Presentato il nuovo Rapporto SMARTer2030 di Global e-Sustainability Initiative (GeSI) sul ruolo chiave dell’ICT nella nuova economia smart city dell’efficienza e della sostenibilità. Entro il 2030, l’utilizzo di soluzioni dell’Information and Communication Technology in ambiti relativamente nuovi, come la mobilità, la logistica, la tutela ambientale, il cibo, l’agricoltura, l’edilizia, la comunicazione, la sanità e la formazione, potrebbe generare ricadute economiche a livello globale pari a 11 trilioni di dollari.
Secondo il Rapporto GeSI, l’ICT garantirebbe un taglio delle emissioni di CO2 del 20% tra una quindicina d’anni, favorendo la realizzazione di una società e di un’economia più sostenibili e orientate all’innovazione. Un dato che sarebbe confermato anche dal trend in discesa dell’impatto ambientale (footprint) delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione, che nel 2020 dovrebbe attestarsi al 2,3%, per poi scendere all’1,97% nel 2030.
Solo nel settore agricolo, si legge nel Rapporto, l’utilizzo dell’ICT offrirebbe la possibilità di aumentare i raccolti del 30%, con un risparmio di 300 trilioni di litri di acqua e 25 miliardi di barili di petrolio all’anno. Allargando agli altri settori (smart mobility, logistica, manifattura/industry, cibo e agricoltura, smart buildings, smart energy, work & business, digital health, digital learning), l’utilizzo dell’ICT comporterebbe una riduzione di CO2 per 12 gigatonnellate (Gt) annue (l’80% delle quali relativo al settore energy), aiutando il pianeta a contenere l’aumento di temperatura globale al di sotto dei 2°C.
Nel campo dell’edilizia di nuova generazione, l’applicazione delle nuove soluzioni ICT offrirebbe l’opportunità di tagliare le emissioni di 2Gt, risparmiando 0,4 trilioni di dollari da reinvestire in altri ambiti smart city. Stessa cosa per la smart mobility, con un taglio di emissioni pari a 3,6 Gt annue.
In generale, lo studio evidenzia risparmi complessivi, prendendo in considerazione tutti gli ambiti sopra menzionati, per 5 trilioni di dollari per il 2030. Per quella data, inoltre, la diffusione di smart technologies ‘ICT based’ favorirà nel pianeta l’accesso di 2,5 miliardi di persone all’economia della conoscenza e alla digital economy, grazie a più di 100 miliardi di oggetti connessi (‘digital connectivity’).