Serve un percorso rapido per elaborare in tempi stretti, la scadenza è il 30 aprile, il documento dettagliato sui progetti dell’Italia per fruire dei fondi del Pnrr messi a disposizione dal programma Next Generation Eu. Ma perché ciò accada il nostro paese dovrà fare uno sforzo immane, presentando un pacchetto coerente di proposte fattibili e monitorabili nella loro fase di attuazione per tenere informata in goni momento l’Unione Europea. Il contributo del Parlamento e dei Comuni italiani è fondamentale in questa fase preparatoria. Questo il senso dell’intervento odierno del ministro dell’Economia, Daniele Franco, in audizione sul Recovery plan nelle commissioni congiunte Bilancio, Finanze e Politiche Ue di Camera e Senato. Parol d’ordine pragmatismo anche per quanto riguarda le riforme, con Pubblica Amministrazione, Giustizia e Semplificazioni come priorità.
Bozze del Pnrr disponibili alle Camere
“Annuncio che il Governo metterà a disposizione delle Camere le bozze delle note tecniche sulle misure da finanziare con il Pnrr sottostanti al piano presentato il 12 gennaio”, su cui “tutti i ministeri stanno lavorando”, ha detto Franco. L’audizione online non era cominciata al meglio, con l’interruzione del collegamento Zoom ripristinato dopo le proteste dei parlamentari in ascolto da remoto per le difficoltà di collegamento.
Prime risorse disponibili a fine estate
“Le risorse europee saranno disponibili alla fine dell’estate” con la possibilità di un pre-finanziamento pari al 13% del totale, ha detto Franco.
Il piano va consegnato entro il 30 aprile. Dopodiché la Commissione avrà otto settimane per approvarlo e passarlo all’attenzione del Consiglio d’Europa, che a a sua volta avrà 4 settimane per valutarlo.
Governance al MEF
“ll Governo – ha ricordato Franco – ha incardinato la governance del Pnrr presso il Mef con compito di coordinamento e indirizzo. La responsabilità primaria su progetti e uso delle risorse resta dei singoli ministeri. Il Mef svolgerà un ruolo di coordinamento e darà pieno sostegno ai singoli ministeri nello sviluppo dei progetti. Insieme al Mef sono coinvolti altri tre ministeri: per l’Innovazione tecnologica per tutti i progetti che riguardano la digitalizzazione; il ministero della Transizione ecologica; il ministero per il Sud e la coesione territoriale per assicurare la coerenza complessiva del piano con la riduzione dei divari territoriali”.
Fondi realmente disponibili in Italia 191,5 miliardi di euro
Il Recovery fund per l’Italia “prevede fondi a disposizione del nostro Paese per circa 196 miliardi a prezzi correnti, 69 sotto forma trasferimenti, 127 sotto forma prestiti”. Tuttavia gli ultimi dati, e il regolamento europeo che prende a riferimento il Pil del 2019, portano “a una stima dell’entità delle risorse per circa 191,5 miliardi, leggermente inferiore a quella indicata a gennaio”, ha precisato il ministro.
“Solo il coinvolgimento del territorio rende possibile selezionare progetti veramente utili ai cittadini”, ha detto Daniele Franco.
Progetti precisi e dettagliati
“Il documento deve avere contenuti ambiziosi ma anche credibili e dettagliati”. Lo ha sottolineato il ministro dell’Economia. E’ necessario, ha detto Franco, “un cambio di passo nel modo di impiegare le risorse che anche in passato l’Ue ha messo a disposizione anche in riferimento ai fondi strutturali europei”.
I progetti dovranno avere un contenuto dettagliato e un cronoprogramma misurabile. Il rischio di perdere i fondi per il loro mancato utilizzo, che troppo spesso ha visto il nostro paese non usare fondi disponibili, non è più ammissibile.
Per questo serve un sistema rigoroso di monitoraggio e rendicontazione dei vari progetti, frai cui di valore strategico sono digitale, banda larga e reti di comunicazione, come ribadito dal ministro.
Tarare i progetti con le risorse realmente disponibili
“Alcune parti” del piano italiano per il Recovery fund presentato a gennaio vanno rafforzate, e “occorre tarare i nostri progetti sulle risorse effettivamente disponibili”. Inoltre “nelle prossime settimane dovremo riflettere sul rapporto fra progetti a legislazione vigente e nuovi progetti e vedere se la distribuzione fra i due canali di intervento debba restare quella indicata o debba essere soggetta a cambiamenti”, ha detto.
Per l’attuazione del PNRR il governo sta valutando “una governance robusta e articolata” basata su “un modello organizzativo su due livelli strettamete interconnessi”, ha detto Franco. “Da un lato – ha spiegato – è prevista la costituzione di una struttura centrale di coordinamento del PNRR presso il Ministero dell’Economia a presidio e supervisione dell’efficace attuazione del piano” che “sarò affiancata da un audit indipendente”. Poi “a livello di ministeri ci saranno presidi di monitoraggio e controllo sulle misure di competenza. Presidi che si interfacceranno con la struttura centrale del Mef”. Fgl
Riforma della PA e della Giustizia
Con il PNRR il governo sta lavorando “su due riforme, una della Pubblica Amministrazione sulla quale stiamo lavorando col ministro Brunetta che domani credo esporrà in audizione una serie di importanti innovazioni. Vi è poi la riforma della giustizia della quale vi dirà la ministra Cartabia“, ha detto Franco. “Una terza area molto importante di riforma riguarda gli interventi di semplificazione normativa trasversale” ha aggiunto.