La trasformazione digitale in corso nel tessuto economico ed imprenditoriale italiano comincia a manifestarsi concretamente e, secondo i nuovi dati dell’Osservatorio MECSPE, il 49,7% delle aziende prese in esame ritiene negli ultimi anni di aver avuto un’evoluzione digitale.
Si tratta della nuova edizione del Report di Senaf, presentato oggi in occasione dell’inaugurazione di MECSPE di Parma (22-24 marzo), da cui emerge che il 51,4% delle imprese del campione sostiene attualmente di avere un livello di conoscenza alto o sufficiente rispetto alle opportunità tecnologiche digitali presenti sul mercato, mentre la stessa percentuale (51,4%) percepisce la propria azienda come annoverabile tra quelle innovative.
La digitalizzazione generale raggiunta in azienda sembra essere alta, soprattutto quando si parla della relazione con il cliente e dei canali di vendita e marketing (62,4%), di progettazione e sviluppo del prodotto (51,5%) e di relazione con il fornitore di macchine (49,1%).
Tra gli effetti maggiormente attesi, il 60% prevede fino al 15% di aumento dei ricavi, mentre il 69,7% prospetta lo stesso risultato per quanto riguarda la riduzione dei costi.
I principali fattori di rallentamento della digitalizzazione sono al momento concentrati sul rapporto incerto tra investimenti e benefici (per il 48,4% delle aziende), sulla mancanza di competenze interne (36,8%), sull’arretratezza delle imprese con cui si collabora (31%), nonché sugli investimenti richiesti troppo alti (29,7%).
Pochi i dubbi, invece, su quale sia la figura driver preposta a stimolare/guidare il processo di innovazione digitale in azienda: il 55,2% indica l’imprenditore. A seguire, ci sono il Direttore IT/Responsabile di Sistemi Informativi (10,9%), il Direttore tecnico (7,3%) e il Direttore Ricerca & Sviluppo (6,1%).
Per quel che riguarda il Piano nazionale Industria 4.0, più di un terzo degli intervistati (36,9%) si sente in linea con le competenze richieste e il 17,2% ritiene di stare precedendo le azioni dei competitor.
A un anno di distanza dal lancio dell’iniziativa 4.0 del Ministero dello Sviluppo economico, guidato da Carlo Calenda, “il 67,1% degli imprenditori giudica positivamente o discretamente gli effetti sul settore”, seppur esprimendo la necessità di un piano pluriennale e di una minore attenzione rivolta alle grandi imprese.
In particolare, si legge nella nota ufficiale del Report dell’Osservatorio, tra le iniziative previste, “si attribuisce grande rilevanza all’iper-ammortamento di macchinari funzionali alla digitalizzazione (71,5%), al credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo (67,8%), al miglioramento delle infrastrutture digitali abilitanti (63%) e al potenziamento del fondo di garanzia per le PMI (52,8%)”.
Giudicati positivamente anche la riconferma e il rafforzamento degli strumenti di impresa 4.0 per il triennio 2018-2020: il 41,8% delle aziende dichiara che “possono fare la differenza”, consentendo alle aziende di fare un notevole passo in avanti, mentre il 31% del campione li valuta discretamente, asserendo come siano una buona base di partenza, per quanto non esaustiva.
Sempre di più percepita come una priorità assoluta è la formazione in azienda, con il 63,1% delle imprese intervistate che ha dedicato più di 10 ore per dipendente alla formazione interna e il 12,6% che ne dedica oltre 40.
Per quanto riguarda le piccole e medie imprese (Pmi) che oggi hanno introdotto nuove tecnologie abilitanti, sono state privilegiate soluzioni per la sicurezza informatica (59,9%) e la connettività (53,1%) – settori in cui si registra anche il livello di conoscenza maggiore da parte delle aziende – la simulazione (29,3%), l’Internet of Things (28,6%), il cloud computing (24,5%) e la produzione additiva (19%).
Entro la fine dell’anno in corso, inoltre, il cloud computing e la connettività saranno presenti in un ulteriore 17,7% delle imprese intervistate. L’Internet of Things nel 16,3% delle aziende e la produzione additiva e la sicurezza informatica nel 15%.
Per quanto riguarda, infine, gli investimenti in Ricerca & Innovazione per il 2018, il 22,5% delle imprese intervistate dichiara che destinerà a questa voce nel corso dell’anno dal 10% al 20% del proprio fatturato e l’11% del campione esaminato dedicherà una percentuale superiore al 20%.
Per il 2018. Inoltre, il 63,1% delle imprese si aspetta una crescita del fatturato, il 31,6% stabilità, mentre solo il 5,4% prospetta un calo.