Colpo d’accelerata su RaiWay. Oggi il Cda Rai ha dato l’ok alla vendita di una quota minoritaria della società delle torri. Un’operazione che consentirà all’azienda di far fronte alla richiesta del governo Renzi di tagli per 150 milioni di euro e valorizzare un asset importante, finora poco considerato.
Il sì del Consiglio presieduto da Anna Maria Tarantola è venuto dai consiglieri presenti al momento del voto, e l’autorizzazione è finalizzata alla prossima quotazione di RaiWay che verrà realizzata in tempi rapidi, entro novembre. Inoltre i consiglieri hanno approvato, sempre all’unanimità, i documenti per il filing presso la Consob e Borsa Italiana.
Di privatizzazione di RaiWay si è cominciato a parlare nell’aprile scorso, all’indomani delle misure adottate dal governo con il Decreto Irpef, che comprendevano anche un taglio di 150 milioni di fondi alla Rai derivanti dalle competenze del canone di abbonamento. All’azienda di viale Mazzini è stato richiesto di contribuire allo sforzo di spending review in atto nel Paese, e il collocamento sul mercato di una quota importante, sia pur minoritaria, di un asset chiave come RaiWay è stato un passaggio importante che ora trova il suo compimento con la decisione del Cda. Numerose sono state le polemiche e le prese di posizione politiche in questi mesi contro l’ipotesi di privatizzazione di RaiWay. Ma si sono registrate anche tante posizioni a favore specie da parte di economisti e analisti di settore, convinti che bisogna dare nuova luce a RaiWay e fare in modo che l’azienda si adatti alle nuove e mutate esigenze di mercato che spingono verso nuovi usi delle torri di trasmissione.
Il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha più volte ribadito la condivisione del progetto di quotazione annunciato dal direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, spiegando che “si tratta di togliere la Rai da una posizione di immobilismo che in anni non s’è dimostrata positiva per l’azienda. Altri hanno fatto scelte strategiche diverse (Mediaset ha venduto il 25% Ei Towers incassando 283 mln di euro, ndr) e hanno ottenuto significativi vantaggi di mercato“.
“RaiWay – ha sottolineato – è un valore. Bisogna confermare il controllo pubblico ma non lasciare questo patrimonio in statica contemplazione per l’eternità“.
Il Sottosegretario ha poi osservato che la quotazione di RaiWay rappresenta “il primo passaggio verso una strategia generale per le infrastrutture di telecomunicazione che conferma la nostra visione di controllo pubblico, ma apre a un uso dinamico rispetto agli interessi generali del Paese”.
L’obiettivo adesso è fare la giusta stima e farla a tutto tondo, tenendo conto delle grosse potenzialità di RaiWay che non solo è capillare su tutto il territorio nazionale, ma le sue torri potrebbero essere usate anche per risolvere i problemi interferenziali delle Tv locali, come da tempo ci chiede la Ue, o per gli usi futuri dell’LTE.
Non a caso in un parere riservato che porta la data del 30 aprile, Mediobanca Securities la stima in 1 miliardo di euro. Una cifra che potrebbe essere anche più alta se si tengono in debito conto anche tutti i possibili usi delle torri di RaiWay.
Chiede quindi chiarimenti Michele Anzaldi, deputato del Pd e segretario della commissione di Vigilanza Rai, ricordando che “nelle audizioni in Parlamento, da ultimo quella in Commissione Trasporti alla Camera lo scorso 23 luglio, il direttore generale Luigi Gubitosi ha assicurato che per il 2014 il bilancio Rai sarebbe stato in pareggio, al netto del taglio governativo da 150 milioni”.
“Perché – domanda Anzaldi – la Rai dovrebbe cedere una quota di RaiWay pari a 400 milioni di euro se l’ammanco per il decreto Irpef è di 150 milioni? È opportuno che l’azienda chiarisca sull’utilizzo dei ricavi dalla vendita della società che gestisce le torri”.
Tornando all’importanza della messa sul mercato di una quota minoritaria di RaiWay, c’è appunto da precisare che uno dei problemi maggiori cui deve far fronte l’Italia in tempi rapidi riguarda l’eliminazione delle interferenze che le nostre Tv locali provocano nei paesi confinanti e dovrà farlo obbligatoriamente entro fine anno per rispettare gli impegni presi in sede ITU. Il governo Renzi sta agendo insieme all’Agcom che ha già predisposto un piano delle frequenze da liberare.
Nel riordino dello spettro al quale è chiamata l’Italia, RaiWay potrebbe avere un ruolo fondamentale. Intanto perché è l’unico operatore di rete in grado di assicurare la trasmissione regionale dei programmi.
RaiWay potrebbe quindi diventare un carrier per l’emittenza locale, fornendo quello che già qualcuno chiama servizio pubblico di trasporto.
Altro importante fattore che dovrebbe incidere ulteriormente sulla valorizzazione di RaiWay sono i servizi tlc.
I suoi siti sono, infatti, adatti anche per i servizi LTE, che ovviamente dovrebbero poi essere integrati se RaiWay intendesse fare anche l’operatore di rete mobile, seguendo le nuove tendenze del mercato.