Audizione oggi in Commissione parlamentare di Vigilanza di Vittorio Di Trapani, Segretario Nazionale di Usigrai (Unione Sindacale Giornalisti Rai). Al centro dell’intervento il futuro della Rai, dal taglio di 150 milioni di euro chiesto dal governo alla quotazione della società delle torri di RaiWay senza tralasciare la riforma del canone, la governance dell’azienda, il nuovo piano per l’informazione annunciato dal Direttore generale Luigi Gubitosi e le novità che arrivano dal web sui nuovi sistemi di fruizione dei contenuti audiovisivi.
Usigrai, osserva il Segretario, “Non ha mai subito e non subirà pressioni politiche. Noi non diciamo che vogliamo la politica fuori dalla Rai, perché ha l’alto dovere di occuparsi della missione del servizio pubblico e ha l’alto dovere di capire cosa serve al Paese e vigilare su questo”.
“Noi diciamo invece che vogliamo i partiti fuori dalla gestione dell’azienda”.
Riguardo poi alle forme di finanziamento, Di Trapani sostiene la necessità di un “finanziamento specifico per il servizio pubblico a prescindere dal modello” che si sceglierà di adottare. L’importante, sottolinea, è che ci sia “certezza di risorse, anche su medio e lungo termine e autonomia del finanziamento”.
Parla anche della sfida degli Over-The-Top, per proporre un’Alleanza tra servizi pubblici europei contro i top player: “Se sbarca Netflix cambia il mercato e il modo di usare la televisione“. Questo evidenzia una volta di più, indica il Segretario dell’Usigrai, il bisogno di “cambiare prodotti, format e palinsesti”.
“Netflix non è un soggetto italiano, i servizi pubblici non possono competere essendo dei nani” con questi top player, questa è la ragione per cui potrebbe essere utile “un’alleanza europea in termini di sviluppo tecnologico e prodotti per competere al meglio” con gli OTT.
“Bisogna costruire il nuovo – ha detto Di Trapani – e non dare una risistematina al vecchio“.
Per quanto riguarda l’informazione Rai, per la quale Gubitosi prevede risparmi del 20%, pari a 100 milioni di euro, il Segretario ha ricordato che “la gente si riconosce nei prodotti (Rai) e lo confermano i dati d’ascolto de tg”. E’ lì che bisogna intervenire, suggerisce Di Trapani, evitando “l’uso smodato delle esternalizzazioni” e soprattutto i “demansionamenti e le sottoutilizzazioni delle risorse interne”, perché “in Rai sono cresciuti e ci sono ottimi professionisti”.
Passaggio fondamentale su Rai e web. Di Trapani cita il forte aumento di smart tv e di televisori connessi nelle case degli italiani, per dire che la Rai “deve fare molto di più: siamo da tempo in attesa di un progetto che parta dai territori e non capiamo questo ritardo“.
Entrando nel merito del progetto, per Di Trapani su internet non serve una produzione diversa ma quanto un “diverso modo di lavorare”.
Riguardo a possibili scioperi del sindacato, Di Trapani conclude dicendo: “Ci auguriamo di discutere presto di tutto questo senza arrivare a una mobilitazione”.