Questa mattina, il cronista di IsICult e Key4biz che oscilla tra le tematiche culturologico-mediologiche e quelle sociologiche, si è affacciato alla anteprima per la stampa della mostra dedicata al mitico Tolkien (John Ronald Reuel Tolkien), “Tolkien. Uomo, Professore, Autore”, alla Galleria d’Arte Moderna di Roma (Gnam), osservando un’esposizione tecnicamente non all’altezza degli annunci roboanti, trattandosi di una vetrina molto classica (ed un po’ arcaica) completamente priva di supporti multimediali ed interattivi che possano proporre una visione adeguata e moderna della ricca eredità dello scrittore caro alle culture della destra (e stupisce che la società organizzatrice, la Cor di Alessandro Nicosia non si sia adoprata al meglio delle sue potenzialità)… Ma su questo si tornerà, su queste colonne, perché la “notizia del giorno” è tutt’altra, e merita essere enfatizzata.
In occasione della “Giornata Mondiale dell’Infanzia” (che si celebra domenica 20 novembre), Save The Children Italia ha anticipato questa mattina i dati del suo 14° Rapporto annuale, ovvero il prezioso “Atlante dell’infanzia a rischio in Italia”, quest’anno intitolato “Tempi digitali”.
I dati offerti sono inquietanti e Save The Children chiede alle grandi piattaforme, alle istituzioni e alla politica di mettere al primo posto la sicurezza dei bambini e degli adolescenti, la garanzia per tutti di accesso alla rete, a partire dagli ambienti scolastici, ed un investimento per promuovere le competenze digitali dei giovani.
Abbiamo più volte segnalato la qualità contenutistica e la ricchezza infografica dell’“Atlante” curato da Save The Children, l’organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro (si rimanda tra l’altro all’articolo pubblicato su “Key4biz” del 25 ottobre 2019, “Ricerche eccellenti e inerzia delle istituzioni”).
Si tratta di un’opera mirabile, che attinge ad una pluralità di fonti primarie ma costruisce un dataset scenaristico organico: un’opera ben scritta e ben illustrata, che meriterebbe essere letta da tutti i parlamentari italiani e da tutti i dirigenti scolastici d’Italia. E naturalmente anche dai genitori…
Tante volte, anche su queste colonne, abbiamo segnalato e denunciato il ritardo (enorme) con il quale le istituzioni italiane (non) affrontano le tematiche del “disagio” giovanile, inteso anche nella sua dimensione digitale: l’Istituto italiano per l’Industria Culturale ha dedicato particolare attenzione a questa tematica, anche attraverso un progetto innovativo, denominato “La Diversità è Ricchezza”, realizzato assieme all’Istituto Comprensivo “Ennio Quirino Visconti” di Roma. Iniziativa che è risultata vincitrice, per due edizioni di seguito del bando “Cips – Cinema e Immagini per la Scuola”, co-promosso dal Ministero della Cultura assieme al Ministero dell’Istruzione e del Merito (vedi “Key4biz” del 30 giugno 2023, “Conclusa la seconda edizione del progetto ‘La Diversità è Ricchezza. Cinema e YouTube e la Virtual Reality alleati contro il disagio giovanile’”).
Anche alla luce di questa esperienza sul campo, l’IsICult ha avuto conferma di quanto l’uso del cellulare abbia raggiunto livelli preoccupanti nella quotidianità dei bambini e delle bambine, oltre che nella fascia prea-adolescenziale: questa dinamica non è oggetto di adeguata attenzione da parte delle istituzioni preposte.
Abbiamo denunciato – da anni, e non solo sulle colonne di questo quotidiano online “Key4biz” – il perdurante libero ed incontrollato accesso dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, alla pornografia online.
Qualche settimana fa, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la Ministra per le Pari Opportunità e per la Famiglia Eugenia Roccella avevano annunciato interventi normativi d’urgenza, ma si è trattato di una perfetta… bolla di sapone. Siamo quasi a livello di “fake news”. Su questi temi si rimanda – da ultimo – al nostro intervento su “Key4biz” del 5 settembre 2023, “Pornografia sul web: la tardiva scoperta del Governo e l’esigenza di un intervento radicale”… Si rimanda anche all’articolo di Luigi Garofalo, su “Key4biz” dell’8 settembre 2023, “Parental control, il governo fa “copia e incolla” della norma esistente. Meloni: “Su blocco siti porno per minori e verifica età online intervenga Parlamento””.
Insomma, il Governo ha scaricato la patata bollente sul Parlamento, che dormicchia…
Ed intanto continua ad imperversare – come scrivevamo qualche settimana fa – una marea di “immondizia audiovisiva” liberamente offerta dal web, senza alcun tipo di controllo pubblico…
La Premier ha fatto retromarcia, sostenendo che la questione è tecnicamente e giuridicamente “complessa” e che un intervento radicale ed immediato non era possibile.
In sostanza, la questione è stata “derubricata” (a fronte di altre priorità politiche) e nel mentre tutto resta esattamente come prima.
Nel sostanziale silenzio dell’Autorità Garante dell’Infanzia e l’Adolescenza (Agia), nel sostanziale silenzio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), nel sostanziale silenzio del Consiglio Nazionale degli Utenti (Cnu)…
Silenzio anche da parte del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e da parte del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: eppure riteniamo che il tema della “cultura digitale” – ovvero degli effetti della rivoluzione digitale nel sistema culturale – sia (dovrebbe essere) di loro diretta competenza. Senza dimenticare la funzione di “servizio pubblico” che la Rai dovrebbe svolgere (e non svolge), su queste dinamiche di “alfabetizzazione digitale critica”, questioni delicate e strategiche per il futuro del nostro Paese.
Quasi il 18 % dei bambini tra gli 11 e i 15 mesi (!!!) sono esposti agli schermi per 1 ora o più al giorno (il 3 % per 3 ore ed oltre)
Alcuni dati evidenziati dall’edizione 2023 dell’“Atlante” di Save The Children, curato da Vichi De Marchi con Diletta Pistono e Cristiana Pulcinelli, e da Alessandro Davoli per le infografiche: si abbassa sempre di più l’età in cui si utilizza uno “smartphone” ed il 43 % dei bambini tra 6 e 10 anni nel sud e nelle isole lo usa tutti i giorni (il 30 % dei bambini di questa fascia di età lo utilizza su scala nazionale).
Quasi il 18 % dei bambini tra gli 11 e i 15 mesi (!!!) sono esposti agli schermi per 1 ora o più al giorno (il 3 % per 3 ore ed oltre).
In Italia, il 78 % di bambini tra gli 11 e i 13 anni utilizza internet tutti i giorni e lo fa soprattutto attraverso lo “smartphone”.
Si abbassa sempre di più l’età in cui si possiede o utilizza uno smartphone, con un aumento significativo di bambini tra i 6 e i 10 anni, che utilizzano il cellulare tutti i giorni dopo la pandemia: dal 18,4 % al 30,2 % tra il biennio 2018-19 e il 2021-22.
Si tratta di un uso veramente eccessivo, che avviene peraltro quasi sempre senza alcuna “educazione digitale”: e non a caso l’Italia è quart’ultima in Europa per la quota di 16-19enni con scarse o nessuna competenza digitale, ben il 42 %, rispetto a una media europea del 31 %.
Se guardiamo ai giovanissimi che hanno acquisito invece elevate competenze digitali, gli italiani sono poco più di 1 su 4 (il 27 %), a fronte del 50 % dei coetanei francesi e del 47 % degli spagnoli.
Il dato medio italiano nasconde ampi divari territoriali, con il Sud che ha oltre la metà dei ragazzi con scarse o nessuna competenza (52 %) e il Nord e il Centro più vicini ai valori medi europei (34 % e 39 %).
Tra gli adolescenti, cresce anche il tempo trascorso online: a inizio 2023 quasi la metà (il 47 %) dei 3.400 11-19enni intervistati in occasione del “Safer Internet Day” ha dichiarato di passare oltre 5 ore al giorno “online” (era il 30 % nel 2020) e il 37 % controlla lo smartphone più di 10 volte al giorno…
Il 93 % delle ragazze e dei ragazzi utilizza la messaggeria istantanea, l’81 % dei ragazzi si dedica al “gaming” (a fronte del 64 % delle ragazze)
Ragazze e ragazzi sfruttano la connessione per molteplici attività, a partire dalla messaggeria istantanea, utilizzata dal 93 % dei 14-17enni.
Tra le altre attività online preferite dagli adolescenti ci sono: guardare i video (84%, in crescita), frequentare i social media (79 %) – con Facebook in drastico declino mentre avanzano Instagram, TikTok e Snapchat – e l’uso dei videogiochi (72 %).
Se le ragazze frequentano con più costanza e intensità i “social media” (84 % contro il 74% dei maschi), il “gaming” impegna di più i ragazzi (81 % contro il 64 % delle ragazze) anche se le videogiocatrici sono in crescita.
I videogiochi – che in Italia sono un mercato in continua espansione. rappresentato per il 47 % da giovani tra i 6 e i 24 anni – sono “luoghi sociali” dove bambini e adolescenti costruiscono anche la propria identità, (“luoghi valoriali dove i più giovani discutono e si confrontano su molteplici tematiche”, scrive Save The Children), ma che li espongono anche a pericoli, dal rischio di bullismo a quello di non comprendere le regole della “privacy” o le modalità di interazione con gli altri giocatori o di subire le scelte degli algoritmi. Senza dimenticare la deriva ludopatica, sempre in agguato.
I giovani utilizzano la connessione anche per informarsi: il 29 % degli 11-17enni legge riviste e giornali online (percentuale che sale al 37 % nella fascia 14-17 anni) e sfrutta i “social media” come canali di informazione, anche se non sempre dichiara di sapersi difendere dalle insidie delle “fake news”.
Ed è proprio la disinformazione o la cattiva informazione il timore principale per il 49 % di adolescenti e pre-adolescenti in Italia che hanno partecipato a un sondaggio di Microsoft sulla percezione della “sicurezza online”, più della “violenza”, del “cyberbullismo” e dei “discorsi d’odio”. Tra i pre-adolescenti (11-13 anni), secondo l’Istat (2022), sono soprattutto le ragazze a utilizzare la connessione per leggere notizie online (21 % delle femmine contro il 14 % dei maschi) o “e-book” (20 % contro il 14%), così confermando la tendenza che vuole le ragazze lettrici più assidue dei ragazzi, sia di libri di carta che su supporto digitale.
La vita dei bambini italiani è sempre più “datificata” e si espande l’“onlife” ovvero una vita spesa tra reale e virtuale
L’“Atlante” propone una fotografia dell’Italia in un tempo in cui la vita dei bambini è “datificata”, registrata e condivisa sul web, ed esplora le opportunità e i rischi che bambini, bambine e adolescenti stanno affrontando dentro la nuova rivoluzione dell’“onlife” e di una vita spesa tra reale e virtuale.
Da un lato, emergono le conseguenze di una sovraesposizione al digitale. Dall’altro, ci sono anche quelle dell’essere esclusi dalla dimensione online, se non si ha accesso alla rete o si è privi di competenze.
Nella pubblicazione di Save the Children, dati, mappe e interviste fotografano il bisogno di protezione per i più giovani, mentre affrontano le “opportunità rischiose” della rivoluzione digitale in un’Italia che sconta ancora ritardi e carenze sulla strada per la transizione digitale, collocandosi al 18esimo posto tra i 27 Stati membri dell’Unione Europea, rispetto alla digitalizzazione dell’economia e della società.
Per quanto riguarda la connettività, le famiglie con accesso alla banda ultra larga a fine 2022 erano il 52 % (dato significativamente aumentato rispetto al 2016, quando erano appena l’8 %), con la provincia di Milano in vetta alla classifica (87 %) ed Isernia in fondo (33 %), ad ulteriore conferma di quel “divario culturale” tra Nord e Mezzogiorno al quale abbiamo dedicato molta attenzione nell’economia della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per Key4biz…
Anche gli “under 14” accedono liberamente ai “social”, aprendo un profilo che indica un’età maggiore o usando quello di un genitore più o meno connivente e consapevole
L’assenza di controlli da parte dello Stato italiano è evidente nei fatti, con buona pace di chi auspica una qualche forma di “regolazione” e “regolamentazione”.
Nonostante la legge preveda – sulla carta… – che un utente possa avere accesso ai “social” solo dopo aver compiuto 13 anni, la realtà mostra una presenza massiccia di pre-adolescenti che hanno aperto un profilo indicando un’età maggiore oppure hanno usato quello di un adulto, spesso un genitore più o meno consapevole: il 41 % degli 11-13enni in Italia usa i “social media”, con una prevalenza femminile (47 %) rispetto a quella maschile (35 %).
Il tema non riguarda però solo i “social” ed il problema della verifica dell’età è diventato centrale per chi si occupa di attività online: bambini e adolescenti utilizzano piattaforme, tecnologie, software, algoritmi che non sono stati progettati per loro, correndo numerosi rischi.
Tra gli 11 e i 13 anni, sono tra l’altro in aumento gli atti di cyberbullismo. Le ragazze sono più frequentemente vittime di atti di cyberbullismo, ma esiste anche una quota di “bulle” che colpiscono le compagne per isolarle e deriderle soprattutto negli anni della pre-adolescenza, quando i tempi di crescita non sono uguali per tutte.
Emerge il gravissimo deficit nelle scuole, a livello di formazione e sensibilizzazione: spesso la scuola si trova impreparata ad intercettare questi fenomeni. È distratta, e talvolta gira lo guardo dall’altra parte, come se il problema non esistesse.
Nelle scuole secondarie di secondo grado che hanno partecipato al monitoraggio sulla piattaforma istituzionale “Elisa”, i docenti stimano che la percentuale di studenti e studentesse coinvolti nei fenomeni di bullismo e cyberbullismo sia poco meno del 6 %, un dato lontano dalla percentuale di coinvolgimento nei fenomeni dichiarata dai ragazzi.
È scarsa anche la conoscenza sugli strumenti di prevenzione di cui le scuole già dispongono: solo il 18 % degli studenti e delle studentesse della secondaria di secondo grado che hanno partecipato al monitoraggio ha dichiarato di sapere chi sia il docente referente per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo nella propria scuola e il 51 % ha dichiarato di non aver mai sentito parlare di questa figura.
Da non crederci.
Siamo di fronte ad uno scenario complessivamente allarmante e drammatico.
Il Regolamento Agcom che entra in vigore martedì della prossima settimana (21 novembre) per cui le sim intestate ai minori non avranno più accesso a contenuti inappropriati: un puro palliativo? Una foglia di fico?
Sostiene Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children: “la rete internet non è stata pensata per l’infanzia. Le sue regole, i suoi algoritmi, i suoi business non sono disegnati per accogliere i tanti bambini e adolescenti che oggi la popolano. È sotto gli occhi di tutti l’urgenza di ridisegnare gli ambienti digitali per farli diventare spazi sicuri”.
La situazione potrebbe cambiare un po’, tra pochi giorni: “l’entrata in vigore il 21 novembre della delibera dell’Agcom con cui le ‘sim’ intestate ai minori non avranno più accesso a contenuti inappropriati deve rappresentare solo il primo passo di un piano più ampio per un ambiente digitale a misura di bambini, bambine e adolescenti”, ritiene Raffaella Milano. “Occorre sciogliere i nodi tecnici per verificare l’effettiva età di chi si iscrive ai social – continua la dirigente di Save The Children – rafforzare il contrasto alla produzione, diffusione e fruizione di immagini pedopornografiche, alla diffusione di immagini private senza consenso, del cyberbullismo, dei discorsi di odio e di tutto ciò che rende oggi violento e distruttivo l’impatto con la rete per i giovani naviganti”. E conclude: “è fondamentale che anche l’Unione Europea, nel percorso di approvazione della Proposta di Regolamento sulla Prevenzione e la Lotta contro gli Abusi sessuali sui minori mantenga come prioritario l’obbligo per le piattaforme di assumere un ruolo attivo nel contrasto alla pedopornografia”.
L’IsICult ritiene che il problema veramente grave non sia soltanto quello della “pedopornografia” (che è per fortuna un fenomeno marginale), ma anche e soprattutto quello del libero accesso ai contenuti pornografici – nonché ad altra immondizia audiovisiva – sul web.
Il Regolamento Agcom corre il rischio di essere veramente un perfetto palliativo, la tipica foglia di fico con la quale le “istituzioni” pensano di poter coprire le proprie vergognose dinamiche di disattenzione ed insensibilità…
Delle tematiche affrontate nell’“Atlante dell’Infanzia (a rischio) – Tempi Digitali”, ovvero di una grande emergenza nazionale (purtroppo ignorata dai più), si discuterà nel corso di un evento previsto per dopodomani venerdì 17 novembre alle ore 10 presso la sede di Save The Children a Roma (in Piazza San Francesco di Paola 9). Sono previsti gli interventi di: Claudio Tesauro, Presidente Save the Children Italia; Raffaela Milano, Direttrice Programmi e Advocacy Italia Europa; Vichi De Marchi, Curatrice dell’“Atlante dell’infanzia (a rischio)”; Padre Paolo Benanti, Professore Straordinario di Teologia ed Etica presso la Pontificia Università Gregoriana; Nunzia Ciardi, Vice Direttrice dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (Acn); Riccardo Luna, editorialista de “La Stampa” e “La Repubblica”; Eleonora Faina, Direttrice Generale di Anitec-Assinform; Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la Protezione dei Dati Personali; Carmine De Paola, rappresentante di “Youth Panel Generazioni Connesse”; Alfonso D’Ambrosio, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Lozzo Atestino” (di Lozzo Atestino, provincia in Padova); Rosalba Tomassi, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Falcone Borsellino” (Roma). Modererà Antonella Inverno, Responsabile Ricerca, Dati e Politiche di Save the Children…
Da notare la totale assenza di rappresentanti istituzionali (a parte l’Acn ed il Garante Privacy) e di membri del Governo e di esponenti politici. Che continuano a far finta che l’emergenza non esista.
E temiamo che non si tratti di una scelta “relazionale” di Save The Children…
Clicca qui, per downloadare la versione integrale del 14° “Atlante dell’infanzia (a rischio) in Italia” (edizione 2023), quest’anno intitolato “Tempi digitali”, pubblicato online da Save The Children, Roma, 15 novembre 2023
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[ Nota: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]
(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.