Sui mercati mondiali sembra che qualcosa torni a muoversi dopo i duri mesi dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19. Secondo il Report Horizon, pubblicato dalla società di ricerca e consulenza BDO, nel primo trimestre del 2021 si sono effettuate operazioni di “mergers and acquisitions” o M&A per nu valore complessivo di 178 miliardi di dollari.
M&A, dove si è investito di più
I settori più attivi, secondo il documento riportato da borsaitaliana.it, in termini di fusioni e acquisizioni, sono stati quelli dell’energia e delle utilities, tecnologia e media, real estate, mentre hanno registrato delle diminuzioni le aree dei servizi business e consumer.
La crescita dell’intero mercato è stata pari al +28% rispetto allo stesso periodo del 2020 e del +11% sul 2019, per un totale di 1.700 operazioni, più o meno le stesse di un anno fa ma dagli importi molto più elevati.
Nei prossimi mesi dell’anno in corso le operazioni dovrebbero continuare a crescere per concentrarsi sempre su technology & media, ma anche altri settori chiave, come il manifatturiero, il chimico, il farmaceutico, delle biotecnologie e dei servizi finanziari.
Secondo stime White & Case LLP, invece, i settori medico-farmaceutico e delle biotecnologie hanno già raggiunto un valore complessivo di M&A di oltre 95 miliardi di dollari in questo primo trimestre del 2021, per un totale di 466 operazioni, in significativa crescita rispetto ai 33 miliardi dello stesso periodo del 2020, del +28%.
La geografia delle fusioni e delle acquisizioni
A livello geoeconomico, sono stati i Paesi scandinavi, Israele e più in generale il Medio Oriente ha segnare gli incrementi maggiori in termini di numero e valore delle transazioni M&A nei primi tre mesi dell’anno.
Secondo gli esperti, questa crescita di investimenti nel mercato delle fusioni e delle acquisizioni di tutto il mondo è segno evidente di una nuova fase espansiva, caratterizzata da alta disponibilità di liquidità e una certa fiducia nella possibile uscita dalla crisi economica legata al Covid-19.
Nello specifico, il primo trimestre dell’anno ha visto un vero e proprio boom di attività di private equity, dove si muovono fondi e investitori che investono direttamente in società private, fornendo così risorse per finanziare nuove tecnologie, o appunto portare a termine ulteriori acquisizioni e fusioni.