Perdite e debito ridotti per RCS MediaGroup che chiude i primi nove mesi dell’anno con ricavi stabili e previsioni in miglioramento.
A dare una forte spinta ai conti del gruppo, il digitale, segno che quando le aziende accolgono l’innovazione tecnologica, i risultati si vedono, eccome.
Il digitale, ha commentato l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane, pesa per il 27% dei ricavi pubblicitari del Corriere della Sera e per il 29,5% della Gazzetta dello Sport. In Spagna è al 30% dei ricavi di El Mundo e per il 48% di Marca.
Il gruppo taglia, quindi, i costi e migliora i margini grazie al digitale e alla ripresa in Spagna.
La società ha chiuso i primi nove mesi 2014 con un risultato netto negativo pari a 93,1 milioni, contro un rosso di 175,3 nello stesso periodo del 2013. E per l’intero esercizio “si prevede un risultato ancora negativo ma in significativo miglioramento” rispetto all’anno precedente. Stabili i ricavi a 921,5 milioni con una crescita di quelli da attività digitali del 7,3% a 110,8 milioni, pari al 12% del fatturato di gruppo.
Aumentano di 3,6 milioni a 341,5 i ricavi pubblicitari. La raccolta ha registrato un incremento del 4,7% nel terzo trimestre indicando per il secondo trimestre consecutivo un’inversione di tendenza.
Le azioni di efficienza hanno portato nei nove mesi a benefici per 47 milioni che confermano il rialzo del target per il 2014 da 50-60 a 70 milioni. Il MOL pre partite non ricorrenti è positivo per 13,7 milioni rispetto al dato negativo per 21 milioni dei primi nove mesi 2013. I debiti netti passano da 474,3 milioni di fine dicembre a 515,3 milioni. A fine settembre il rosso scende a 93 milioni e l’indebitamento a 515 milioni.
L’obiettivo è chiudere l’anno con una perdita inferiore ai 200 milioni (nel 2013 il rosso era stato di 218,5 milioni) e con un indebitamento netto al di sotto del mezzo miliardo, come peraltro già accaduto lo scorso anno (474,3 milioni). Per centrare questi target, confermati, RCS MediaGroup deve continuare a migliorare l’efficienza, tagliando al massimo i costi (47 milioni nei nove mesi per una proiezione sull’intero esercizio di 70 milioni, superiore alle attese iniziali di 50-60 milioni), continuando a sviluppare il business digitale e, infine, auspicando che in Spagna continui il forte recupero della raccolta pubblicitaria.