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Rai Way, ok a bilancio e dividendo. Torna di moda il polo unico delle torri?

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Il Cda di Rai Way approva il bilancio del 2023, che ha chiuso con un utile netto di € 86.721.406,22 e ha deciso di destinare a “Utili portati a nuovo” per € 251.095,92. Deliberata inoltre la distribuzione di un dividendo pari a € 0,3222, per un importo complessivo, sulla base delle azioni ordinarie attualmente in circolazione, pari a complessivi € 86.470.310,30.

Gli azionisti hanno deliberato di approvare la proposta di adozione di un piano di incentivazione a lungo termine e la proposta di autorizzazione all’acquisto e disposizione di azioni proprie.

Nominato il collegio sindacale

E’ stato inoltre nominato il Collegio Sindacale per gli esercizi 2024-2026 (quindi con scadenza alla data dell’Assemblea di approvazione del bilancio relativo all’esercizio che si chiuderà il 31 dicembre 2026), composto da: Silvia Muzi (Presidente), Giovanni Caravetta (Sindaco effettivo), Andrea Perrone (Sindaco effettivo), Anna Maria Franca Magro (Sindaco supplente) e Carlo Carrera (Sindaco supplente).

– di nominare il Collegio Sindacale per gli esercizi 2024-2026 (quindi con scadenza alla data dell’Assemblea di approvazione del bilancio relativo all’esercizio che si chiuderà il 31 dicembre 2026), composto da:

o Silvia Muzi (Presidente),

o Giovanni Caravetta (Sindaco effettivo),

o Andrea Perrone (Sindaco effettivo),

o Anna Maria Franca Magro (Sindaco supplente) e

o Carlo Carrera (Sindaco supplente).

Torna di moda il polo unico delle torri?

Nessun accenno da parte dell’azienda alle strategie future, che secondo diverse voci circolate negli ultimi mesi potrebbero portare ad una fusione di Raiway con Ei Towers, per la creazione di un operatore unico delle torri broadcasting. Un’ipotesi che ciclicamente torna alla ribalta, l’ultima volta ne abbiamo scritto nel 2022.

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Mediaset-F2i, l’Opa su Ei Towers rilancia il gioco delle torri in chiave 5G

Giorgetti caldeggia il polo unico delle torri in stile NetCo

Un’operazione che porterebbe fondi freschi nelle casse dello stato, che peraltro non vuole scendere sotto la soglia del 30% in Raiway, come confermato dal ministro Giancarlo Giorgetti il mese scorso. Lo scorso 9 aprile Giorgetti ha detto che su Raiway “ci sarà un Dpcm, non ci sarà la discesa sotto il 30%, però sicuramente l’ambizione del governo è di creare, come per Netco nelle comunicazioni, un soggetto di presenza pubblica rilevante che gestisca tutto l’assetto delle torri”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo ad una domanda nel corso della conferenza stampa seguita al Consiglio dei ministri che ha approvato il Def. “Quindi confermo che su Raiway si prosegue – ha aggiunto – c’è peraltro già una delibera assunta dal Consiglio di amministrazione della Rai e c’è la volontà di arrivare ad un riassetto nel settore”.

Ei Towers è una società nata in seno a Mediaset; ora appartiene per circa il 60% al fondo F2i, mentre Mediaset continua a possedere la restante quota. Già nel 2015, Ei Tower aveva lanciato un’Opa per rilevare almeno il 67% del capitale sociale di RaiWay. La proposta decadde subito, bocciata dalla Consob e dall’Antitrust.

Cosa è cambiato oggi?

Il ciclo di vita del digitale terrestre volge inevitabilmente verso il fine vita. Le frequenze in banda sub 700 sono garantite ancora fino al 2031, dopodiché è da vedere se la vecchia tecnologia televisiva avrà ancora un futuro. Probabilmente no.

Di certo, un operatore di torri broadcasting come Raiway dovrà trovare nuove fonti di reddito che vadano al di là della casa madre Rai, che garantisce il grosso dei ricavi. In questo senso, l’azienda sta sperimentando già diverse soluzioni di trasmissione IoT. Una diversificazione del business che potrebbe fare gola anche alle tower company delle telecomunicazioni, in primis INWIT e Cellnex, che potrebbero entrare in gioco in caso di cessione delle quote di RaiWay. D’altra parte l’avvento del 5G richiederà nuove torri per coprire il territorio nazionale e la presenza di un’infrastruttura già esistente potrebbe semplificare le operazioni alle tower company sempre alle prese con le resistenze dei comuni nei confronti di nuovi impianti.

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