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Rai, nebbia sul contratto di servizio. Interviene anche l’Agcom

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In Commissione di Vigilanza emergono dissensi e perplessità sul testo finora elaborato: radicale presa di posizione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (esclusiva IsICult/Key4biz). Anche Agcom chiede che gli obblighi vengano inseriti nel “contratto” e non nell’“allegato”.

È evidente che alla quasi totalità dei giornalisti italiani non importa un fico secco del futuro della Rai, se è vero che lenzuolate di attenzione vengono dedicate a questioni minori (si pensi alla sempre agitata gestazione della prossima edizione del Festival di San Remo) e nessun interesse viene mostrato nei confronti del “contratto di servizio”, ovvero il documento che vincola (dovrebbe vincolare) la radiotelevisione pubblica agli obblighi che derivano dalla convenzione stipulata con lo Stato.

Ieri pomeriggio, la Commissione di Vigilanza sulla Rai, nel silenzio dei più, ha convocato alcuni soggetti, scelti dalla Presidente Barbara Floridia (Movimento 5 Stelle) con criteri non ben chiari (con quale logica di rappresentatività?) e si sono svolte due ore di audizioni (ad ogni intervenuto sono stati assegnati 10 minuti): la videoregistrazione è disponibile sul sito web della Camera dei Deputati…

Sono stati ascoltati ieri: Donatella Martini (Presidente dell’Associazione Donne In Quota), Rosanna Oliva (Presidente onoraria della Rete per la Parità), Raffaele Angelo Cagnazzo (Presidente dell’Ente Nazionale per la protezione e l’assistenza dei Sordi), accompagnato da Gino Salvatori (Segretario nazionale Ens) e da Anna Lo Bello (interprete della lingua italiana dei segni), Roberto Zaccaria (esperto), Sandra Cioffi (Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti), accompagnata da Vincenzo Franceschelli (Vice Presidente del Cnu), da Mario Russo (Consigliere del Cnu), e da Maria Pia Caruso (Dirigente Agcom responsabile del Segretariato del Cnu), Gianluca Curti (Presidente della Cna – Cinema e Audiovisivo), Chiara Sbarigia (Presidente dell’ Associazione Produttori Audiovisivi – Apa), Enrico Giovannini (Direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – Asvis), accompagnato da Giulio Lo Iacono (Segretario generale Asvis) e da Ottavia Ortolani, (responsabile Progetti di comunicazione e “advocacy” di“)…

Sarebbe interessante comprendere quali sono i criteri selettivi che hanno portato alla convocazione di questi soggetti: in particolare, di Chiara Sbarigia, che è anzitutto Presidente di Cinecittà (e soltanto da poche settimane anche Presidente dell’Apa), e di Gianluca Curti, che rappresenta una associazione minore rispetto alla storica Anica (produttori cinematografici e multimediali, guidata da Francesco Rutelli)…

Naturalmente – data la tempistica burocratica dei servizi di Camera e Senato – lo stenografico non è ancora disponibile, ma si può utilizzare il sistema di trascrizione automatica messo a disposizione dalla sempre utilissima attività di Radio Radicale.

Incredibile ma vero: oggi non ne ha scritto nessuno.

Non 1 riga una, su nessun quotidiano, né cartaceo né su web!

A dimostrazione di quanto il “dibattito” sia aperto realmente alla società civile, al terzo settore, agli “stakeholder” che sono – in ultima istanza – i cittadini tutti.

Si deve all’intrepido e sempre vigile Redattore Anonimo della migliore fonte informativa sulla Rai, qual è “BloggoRai”, un piccolo ma significativo resoconto, ovvero soprattutto un estratto della relazione di Roberto Zaccaria, che è intervenuto in veste di “esperto di servizio pubblico radiotelevisivo”, allorquando da un decennio è Presidente del Consiglio Italiano dei Rifugiati (Cir).  

Le agenzie stampa (peraltro non riprese da testata giornalistica alcuna, ribadiamo) hanno dedicato soltanto un po’ di attenzione a due interventi: quello dell’ex Presidente della Rai (tra il 1998 ed il 2002) ed a quello del Presidente dell’Ente Nazionale per i Sordi.

Angelo Raffaele Cagnazzo (Presidente dell’Ente Nazionale per i Sordi): “RaiPlay non offre ai non udenti programmi sottotitolati”

Il Presidente dell’Ens Angelo Raffaele Cagnazzo ha chiesto di aumentare in modo determinante i servizi nella lingua dei segni, ma anche della sottotitolazione e dei servizi di interpretariato in tutta l’offerta della Rai. La richiesta è rivolta a tutti i canali tematici, ma in particolare modo all’informazione, soprattutto quella locale dei Tg regionali, e a quella rivolta ai bambini. Inoltre, ha sostenuto Cagnazzo, l’Ente chiede la compresenza di tutte le modalità di fruizione contemporaneamente: “le persone sorde devono poter scegliere una modalità comunicativa liberamente: leggere i sottotitoli o avvalersi di un servizio di interpretariato o della lingua dei segni deve essere una libera scelta”, come previsto dalla legge. Alla domanda dei componenti della Commissione su quelle che potrebbero essere delle buone pratiche all’estero da prendere come riferimento, ha posto l’esempio del Regno Unito e degli Usa. Cagnazzo ha ricordato che “la Gran Bretagna, in particolare, ha un’offerta di 24 ore accessibili e il 90 % delle trasmissioni è sottotitolato, mentre noi siamo al massimo al 40 %, ma difficilmente ci arriviamo”. Non solo, in questi Paesi “anche la pubblicità è sottotitolata”.

Il Presidente dell’Ens ha anche denunciato la incredibile dinamica per cui i programmi Rai che sono offerti da RaiPlay non sono accessibili: se un non udente vuole vedere un programma che ha perso la sera prima, non ha chance di accedere alla versione sottotitolata.

Da non crederci veramente!

L’ex Presidente della Rai Roberto Zaccaria scopre oggi che, così come è stato impostato finora (senza controlli), il “contratto di servizio” è semplicemente un “libro dei sogni”

Per quanto riguarda Roberto Zaccaria, va apprezzato che ha sostenuto – in sintesi – che, senza controlli, il contratto di servizio è veramente un “libro dei sogni”.

Sacrosante parole, anche se ci domandiamo se la pensasse così quando era Presidente della Rai stessa.

Va infatti denunciato che, da anni, esiste una sorta di simpatico “rimpallo” di responsabilità, tra Rai e Ministero dello Sviluppo Economico oggi Ministero per le Imprese e il Made in Italy: di fatto, entrambi hanno finora sempre accettato che il “contratto” fosse zeppo di bei principi e buoni intendimenti, senza che nessuno dei due mettesse realmente a fuoco “prestazioni” e “controprestazioni”.

Come abbiamo denunciato – da decenni – si tratta di un contratto generico e fumoso, scritto sulla sabbia anzi sull’acqua…

Siamo lieti che oggi il professor Zaccaria si allinei alle nostre storiche posizioni critiche.

L’ex Presidente della Rai ha ricordato come la regolamentazione e la fissazione degli obblighi del servizio pubblico radiotelevisivo italiano abbia “una impalcatura bizantina. Le fonti sono su 4 livelli. La legge stabilisce cose che vengono riprese dalle fonti, e cioè la convenzione e il contratto di servizio, che viene anche dopo linee-guida che fa l’Autorità. È una impalcatura complessa e ciascuno di questi documenti deve tenere conto di fonti superiori”. E questo è senza dubbio un problema di complessità giuridica. Ha poi sostenuto che “la Commissione ha il compito inserire le domande che vengono dalla comunità in questa impalcatura… sulla base della mia esperienza, voglio dire che il contratto di servizio tende a essere un po’ troppo un libro dei sogni. Il problema è che ciò che si scrive lì non è facilmente misurabile. I francesi invece sono pragmatici e indicano ‘x ore di programmi culturali’ per la tv pubblica e si può controllare se l’obbligo è rispettato. Se si dice genericamente ‘dobbiamo rispettare la parità di genere etc’, l’Agcom che controlla il contratto di servizio come fa a controllarlo? non avendo indici quantitativamente misurabili”.

Finalmente anche il saggio Zaccaria scopre che… “il principe è nudo” (sia consentita – una volta ancora – l’autocitazione del titolo della rubrica che IsICult cura per Key4biz).

E, ancora: “penso che il contratto di servizio debba sollecitare tutta la comunità a partecipare all’indicazione di quelli che devono essere gli obblighi di servizio non in modo generico, ma con degli indicatori misurabili. Dire solo che si vuole dare più spazio ad alcuni argomenti non basta: ad esempio, ora non c’è più la ‘fascia protetta’, ma ormai ci sono continuamente notizie che turbano i bambini… La vicenda dello stupro delle tredicenni può esser guardato comodamente da tutta la famiglia ad ora di cena. Bisogna avere una cultura del bilanciamento dei valori: la libertà di espressione va garantita al massimo grado, ma forse ci devono anche essere delle tutele e la capacità di poter promuovere quei valori che la comunità intende promuovere… Un altro esempio è sul giornalismo di inchiesta, che è scomparso dalle indicazioni, ma i fatti recenti, le inchieste di Purgatori e i fatti di Ustica ci fanno ricordare quanto sia importante”. Ha detto ancora Zaccaria, sollecitando la Commissione a fare da collettore per “canalizzare le domande che vengono dalla comunità” nel contratto di servizio: “la Rai deve essere l’esecutore, il Ministero il controllore e voi come Commissione parlamentare dovete porre le esigenze della comunità”…

Il Ministero rappresenta la “sintesi della maggioranza politica”, ma la Commissione parlamentare rappresenta “il Paese”…

Zaccaria ha sostenuto che il Ministero rappresenta “la sintesi della maggioranza politica”, ma la Commissione parlamentare rappresenta “il Paese” e quindi deve intervenire per estendere lo spettro del pluralismo. E la Commissione dovrebbe estendere i poteri di controllo attualmente assegnati all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Centrale la critica, che è emersa anche dall’intervento delle rappresentanti di Donne in Quota e Rete per la Parità: perché gli obblighi specifici (contenuti nell’art. 25 del precedente contratto) sono stati inseriti nell’Allegato 1? “È la prima volta che succede”, ha rimarcato l’ex Presidente della Rai.

Perché le parti forse più significative del “contratto di servizio” (gli obblighi specifici) sono state emarginate nell’“allegato”?!

Così facendo, la sostanza del contratto viene ulteriormente annacquata! Peraltro, così operando, viene meno anche l’obbligo di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale…

A proposito di “indicatori” e di “misurazioni”, va apprezzato come Donatella Martini (Donne In Quota), Rosanna Oliva (Rete per la Parità) abbiano criticato la scelta Rai di effettuare un monitoraggio dell’immagine femminile, previsto dal contratto di servizio, decidendo essa stessa quali sono i criteri che l’istituto di ricerca deve seguire (l’ultima edizione del “Monitoraggio sulla rappresentazione della figura femminile, sulla capacità di garantire il pluralismo di temi, soggetti e linguaggi e contribuire alla creazione di coesione sociale nella programmazione Rai trasmessa nell’anno solare 2022” è stato affidata a Bva Doxa): sarebbe necessario invece uno studio assolutamente indipendente, e magari le questioni da indagare dovrebbero essere decise da un soggetto terzo, come il Ministero per le Pari Opportunità. Altrimenti è come domandare all’oste se il vino è buono…

Condividiamo totalmente questa critica, che va estesa a tutta la valutazione che Rai effettua di se stessa, anche attraverso quel “bilancio sociale” che è divenuto – al di là del carattere semiclandestino – uno strumento autoreferenziale, di nessuna concreta utilità. Ricordiamo che questo “bilancio di sostenibilità” costa alla tv pubblica svariate centinaia di migliaia di euro l’anno, e non viene mai presentato (né ovviamente discusso) pubblicamente. Soltanto il quotidiano online “Key4biz” gli dedica attenzione: incredibile, ma vero. Il caso si è riproposto anche qualche mese fa: vedi “Key4biz” del 21 luglio 2023, “Esclusiva. Bilancio sociale della Rai 2022: confermata l’evanescenza del servizio pubblico?”.

Che ci sia finalmente… “un controllore a Berlino” ha concluso Zaccaria.

Incredibile scoop di BloggoRai: anche l’Agcom critica la scelta di estrapolare gli obblighi specifici dal “contratto” e di allocarli nell’“allegato” (che non viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale)

Il già citato “BloggoRai” ha poi oggi segnalato – in anteprima, anzi in esclusiva – un estratto della relazione che il Presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella avrebbe dovuto presentare ad inizio agosto (la sua audizione era stata calendarizzata per il 2 agosto). Il post è stato giustamente intitolato: “Rai, un secondo piccolo scoop a palle incatenate”.

La segnalazione è in effetti esplosiva: non sono più soltanto Donatella Martini e Rossana Oliva e Roberto Zaccaria (e BloggoRai ed IsICult) a sostenere che lo spostamento degli obblighi dall’articolato del contratto all’appendice è una simpatica furbata, ovvero una ignobile… porcheria (si precisa che questo termine lo usa chi redige queste noterelle e se ne assume piena ed esclusiva responsabilità), ma lo sostiene la stessa Agcom!

Si legge testualmente nel testo che Giacomo Lasorella avrebbe dovuto leggere il 2 agosto (e che leggerà quando verrà riconvocato?!): “commentando con qualche perplessità la scelta di “confinare”, per così dire, in questo contratto di servizio, la specificazione dell’offerta di servizio pubblico ad un apposito allegato, a differenza del precedente contratto di servizio, che contemplava espressamente il contenuto di tale offerta nel testo”.

Oh, perbacco!

Ed annota (con ironia): “non so se si sia trattato di una mera scelta redazionale, tenendo conto che comunque l’allegato costituisce parte integrante del contratto (espressamente richiamato nell’art. 22 ai fini della informativa da rendere, rispettivamente, al Governo, all’Autorità e alla Commissione ogni semestre), e non sembra possibile certo configurarlo come una parte di valore inferiore rispetto all’articolato… Non è chiara, tuttavia, la ragione per cui tale allegato sia stato sottratto all’obbligo di pubblicazione in Gazzetta ufficiale, ai sensi dell’art. 25, comma 3. Tale previsione sembra contrastare, da un lato, con la stessa previsione di cui al comma 4 dello stesso articolo, che impegna la Rai a dare la massima diffusione “attraverso ogni mezzo di comunicazione” al suddetto contratto, dall’altro, al fatto che la stessa Rai sia chiamata, come detto, ai sensi dell’art. 22, a trasmettere al Ministero, all’Autorità ed alla Commissione un dettagliata informativa proprio sugli obblighi di cui all’allegato 1 (l’allegato dovrebbe, proprio per tale ragione, essere almeno trasmesso anche alla Commissione di vigilanza e all’Autorità)”.

E qui ci fermiamo.

Torneremo presto su questi temi, ma intanto pubblichiamo in esclusiva sia l’intervento di Donatella Martini e Rossana Oliva sia di Giacomo Lasorella (Agcom (vedi link in calce)

Attendiamo le prossime mosse della Presidente Barbara Floridia.

E ci auguriamo che i media “mainstream” inizino ad appassionarsi ad un dibattito che per ora sembra purtroppo restare chiuso nelle ovattate stanze del Parlamento con buona pace degli auspici democratici di condivisione pubblica, trasparenza amministrativa e soprattutto dialettica civile……

Clicca qui per il testo dell’intervento del Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) Giacomo Lasorella per l’audizione in Commissione Vigilanza sul contratto di servizio Rai, calendarizzata per il 2 agosto 2023, e non tenutasi.

Clicca qui per il testo dell’intervento di Donatella Martini (Presidente dell’Associazione Donne In Quota), Rosanna Oliva (Presidente onoraria della Rete per la Parità) per l’audizione in Commissione Vigilanza sul contratto di servizio Rai, tenutasi il 5 settembre 2023, Roma.

[ Nota: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.

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