sparito. Non è citato nella bozza del decreto-legge contenente disposizioni relative all’introduzione del reddito di cittadinanza e la “quota 100” per le pensioni.
Perché?
Key4biz lancia l’appello al Governo per ancorare il Reddito di cittadinanza all’identità digitale, oltre agli altri requisiti per richiedere il sussidio. L’esecutivo ha tempo per farlo, perché il decreto-legge sarà approvato dal Consiglio dei ministri nei prossimi giorni.
Perché è importante lo Spid
Lo Spid è la soluzione che permette di accedere a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione con un’unica Identità Digitale (username e password) utilizzabile da computer, tablet e smartphone.
Legarlo al reddito di cittadinanza darebbe un forte impulso alla crescita delle identità digitali in Italia. Escluderlo significa non credere nella soluzione. Significa decretarne la morte?
Ad oggi sono state erogate solo 3 milioni di identità Spid (dati AgID) su 60 milioni di cittadini e negli ultimi due anni il numero di Spid è cresciuto perché è stato reso obbligatorio per accedere sia al bonus cultura, dedicato ai 18enni nati nel ’98-’99 e 2000, sia per il bonus docenti. E la strategia ha funzionato. Prima che scattasse il bonus cultura il 3 novembre 2016, le identità digitali erogate erano solo 140mila (vedi articolo di Key4biz del 4 novembre 2016).
Perché allora non replicare l’obbligo anche per il reddito di cittadinanza la cui domanda, come si legge, nella bozza del decreto-legge, deve essere compilata “mediante modalità telematiche”, anche se non è chiaro se lo si possa fare anche da casa autonomamente su un sito governativo dedicato, come per esempio lo è 18app. Un sito che potrebbe realizzare il Team digitale.
Leggendo la bozza già si intravedono le lunghe file ai CAF. Infatti è scritto che “i beneficiari presentano la domanda per il reddito di cittadinanza e per la pensione di cittadinanza attraverso l’assistenza dei centri di assistenza fiscale in convenzione con l’INPS”.
E per favorire questa modalità analogica “sono stanziati 20 milioni di euro a valere sul fondo per il Reddito di cittadinanza”.
Key4biz, mettendo in evidenza l’assenza dello Spid nella bozza del decreto-legge, lancia quindi l’appello al Governo per ancorare il Reddito di cittadinanza all’identità digitale. Sarebbe anche un passo fondamentale per realizzare la “cittadinanza digitale” inserita nel programma del Governo del cambiamento.