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Rating di legalità, un’opportunità per le PMI

Il rating di legalità delle imprese è stato introdotto con l’art. 5 ter del D.L. 1/2012 (cd. Decreto Cresci Italia), come modificato dalla L.62/2012, con il fine di promuovere i principi etici nei comportamenti aziendali ma con la conseguenza pratica di voler favorire l’accesso a benefici concreti, anche di natura economico finanziaria, delle aziende che ne avranno ottenuto il riconoscimento.

Si tratta quindi di un’opportunità per le imprese “virtuose” (che siano già tali o che lo vogliano diventare) con tutti i conseguenti benefici in termini di immagine e visibilità e con vantaggi specifici nell’accesso al credito ed ai finanziamenti pubblici e privati, potendo anche costituire requisito essenziale per partecipare a bandi di gara pubblici e privati.

La normativa interessa tutte le imprese che operano sul territorio nazionale, con un fatturato almeno pari a 2 milioni di euro (nell’esercizio antecedente quello della richiesta) ed iscritte nel Registro delle Imprese da almeno 2 anni.

Con apposito Regolamento attuativo (Del. n. 24075 del 14/11/2012) l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha specificato modalità e criteri per chiedere ed ottenere il rating di legalità, che avrà validità di 2 anni – salvo revoca o sospensione – e consentirà l’iscrizione dell’impresa virtuosa nell’apposito elenco pubblicato e costantemente aggiornato dall’Autorità stessa sul proprio sito.

La domanda per il rating di legalità deve essere inoltrata in modalità telematica tramite pec e redatta sull’apposito formulario predisposto dall’Autorità Garante, i cui punti fondamentali possono essere schematizzati come segue:

  1. rispetto del protocollo di legalità sottoscritto dal Ministero dell’Interno e Confindustria, nonché dei protocolli sottoscritti a livello locale dalle Prefetture e dalle Associazioni di Categoria;
  2. utilizzo di sistemi di tracciabilità dei pagamenti anche per somme inferiori alla soglia legale del contante;
  3. adozione di un modello organizzativo ai sensi del D. Lgs. 231/2001 ovvero di una struttura organizzativa, anche in outsourcing, che espleti il controllo di conformità delle attività aziendali a disposizioni normative applicabili all’impresa;
  4. adozione di processi volti a garantire forme di Corporate Social Responsability
  5. iscrizione in uno degli elenchi c.d. white list
  6. adesione a Codici etici di autoregolamentazione adottati dalle Associazioni di categoria
  7. adozione di un Sistema anticorruzione

Sulla scorta di tali presupposti l’Autorità, trasmessa la richiesta al Ministero dell’Interno e al Ministero della Giustizia e compiute le necessarie verifiche, delibera l’attribuzione del rating entro 60 gg. (salvo eventuali sospensioni o proroghe per ulteriori adempimenti).

Il possesso del rating sarà documentato attraverso la iscrizione nel Registro delle Imprese e consentirà, come già evidenziato, alle Aziende di partecipare e di essere valorizzate in sede di procedure di finanziamento pubblico o di accesso al credito bancario.

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