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Recensione del libro “Il Futuro del 5G” di Dècina e Perrucci

Tra le pubblicazioni Astrid per Egeo ha fatto la sua recente comparsa “Il futuro del 5G” con la firma di due grandi autori, Maurizio Dècina e Antonio Perrucci a tirare le fila di un buon numero di contributori di tutta la industry, che capitolo per capitolo, ci accompagnano a comprendere meglio i segreti di questa tecnologia.

Astrid ci ha sempre abituato a pubblicazioni interessanti ed anche in questo caso si è cercato il punto intermedio tra un testo tecnico e un testo divulgativo. Si, perché questo libro ha di buono la capacità di essere accessibile anche a chi di 5G ne sa poco o nulla.

La parte interessante per gli addetti ai lavori è da trovare nei capitoli che approfondiscono gli utilizzi locali e verticali, oltre che la parte regolamentare e di assegnazione delle frequenze. Il grande tentativo che si è fatto sembra quello di essere rimasti il piu’ “neutrali” possibile nell’esporre gli argomenti che non sono certo “pacifici” come sembrerebbe da una prima lettura del testo.

Tutt’altro i nodi regolamentari sono tanti e irrisolti. C’è una tensione a inquadrare il 5G nel perimetro regolamentare riservato dal Codice alle reti VHCN in un contesto europeo che guarda con favore a tutti i livelli l’avvicinamento della fibra ottica piu’ possibile verso casa dell’utente. E allora ha fatto bene l’Autore, il Co-Autore e i vari illustri contributori del libro a riprendere alcuni passaggi che trovo assolutamente critici e interessanti

Un punto interessante è il corretto inquadramento regolamentare delle reti 5G, l’impatto sulla regolamentazione dell’accesso, sulla regolamentazione del backhauling e della normativa “Open Internet” in caso di servizi (di accesso) specializzati, tipicamente 5G.

Altrettanto interessante è il grande tema delle reti-servizio e dell’assegnazione di frequenze 5G a non-operatori, un traguardo che in alcune realtà europee è già stato raggiunto ma che pone spesso l’operatore assegnatario in posizione di attesa nel dispiegamento dei suoi investimenti, se vanificati.

A me sembra quindi che urgono regole adatte a inseguire quel mondo che cambierà di nuovo con l’effettiva fruizione dei servizi che il 5G (quello Stand Alone) è in grado di abilitare.

Due punti potevano forse potevano essere affrontati meglio tecnicamente e sotto il taglio economico e giuridico. Non è certo una critica, ma sarebbe stato interessante un chiarimento sulle effettive capacità dell’attuale aggiornamento delle reti 4G con un 5G-NSA rispetto a quelle che sono le aspettative di un 5Gstand alone (che significa una rete tutta 5G, la sola in grado di garantire quei parametri di latenza, di capacità, di servizi critici tanto ben descritti nella prima parte del libro).

Un altro punto che forse è carente nel libro, riguarda aspetti di politica industriale associati alla sostenibilità degli investimenti 5G-FWA in ottica VHCN secondo gli obiettivi del Digital Compass anticipati dal piano 5G e soprattutto dal piano Italia 1Giga appena varati dal Governo. Ma essendo questa materia esplicitamente esclusa, fin dalle premesse, ci appare opportuno che sia trattata in una successiva pubblicazione che possa integrare questo sforzo analitico con un preciso richiamo alla realtà italiana ed ai piani del Governo.

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