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Rapporto e-Tourism, le migliori prestazioni web di musei e siti archeologici italiani

Gode di ottima salute il mercato turistico italiano. Il nostro Paese è sempre tra le prime scelte dei vacanzieri di tutto il mondo. Secondo le statistiche della Banca d’Italia, i visitatori dall’estero sono stati 94 milioni, in aumento di circa 3 milioni rispetto al 2017, in crescita costante dal 2011 (quando il dato era 76,4 milioni).

La stragrande maggioranza dei turisti che visita l’Italia proviene da altri Paesi dell’Unione europea (circa 66 milioni nel 2018), in aumento del 4,3% su base annua (+25% sul 2011), mentre dai Paesi non europei provengono circa 17 milioni di turisti, anche qui in leggero aumento sull’anno precedente.

Attraverso il Report e-tourism 2019 di BEM Research, inoltre, sono stati individuati musei e aree archeologiche che hanno le migliori prestazioni sul web e che sono più predisposti a interfacciarsi con i visitatori in modo virtuale.

La classifica che ne è venuta fuori vede il Museo Egizio essere il sito storico-artistico statale italiano con le migliori prestazioni online, mettendo insieme le informazioni relative al web, ai social network, ai siti specializzati nel turismo e alle applicazioni per dispositivi mobili (smartphone e tablet).
In seconda posizione si trova il Cenacolo Vinciano, terzo lo scorso anno, e al terzo posto i Giardini Trauttmansdorff, in quinta posizione nel 2018.

La spesa complessivamente sostenuta dai turisti stranieri è stata pari a 41,7 miliardi di euro nel 2018, in crescita di 2,6 miliardi rispetto all’anno precedente e di oltre 10 miliardi rispetto al 2011. In termini percentuali l’incremento è stato pari al 6,5%, in leggera decelerazione rispetto all’anno precedente (+7,7%).

Il 63% della spesa, pari a circa 24,5 miliardi, è sostenuta dai turisti provenienti dall’Unione Europea. Seguono America (8,3 miliardi) e i paesi non appartenenti all’Unione Europea (4,6 miliardi). In flessione la tendenza di consumo da parte dei turisti asiatici (-2,4%) e di quelli proveniente da Oceania e Africa (-4,6%).

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