RaiWay entra nella fase di pre-mercato in vista del collocamento in Borsa per metà novembre di una quota che non dovrà superare, come stabilito dal governo, il 49%.
Secondo le stime di Banca Imi, uno dei coordinatori dell’Ipo nonché responsabile dell’offerta pubblica, la società delle torri che fa capo alla Rai può valere tra i 940 milioni e gli 1,2 miliardi.
Una stima in linea con quella che aveva fatto Mediobanca lo scorso aprile che era pari a 1 miliardo di euro.
Il collocamento di RaiWay, che gestisce 2400 torri di trasmissione broadcasting, avverrà con un’offerta pubblica di vendita che dovrebbe portare sul listino intorno al 40-49% del capitale. Per questa quota si parla di un valore tra i 450 e i 600 milioni di euro.
Difficile però che si arrivi a questa cifra perché la Rai non ha agito con tempestività come ha invece fatto Mediaset con Ei Towers. Lo scorso aprile il gruppo di Cologno Monzese ha venduto il 25% di Ei Towers a fondi americani, inglesi e italiani, incassando 283 milioni di euro.
Resterebbe comunque una grossa operazione che, se fatta con le dovute sinergie e razionalizzazioni, permetterebbe alla Rai di far cassa portando il bilancio del 2014, dopo anni di rosso, in pareggio o in positivo in un anno dove ci sono stati grossi esborsi per i diritti tv.
RaiWay, che nei giorni scorsi ha completato il Cda con la nomina dell’ultimo consigliere indipendente, può vantare una forte capillarità su tutto il territorio nazionale e le sue torri potrebbero essere usate anche per risolvere i problemi interferenziali delle Tv locali, come da tempo ci chiede la Ue, o per gli usi futuri sul mercato tlc.
Alcuni siti certificati, di buona qualità dal punto di vista tecnico, potrebbero, infatti, ospitare anche antenne che trasmettono in banda 800 o in futuro in banda 700, quindi anche LTE.
Tutto questo la rende pregiata.
Decisamente superiori sono invece le valutazioni dei gruppi americani comparabili come American Tower e Crowne Castle che nel 2001 voleva acquistare il 49% di RaiWay allora stimata in 905 milioni di euro.
Stando a quanto riporta Radiocor, nel report degli analisti di Imi, la società proprietaria della rete di trasmissione e diffusione dei segnali televisivi e radiofonici viene valutata in un range di 938 milioni/1,203 miliardi: tale valorizzazione corrisponde a circa 9,5-12 volte il rapporto enterprise value/ebitda 2015 e circa 25-32 volte gli utili dello stesso anno, attesi a 37 milioni.
I multipli sono sostanzialmente allineati a quelli di Ei Towers che costituisce l’unico esempio di tower company quotata in Europa.
I numeri pro-forma del 2013 indicano in 211 milioni i ricavi con un ebitda superiore ai 104 milioni e un utile netto intorno ai 31 milioni. I risultati dovrebbero essere sostanzialmente ribaditi nell’anno in corso. La marginalità lorda, secondo Imi, dovrebbe mantenersi almeno al 50% dei ricavi nei prossimi cinque anni con un free cash flow medio annuo di 45-50 milioni prima del pagamento dei dividendi.